FILCTEM-CGIL

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giovedì 22 gennaio 2009

La CGIL di nuovo in piazza

Se il Governo non fornirà risposte adeguate per fronteggiare la crisi economica che attanaglia il Paese, la Cgil scenderà in piazza ai primi di aprile, probabilmente il 4. Ad annunciarlo è il leader della Cigl, Guglielmo Epifani, in una conferenza stampa in vista dell'incontro di domani con l'esecutivo. Per Epifani, sino ad oggi, il Governo si è mostrato passivo, senza "un'idea, un progetto per governare la crisi". Ecco perchè "se il Governo non darà risposte" la Confederazione si prepara ad una grande manifestazione. "Non sarà uno sciopero", precisano a Corso Italia, ma una vera e propria "chiamata generale", pronta a rievocare quella storica giornata del 23 marzo 2002. Allora c'era Cofferati e la battaglia sull'articolo 18, una sinistra annaspante e il bisogno di ridare fiato ai diritti del mondo del lavoro. Oggi c'è la crisi economica e strutturale che si allarga e si aggrava a macchia d'olio, e il picco ci sarà probabilmente tra marzo e giugno. Aprile è dunque un mese simbolico, in grado di ridare speranza e prospettive di lotta ad un paese in pesante difficoltà. Una "primavera" sociale a fronte del lungo inverno della politica, forse anche un "messaggio di commiato" del segretario da corso Italia. Cofferati lasciò il sindacato a settembre del 2002, Epifani potrebbe volare verso Bruxelles a giugno 2009. Ma la crisi incombe, il governo non dà risposte, la politica boccheggia e la Confederazione necessita di una "manutenzione" politica e organizzativa. E' ora di rimboccarsi le maniche.Corso Italia prepara le cartucce: lunedì scorso, l'incontro con il segretari generali della Funzione pubblica e dei Metalmeccanici, Podda e Rinaldini, ha contribuito a stemperare le posizioni e le divergenze interne. Nessuna paventata "resa dei conti". La Confederazione si rafforza al suo interno e il segretario chiama all'azione le anime "attendiste": lo sciopero congiunto Fp e Fiom, inizialmente previsto per il 13 febbraio, ci sarà, ma probabilmente si allargherà anche ad altre categorie (e quindi potrebbe slittare di qualche giorno) e verrà seguito da molte altre iniziative. In cantiere ci sono i pensionati, il nordovest, il sud. Fino alla chiamata generale di aprile.Quello che preoccupa maggiormente Corso Italia "è la flessione molto forte degli investimenti e dei beni strumentali e durevoli", sottolinea Epifani, spiegando che la crisi si sta abbattendo in modo particolare sui settori dell'auto, dei mezzi di trasporto, degli elettrodomestici e della meccanica e componentistica. "La Cgil ritiene - precisa - che non bisogna avere paura di questa crisi, lo dico al Governo ma non bisogna fuggire dalla durezza di questa crisi". E sempre rivolgendosi all'esecutivo afferma: "Nella sostanziale passività del Governo vedo una grande differenza da quello che stanno facendo gli altri Paesi. Pensiamo al settore dell'auto dove tutti i Paesi si stanno muovendo mentre l'Italia non ha fatto nulla".Diverse le richieste che la Cgil intende rivolgere all'esecutivo al tavolo di domani. Per primo "bisogna mettere in condizioni le imprese (non solo quelle medie e piccole ma anche per quelle grandi che possono ancora investire) e le famiglie di poter accedere al credito" anche perché "se non si sblocca questo punto tutto è più difficile". E a questo proposito il sindacato denuncia "lo scaricabarile" in corso tra Banche e imprese a cui assiste "senza far nulla il governo".Poi bisogna affrontare il nodo degli ammortizzatori sociali e delle tutele: "Gli ammortizzatori - ammonisce però Epifani - hanno senso solo se inseriti in una più ampia politica industriale". E, a tal proposito, il leader della Cgil si dice preoccupato per lo slittamento dell'incontro tra Governo e Regioni che "fa capire come allo stato attuale non c'è l'accordo". Sul tema degli ammortizzatori serve "fare presto e serve chiarezza. Ognuno deve mettere il suo, è giusto chiedere alle Regioni, ma anche il Governo deve fare la sua parte".Epifani ricorda che al Governo sono stati chiesti tre incontri dai sindacati sul settore dell'auto, della chimica e della moda e "a nessuna di queste tre domande di incontro è stata data una risposta. L'esecutivo deve aprire questi tre tavoli di confronto". Infine, "il Governo deve dire come intende affrontare quella che Tremonti ha chiamato una situazione drammatica, quella del Mezzogiorno". Insomma, palazzo Chigi deve fornire delle risposte perché nel Paese "c'è una situazione - assicura Epifani - che può diventare socialmente pesante. Ieri l'assemblea di Pomigliano è stata molto pesante e in molte aree, se la crisi non viene governata, i problemi diventeranno seri e pesanti. Per affrontare la durezza di questa crisi - conclude - bisogna dare risposte a questi problemi".
Aprile on line
C.R., 21 gennaio 2009

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