FILCTEM-CGIL

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lunedì 13 dicembre 2010

Pfizer Catania: tra CIGS, riorganizzazione e prospettive future


Giorno 30/11/2010 presso l'Ufficio Provinciale del Lavoro, è stato ratificato l'accordo sulla Cassa Integrazione Straordinaria per riorganizzazione (80 unità per 12 mesi), dopo il doppio passaggio con i direttivi aziendali delle quattro OO SS, riunitisi unitariamente e con i lavoratori in assemblea plenaria. Entrambe le assemblee hanno approvata l'ipotesi di accordo, dando mandato a Segreterie ed RSU di stabilimento di procedere alla ratifica dell'accordo, con voto favorevole a stragrande maggioranza.
L’accordo è stato firmato in seguito alla presentazione da parte dell’Azienda, di un piano industriale per lo stabilimento di Catania, in cui la multinazionale farmaceutica prevede grossi investimenti e un importante sviluppo del sito a partire dal 2012, e prendendo atto della situazione di sofferenza che lo stabilimento vive attualmente e che vivrà nel corso di tutto il 2011.
Dopo due anni intensi, difficili e spesso convulsi, da quando nel gennaio del 2009 è stata annunciata l’acquisizione di Wyeth da parte di Pfizer, si è giunti, per il sito di Catania, alla fine del percorso senza le drammatiche misure a discapito dell'occupazione vissute da altri stabilimenti della multinazionale americana italiani ed esteri.
A tal proposito, le scriventi OO SS sottolineano che nell'arco di questi 2 anni Pfizer in Italia ha dismesso 2 stabilimenti produttivi ed un centro di ricerca, ha ridimensionato altri siti e sfoltito la propria rete di Informatori Scientifici. A Catania, invece, si sono trovate soluzioni senza riduzione di posti di lavoro e con future prospettive di sviluppo. Il piano industriale dello stabilimento, infatti, prevede l'aumento della produzione di Tazocin (che verrà prodotto a Catania per l'intero mercato mondiale) ed il trasferimento a Catania della produzione di un nuovo antibiotico: il Tygacil.
La cassa integrazione è sempre un evento spiacevole che incide sul lavoratore. Ma alla fine, dopo una trattativa intensa e difficile, si è riusciti a raggiungere un buon accordo. Per ben due volte le Organizzazioni Sindacali hanno rotto le trattative: una volta sull'istituzione di una commissione sindacale di verifica della cassa, ed una volta sull'integrazione al reddito dei lavoratori interessati alla casa integrazione. In entrambi i casi, si è riusciti ad ottenere quanto richiesto. Niente di ciò che si è ottenuto era scontato, tant'è che spesso il clima è stato pesante ed il confronto si è fatto duro. Il coinvolgimento e l'impegno delle OO SS è stato massimo ed ha coinvolto oltre alla RSU ed alle Segreterie Provinciali di categoria, anche le Segreterie Confederali e quelle Nazionali di categoria.
Alla fine, si è riusciti a dare certezze e garanzie ai lavoratori all'interno di uno strumento che come tutti gli ammortizzatori sociali è, per definizione, un evento spiacevole che causa sacrifici economici (ma non solo economici) non indifferenti x i lavoratori.
Innanzi tutto, si è riusciti ad ottenere la garanzia che il saldo occupazionale oggi sia zero e che nel futuro prossimo, possa essere positivo.
Quindi le 80 unità che saranno coinvolte per 12 mesi di CIGS, non sono e non diventeranno esuberi strutturali. È stato anche concordato che i lavoratori, fatte salve le esigenze tecnico-organizzative (e quindi in condizioni di fungibilità) ruotino in modo equanime e per periodi brevi (periodi di max 4 mesi per le funzioni fungibili). Inoltre proprio per garantire l'assenza di esuberi strutturali, le OO SS hanno puntato fortemente sulla riqualificazione del personale. La riorganizzazione, così come ha dichiarato l'azienda nella lettera con cui ha aperto la procedura di cassa integrazione e così come descritto nel piano industriale, nasce dalla necessità di ridurre il numero di lavoratori indiretti a favore di quelli diretti a causa della mutata mission del sito che in seguito all'acquisizione di Pfizer si è trasformato in stabilimento di produzione dei farmaci fuori brevetto (comunemente definiti con il termine di generici). La riqualificazione dei lavoratori altrimenti in esubero, diventa quindi il cardine della tutela dei livelli occupazionali. Verranno approntati corsi di riqualificazione per il personale attraverso fondi erogati da enti bilaterali (Fondimpresa) e pubblici (Regione Sicilia). Tali corsi saranno affiancati da corsi di formazione ai quali potranno accedere anche i lavoratori che sebbene entreranno in cassa, non dovranno essere riqualificati. I lavoratori che parteciperanno ai corsi di riqualificazione, saranno esclusi, per ovvi motivi, dai meccanismi di rotazione. I lavoratori potranno accedere ai corsi di riqualificazione e formazione sulla base della volontarietà. I corsi di formazione e riqualificazione, saranno finalizzati al reinserimento dei lavoratori nelle funzioni che si renderanno progressivamente disponibili in conseguenza dei nuovi, futuri, volumi produttivi, come da piano industriale (aumento della produzione di Tazocin e trasferimento a Catania della produzione del Tygacil). Infine, qualora la riqualificazione dovesse determinare l'assegnazione al lavoratore di mansioni di categoria inferiore a quella posseduta, verrà mantenuto ad personam lo stesso livello retributivo e lo stesso inquadramento contrattuale.
Inoltre le Organizzazioni, tramite una forte e determinata opposizione, hanno cassato gli inaccettabili criteri proposti dall'azienda all'interno della procedura ed introducendo (a parità di condizioni tecnico organizzative, quindi nel caso di lavoratori fungibili) il criterio dei carichi familiari.
Importante è anche l'ottenimento di una commissione sindacale che verificherà l'andamento della cassa e l'attuazione dell'accordo stipulato dalle parti. Ricordiamo che su questo punto c'è stata la prima rottura del tavolo negoziale in quanto l'azienda si era opposta all'istituzione di tale commissione. L'ottenimento di questo strumento di verifica è stato, quindi, un altro successo della lotta delle Organizzazioni Sindacali.
Un'altra misura prevista nell'accordo di CIGS è il blocco del turn-over dei tempi determinati, ad eccezione delle professionalità non reperibili all'interno dell'azienda. I posti che si renderanno, via via disponibili, saranno ricoperti dai lavoratori che supereranno gli specifici corsi di riqualificazione di cui si è precedentemente discusso. In merito a questo punto, torneremo in seguito, in quanto l'importanza e la delicatezza del problema, merita un approfondimento da più di una prospettiva.
Un'altra misura prevista è il blocco del riconoscimento dello straordinario nelle aree in sofferenza (che verrà riconosciuto al lavoratore sotto forma di accantonamento ore, fatta salva la corresponsione dell'indennità di maggiorazione). Inoltre è stato concordato lo smaltimento delle ferie residue nelle aree in sofferenza.
Un altro elemento negoziale voluto fortemente dalle Organizzazioni Sindacali ed ottenuto nel confronto con l'azienda, è stato quello di valutare una griglia di strumenti atta a minimizzare l'entità della cassa integrazione. Questo si è concretizzato con un incentivazione economica per quei lavoratori che avendo maturato i requisiti pensionistici, volessero, su base volontaria, rassegnare le proprie dimissioni.
Gli ammortizzatori sociali sono uno strumento pensato dal legislatore principalmente a sostegno delle imprese. Da questo nasce, da parte delle Organizzazioni Sindacali, l'esigenza di sostegno al reddito che, inevitabilmente, viene ad essere decurtato. Di conseguenza, l’azione delle Organizzazioni Sindacali è stata finalizzata all’ottenimento di un’integrazione salariale. Su questo punto, le richieste sindacali erano molto distanti da quanto l’azienda era disposta a sottoscrivere (partendo da una posizione aziendale che escludeva del tutto qualsiasi integrazione). E su questo punto, si è avuta la seconda interruzione della negoziazione, proprio quando si era giunti ad una condivisione di tutta l’impalcatura dell’accordo. Anche su questo punto le OO SS sono riuscite ad ottenere, su una cifra di mediazione che non era quella proposta dai Sindacati, ma che era decisamente superiore a quella aziendale; un significativo risultato.
Inoltre, in aggiunta all’integrazione salariale aziendale, le OO SS, sono riuscite ad ottenere (come detto in precedenza) un’ulteriore forma di integrazione, conseguente alla partecipazione volontaria dei lavoratori ai corsi di formazione e riqualificazione.
Altre forme di “sostegno al reddito” previste nell’accordo, sono l’anticipazione di parte del TFR sino a raggiungere, complessivamente, un massimo dell’ 80% dello stipendio. A richiesta del singolo lavoratore sospeso in CIGS, infine, potrà essere erogata un’anticipazione del Premio di Partecipazione 2010.
Riteniamo che avere raggiunto questo accordo sia importante, innanzi tutto perché prevede un saldo occupazionale zero e può creare le basi per un incremento occupazionale futuro. Inoltre sono state fornite ai lavoratori coinvolti, diverse forme di garanzie da un punto di vista economico e normativo, decisamente migliorative rispetto ai criteri di legge vigenti. Riguardo ciò è importante sottolineare come tale accordo rientri all’interno dello spirito dell’importante ed innovativo accordo nazionale sottoscritto da Federchimica, Farmindustria, FILCTEM-CGIL, FEMCA-CISL e UILCEM-UIL in data 18/11/2010 in materia di responsabilità sociale nella contrattazione di secondo livello.
Tale accordo parte dal presupposto che il CCNL di settore valorizza la responsabilità sociale come l’impegno di tutti i soggetti coinvolti all’interno dell’azienda, ad integrare i temi sociali; in particolare si parla di welfare contrattuale in risposta alle esigenze dei lavoratori e dei loro familiari in ambiti di rilevanza sociale. Nelle linee guida definite da questo accordo nazionale, si prevede, tra le altre cose l’applicazione di misure di sostegno al reddito, in casi specifici tra cui in presenza di ammortizzatori sociali quali la CIGS e di formazione finalizzata all’occopupabilità dei lavoratori. Quindi tali criteri sono stati messi in atto all’interno della contrattazione aziendale dello stabilimento Pfizer di Catania e da questo punto di vista possiamo assumere che quello appena siglato sia il primo accordo aziendale del setto chimico-farmaceutico che recepisce le linee guida dell’accordo nazionale del 18/11/2010.
Infine, come anticipato in precedenza, bisogna fare alcune importanti riflessioni sullo sviluppo e occupazione. Il nostro territorio, come è noto, vive una condizione di profonda difficoltà occupazionale, esacerbata dalla crisi economica (che sta determinando sofferenza e morte di tante aziende) e dalla globalizzazione (concorrenza asiatica), ma già presente in forma endemica, dettate da motivazioni storico-politiche-sociali relative al nostro territorio. In quest’ottica, due anni fa CGIL, CISL e UIL di Catania, a livello di Categorie e Confederazioni, siglarono l’accordo dei 72 mesi che derogava i termini di legge sui tempi determinati, a fronte di una continuità lavorativa per i precari ed a prospettive di stabilizzazione. Riteniamo, oggi più che mai, che tale accordo sia stato lungimirante e che oggi possa dare una prospettiva a tanti lavoratori precari che, inevitabilmente, a causa della CIGS e delle attuali condizioni del sito, saranno rimpiazzati da lavoratori a tempo indeterminato già presenti all’interno dello stabilimento (indiretti che in seguito alla riqualificazione si convertiranno in diretti di produzione).
Il Piano Industriale presentato dall’azienda, prevede nel 2012 un incremento significativo dei volumi di produzione, il che potrà portare a future espansioni occupazionali dello stabilimento. In questo contesto l’accordo sui precari, oltre a richiamare all’interno della vita produttiva dell’azienda i TD attualmente esclusi, potrà portare a stabilizzazione di lavoratori.
Per concludere, ritengo che sia doveroso registrare alcune “ombre” presenti nel Piano Industriale della Pfizer di Catania riguardanti in particolare il destino di due pezzi dello stabilimento: l’Animal Health (che fa parte della divisione PGM a pieno titolo) e del centro di ricerche EDSM (che è invece una divisione a se stante). Nel primo caso non ci sono evidenti certezze sul futuro produttivo da qui ad un paio d’anni e nel secondo caso non si conosce ancora il destino del centro ricerca.
Questi sono elementi su cui vigilare e che tutt’oggi sono causa di forti preoccupazioni per i lavoratori interessati e per le OO SS.
Il Piano Industriale presentato dall’azienda sancisce il fatto che Pfizer conferma il ruolo strategico dello stabilimento di Catania; non possiamo che essere lieti di ciò, pur sapendo che, così come è stato detto sempre dalle OO SS che lo stabilimento di Catania è stato ed è strategico grazie alla propria natura composita e differenziata. Se venissero a mancare pezzi dello stesso, la strategicità e la sostenibilità economica (leggi competitività) del sito, ne subirebbero un grave colpo.