FILCTEM-CGIL

Benvenuti nel sito ufficiale della FILCTEM-CGIL dedicato al comparto chimico e farmaceutico della provincia di Catania. Questo blog è un prodotto amatoriale, non è una testata giornalistica né un prodotto editoriale; ad esso non può essere applicato l'art. 5 della legge 8 Febbraio 1948 n. 47 né, tantomeno, l’art. 1 comma 3, legge 7 Marzo 2001 n. 62, poiché l'aggiornamento dei testi non ha periodicità regolare. Questo sito è espressione ufficiale della FILCTEM CGIL di Catania ed è curato da un apposito Comitato di Redazione in accordo alle linee politiche della Segreteria Provinciale.

mercoledì 25 febbraio 2009

Nota per la pubblicazione dei commenti

Essendomi pervenuti un paio di commenti in forma anonima, mi sento in dovere di preciasare che per la pubblicazione degli stessi è OBBLIGATORIO il riconoscimento di chi inoltra i commenti. Tutto ciò che ci perviene in forma anonima sarà cestinato indipendentemente dal contenuto.

Giovanni Romeo

martedì 24 febbraio 2009

Sciopero, parcheggio e premio di partecipazione...

Ma questo sciopero c'è oppure è stato revocato? E' questa una domanda che molti si fanno, forse perchè qualcuno ha creato (ovviamente senza volerlo) confusione.
A questo punto, ritengo doveroso dare il mio modesto contributo per fare chiarezza in merito.
Lo sciopero è stato convocato in seguito alla lentezza con la quale l'Azienda portava avanti le problematiche del parcheggio. L'apertura dell'ingresso "zona Moxidectin" non accompagnata da altre misure era stata, giustamente considerata dalla RSU non una soluzione ma un palliativo di scarsa o nulla efficacia. Ricordo che il parcheggio rimaneva aperto dalle 7 alle 9 e dalle 15.30 alle 17.30. Ricordo altresì che il percorso concordato tra la Security di stabilimento e la Safety di FDAH, per giungere al posto di timbratura (ingresso zona Tossicologico) impone un percorso che il sottoscritto, con un'andatura normale percorre in 12-14 minuti. Indiscutibilmente, il problema del parcheggio, è un problema serio e che deve essere affrontato nel modo ottimale. Noi riteniamo che non sia stato affrontato bene da parte dell'Azienda nè per quanto riguarda le modalità, nè per quanto riguarda la tempistica. In seguito a queste considerazioni si è proclamata una giornata di sciopero in data 06/03/2009. Successivamente, è stato aggiunto un altro punto alla piattaforma di sciopero ovvero la contrattazione del premio di partecipazione 2009. In merito al premio, la RSU e le OOSS hanno ripetutamente sollecitato la Direzione, affinchè si intavolasse, il prima possibile, una trattativa per il rinnovo dello stesso. E ciò anche in funzione dello stato di incertezza in cui verte lo stabilimento in seguito all'acquisizione di Pfizer.
Successivamente, cioè il 17 febbraio, è stato fatto un passaggio doveroso e necessario con le Segreterie Provinciali in quanto la proclamazione di uno sciopero non può essere fatta senza il coivolgimento degli organismi teriitoriali delle organizzazioni sindacali. In quell'incontro, tenutosi qualche giorno dopo (presente la RSU nelle persone di Mirone, Niciforo, Porto, D'Antone, Greco, Sciuto, La Mendola, Caminiti, Marino, Lombardo, Lo Bianco e Romeo ed i segretari provinciali di Filcem, Femca e Uilcem) si è concordato di coinvolgere unitariamente i direttivi di tutte e quattro le sigle in quanto erano stati coinvolti in possibili azioni di lotta e quindi era doveroso sentire la loro opinione.
Giorno 20 febbraio l'Azienda convoca la RSU per discutere sulla piattaforma rivendicativa. Come da normale e consolidata prassi di relazioni sindacali, in una situazione del genere si possono verificare solamente due ipotesi:
1. La RSU non revoca stato di agitazione e sciopero e rifiuta di trattare con l'azienda.
2. La RSU interrompe lo stato di agitazione e la proclamazione di sciopero.
Dei 10 compomenti della RSU presenti, nove (Niciforo, Romeo, D'Antone, Sciuto, Porto, Campione, Greco, Caminiti, Mirone) si sono dichiarati disponibili ad intraprendere trattative, firmando un documento con il quale veniva interrotta "temporaneamente" (di seguito spiego il motivo del virgolettato) ogni forma di lotta ed uno (Musumeci) ha ritenuto di non firmare tale documento, pur rimanendo seduto al tavolo delle trattative.
Nel caso in cui uno sciopero venga revocato per intraprendere trattative con la controparte, si possono verificari due diversi scenari:
1. si giunge ad un accordo tra le parti
2. si giunge alla rottura e si riconvoca uno sciopero.
In quest'ultimo caso bisogna rispettare i tempi di preavviso necessari all'azienda per organizzare le proprie produzioni.
Perchè bisogna dare il preavviso? All'interno dello stabilimento, ci sono reparti che funzionano a ciclo continuo e con tempi di prosuzione che si articolano su più giornate solari. L'impianto con i processi che hanno la durata più lunga è l'impianto di fermentazione. Una fermentazione ha la durata di 11 giorni. Durante uno sciopero l'azienda può avvalersi del diritto di comandare la presenza dei servizi minimi essenziali. Le figure ritenute facenti parte dei servizi minimi essenziali sono concordate tra le parti (Azienda ed RSU), con accordo specifico. I servizi minimi essenziali devono garantire il livello minimo di sicurezza ed il mantenimento al minimo dello stato di marcia degli impianti: ciò significa che non è consentito all'Azienda di avviare nuovi processi nel giorno o nei giorni in cui è stato proclamato lo sciopero in quanto devono essere garantiti solo il controllo dei processi ed il mantenimento dei criteri di sicurezza e nulla più. Il preavviso serve quindi a fare in modo che l'azienda si organizzi in modo tale che l'impatto economico dello sciopero sia circoscritto alla sola giornata dello stesso sciopero.
Fatta questa necessariamente lunga precisazione, procedo con la cronaca degli eventi.
La RSU (ad eccezione di Musumeci) come dicevo ha interrotto le azioni di lotta dichiarando, testualmente di "sospendere temporaneamente" lo stato di agitazione e la proclamazione dello sciopero.
Cosa significa temporaneamente? Temporaneamente significa che le forme di lotta sono sospese sino a quando non si giunga ad un accordo oppure alla rottura. In quest'ultimo caso si può arrivare nuovamente una proclamazione di sciopero che deve essere fatta ex novo (possibilmente con un documento che spieghi ai lavoratori perchè si sono interrotte le trattative). Per quanto detto sopra anche la nuova proclamazione di sciopero deve garantire i sopra descritti tempi di preavviso tecnico.
Nel cosrso della trattativa, per quanto riguarda il premio di partecipazione l'Azienda si è impegnata a convocare Segreterie ed RSU ad inizio del mese di Marzo proponendo ai rappresentanti dei lavoratori un accordo annuale valido per il 2009 (in quanto Pfizer in seguito all'aquisizione, tra le altre cose ha posto il veto su accordi di durata superiore ad un anno).
Per quanto riguarda il parcheggio l'azienda ha proposto i seguenti interventi:
1. presenza continua di un uomo dotato di radio, all'ingrsso dello stabilimento dalle 7.30 alle 17.30 a partire da lunedì 23 febbraio.
2. avvio della chiusura dell'area di parcheggio
3. studio di ottimizzazione e razionalizzazione del percorso all'interno dello stabilimento
4. installazione di un tornello ad uomo che sostituirà la presenza di personale di vigilanza interna.
I punti posti dalla RSU sono:
-richiesta di uno posto di timbratura all'ingresso moxidectin
-richiesta di valutazione di utilizzo del capannone di proprietà GM
-richiesta di reinvestimento del capitale utilizzato per l'affitto dell'area GMC (almeno della parte proveniente dalla dismissione dei bus aziendali)
Inoltre si è giunti alla conclusione di incontrarsi nel corso di questa settimana per valutare la funzionalità dell'area parcheggio per il personale giornaliero. Se non dovesse essere ritenuto alternativa valida da parte del personale giornaliero si potranno valutare altre ipotesi, come per esempio l'utilizzo per il personale turnista limitatamente ai turni 6/14 e 14/22.
A questo punto la RSU pone il problema del personale in semiturno del reparto 48 e chiede, qualora il parcheggio dovesse essere utilizzato dal personale in semiturno, che il turno pomeridiano del reparto 48 possa usufruire di uno shift di 20 minuti. In pratica la richiesta è la seguente: turno mattutino 6/13.40, turno pomeridiano 14/21.40. In questo modo il personale smontante lascerebbe il posto auto libero a disposizione del personale montante.
L'azienda accoglie questa proposta ponendo altri punti a sua integrazione:
-due figure devono essere avvicendate, cioè ci deve essere un passaggio di consegne tra turno montante e turno smontante. Le figure individuate sono il capo gruppo di produzione ed il preparatore di soluzioni.
-l'indennità di turno avvicendato (avvicendamento che in questo modo non ci sarebbe più) verrebbe erogata in cambio di un accordo in cui si consentirebbe all'azienda di chiedere su base volontaria un cambio turno con anticipo di 24 ore per effettuare turni notturni con carattere di eccezionalità e sporadicità.
Su questo punto la CGIL in particolare si è mostrata assolutamente contraria per due motivi di merito:
1. non vogliamo andare in deroga al CCNL con clausule peggiorative (il preavviso richiesto dal contratto è di 48 ore)
2. non condividiamo l'uso della volontarietà nell'organizzazione del lavoro (a tal proposito l'azienda può chiedere prestazioni su base volontaria e se ci sono lavoratori che accettano è un consenso tra le parti e come tale va considerato; ma tale sistema non può avere, per noi, l'avallo di un accordo sindacale).
Di conseguenza viene chiesto all'azienda di trovare un servizio alternativo da richiedere ai lavoratori per l'elargizione dell'indennità di turno avvicendato. Su questo l'azienda non mostra chiusura ma si dichiara disposta al dialogo.
Su questa base, la maggioranza dei presenti (tutti i componenti FULC della RSU), a fine riunione, si dichiarano disponibili a proseguire le trattative. I due componenti della RSU che avevano contribuito alla revoca dello stato di agitazione e della proclamazione dello sciopero, scrivono un documento in cui "ritirano" la loro firma dal documento precedentemente condiviso. Sulle motivazioni che hanno portato questi colleghi a tornare in dietro sui loro passi non lo spiego io perchè non ritengo corretto parlare in nome di altre persone e perchè questo è il blog della FILCEM e non della UGL chimici, per cui riteniamo di non dovere fungere da megafono di organizzazioni sindacali diverse dalla nostra.
Allo stato dell'arte siamo soddisfatti delle proposte aziendali? No. Ed allora? Non abbiamo ricevuto chiusure per cui riteniamo perseguibile la strada della trattativa. E se non ci sarà nessun punto di incontro? Allora si andrà allo sciopero. E' responsabile bloccare prima ancora che nasca una contrattazione sul premio di partecipazione? Chi ne farebbe le spese? Ribadisco che se poi si giungerà ad un nulla di fatto, allora lo sciopero avrà una valenza più forte perchè saremo inattaccabili nelle nostre posizioni.
Per concludere, ritengo che bisogna avere sempre in mente la differenza tra fine e mezzo. Lo sciopero è un'arma potente in mano ai lavoratori ed un diritto costituzionale inalienabile. Ma è un mezzo, non il fine. IL FINE ULTIMO DI UN SINDACALISTA DEVE ESSERE SEMPRE L'OTTENIMENTO DI RISULTATI A VANTAGGIO DEI LAVORATORI. Secondo noi su questo non si transige.

Libertà di pesiero


L'articolo 21 della costituzione italiana recita:


Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.


Non credo sia necessario aggiungere altro

domenica 22 febbraio 2009

La politica dei Kamikaze può portarci verso la distruzione

Come è ovvio, in seguito all’acquisizione, tutti quanti viviamo un senso di incertezza e di instabilità. L’acquisizione è avvenuta in modo improvviso e le informazioni sull’evoluzione della situazione, sono ancora carenti ed a mio avviso, lo saranno ancora per lungo tempo. Questo blog sta cercando di essere uno strumento di informazione in cui vengono pubblicate le notizie che seppure contrastanti, incomplete ecc., possano avere una valenza che non sia quella del puro gossip mediatico o da corridoio. Rispetto a quanto detto e pubblicato in precedenza, c’è da fare un discorso riguardante la divisione FDAH la quale è in diretta competizione con la linea Pfizer Animal Health, in quanto i due marchi, hanno farmaci che, in molti settori, sono in concorrenza diretta: antielmintici ed antiparassitari in generale, vaccini, antinfiammatori ecc… Ciò crea una situazione di monopolio su cui si pronuncerà l’anti trust americano e che può avere diverse soluzioni/implicazioni.
E’ un momento di incertezza, dettata in primo luogo dall’assenza di informazioni (l’acquisizione con tutta probabilità diventerà esecutiva non prima dell’ultimo trimestre dell’anno) e dal ricordo di quanto già vissuto da tanti colleghi quando la Cyanamid venne acquistata dalla Wyeth.
In questa fase più che mai, dobbiamo mostrare tutti quanti maturità e responsabilità cercando di evidenziare al massimo le nostre potenzialità e capacità che tutti quanti vogliamo e speriamo che si convertano in strategicità del sito. Sicuramente le valutazioni che Pfizer farà sulla base di criteri economico-commerciali, non dipendono da noi. Ma da noi (dal managment di sito a tutti coloro che a vario titolo contribuiamo quotidianamente, con il nostro lavoro, all’esistenza del nostro stabilimento) dipende l’immagine che daremo del sito. Abbiamo le professionalità e le competenze per sopperire alle richieste produttive di qualunque compagnia: lo abbiamo fatto per Cyanamid e Wyeth e potremo farlo per Pfizer.
Ed allora dobbiamo mantenere sangue freddo, lucidità e determinazione. In tutti i campi. Incluso quello delle relazioni sindacali. Chi scrive è una persona che nel suo vissuto sindacale non è mai stato tenero verso l’Azienda e in più occasioni, nel corso degli anni, quando lo ha ritenuto opportuno non ha temuto le forti contrapposizioni, avendo sempre in mente, l’interesse dei lavoratori. Nel nome di questo interesse, che è l’interesse di tutti quanti noi, ritengo che oggi, la priorità di tutti debba essere una ed una soltanto: la difesa dell’esistenza dello stabilimento e quindi del mantenimento del posto di lavoro di noi tutti. E nel nome di questo interesse collettivo, ritengo che è giunto il momento in cui certe prese di posizioni e certe azioni intraprese da alcune sigle sindacali siano del tutto irresponsabili, autolesioniste e perdenti. Irresponsabile è, a mio avviso, per esempio, rilasciare dichiarazioni di allarmismo sconsiderato e basato sul nulla, così come hanno fatto alcuni dirigenti sindacali a mezzo di comunicati stampa. Irresponsabili sono, in questo momento, azioni quali denuncie fatte all’azienda che possono mettere in luce negativamente il nostro sito agli occhi di coloro che stanno decidendo o decideranno del nostro futuro. E sia chiaro che non sto facendo una valutazione nel merito della questione ma solo sull’opportunità della cosa ai fini dell’interesse collettivo.
In base a questa logica, le sigle aderenti alla FULC, hanno mostrato responsabilità e serietà, non intervenendo in tutti i momenti di attacco pubblico ad opera di certi dirigenti UGL, in assemblee da loro indette e gestite in proprio. E ciò porta direttamente alla questione dei precari e del relativo accordo. La stessa responsabilità, a mio avviso, non l’abbiamo avuta tutti. Pensavo che tutte le polemiche su quell’accordo fossero messe da parte nel bene dell’interesse di tutti quanti. Ma cosi non è stato. Anche in questo caso, pur essendo stato, nel mio ruolo di RSU fermamente convinto e determinato nell’apporre la mia firma (perché credevo e credo che nello specifico contesto economico-lavorativo del nostro territorio esso sia la migliore soluzione ottenibile), non voglio entrare nel merito. Si può essere favorevoli o contrari ma non si può prima urlare in assemblea dicendo l’indicibile su tale accordo e poi, dopo che esso è stato regolarmente ratificato dalle parti (RSU e Azienda, Segreterie Provinciali e Confindustria catanese), chiedere di rimettere tutto quanto in discussione. Pensavo che le polemiche fatte da chi è contro questo accordo si placassero, anche perché gli eventi sono andati più velocemente del previsto (a causa dell’acquisizione) e dal 25 gennaio è stata bloccata qualunque stabilizzazione, ma invece si è giocato al rialzo. Infine c’è la questione dello sciopero indetto dalla RSU nei confronti di due problematiche importanti: il parcheggio ed il premio di partecipazione. A distanza di un giorno, la piattaforma è stata infarcita di una miriade di rivendicazioni spicciole (per carità, molte se non tutte condivisibili) che nulla avevano a che vedere con i problemi iniziali. Personalmente, non ho condiviso né il merito né il metodo della seconda proclamazione di sciopero che sostituiva la prima. Giorno 20, l’Azienda ha convocato la RSU. Come da normale prassi sindacale, la RSU, per discutere con l’Azienda ha ritirato lo stato di agitazione e la proclamazione di sciopero. Nel corso della discussione l’azienda ha proposto delle soluzioni a breve termine per il problema del parcheggio e si è impegnata a convocare RSU e Segreterie Provinciali per contrattare un accordo ponte di un anno per il premio di partecipazione 2009. Su questa base, i componenti della RSU facenti parte della FULC, presenti alla riunione, hanno deciso di continuare le trattative con la Direzione, mentre i membri della UGL hanno ritirato la loro firma dalla revoca di stato di agitazione e sciopero. Come dire: muoia Sansone con tutti i filistei.
Su questo ci confronteremo lunedì prossimo (23/02) all’interno dei Direttivi di FULC e UGL indetti unitariamente. In quella sede spero che la logica kamikaze di qualcuno venga meno e che ragionevolezza prevalga su tutti. Ma consentitemi di dubitarne.

E' LEGITTIMO L'USO DELLA E-MAIL NEI LUOGHI DI LAVORO PER COMUNICAZIONI DI CARATTERE SINDACALE - 19 febbraio 2009

Pubblichiamo una sentenza importate del tribunale di Catania, sull'utilizzo della mail a scopo sindacale sul posto di lavoro, con l'opportuna precisazione, a tutti quanti noi nota, che all'interno del nostro stabilimento è già consentito tale utilizzo.

Leggi la sentenza

PROSEGUE A LATINA IL CONFRONTO CON "PFIZER" SULLE PROCEDURE DI MOBILITA' DEGLI INFORMATORI SCIENTIFICI DEL FARMACO

In data odierna si è svolto, presso l’Hotel Hilton di Fiumicino, un incontro tra la Direzione Aziendale Pfizer, rappresentata oltre che dalla direzione delle risorse umane, dal “Country Manager” per l’Italia dr. Cees Heiman, e le Segreterie provinciali Filcem-Cgil, Femca-Cisl e Uilcem-Uil, di Latina coadiuvate dalla RSU degli Informatori Scientifici del Farmaco.

giovedì 5 febbraio 2009

Io sto con la CGIL

Ancora una volta c’è bisogno di fare chiarezza di fronte alla forsennata campagna di denigrazione e di attacco alla CGIL da parte del Governo e della Confindustria. Siamo in presenza di un accordo separato sulle nuove regole della contrattazione che ha escluso la CGIL, il più grande sindacato del Paese. Non convince la tesi, amplificata dai media, che quanto è avvenuto sia responsabilità di un sindacato conservatore, ideologico. Questa è propaganda. A noi risulta che fin dal suo insediamento il governo, sostenuto da Confindustria, abbia deciso con lucidità di indebolire le condizioni di lavoro e di reddito dei lavoratori pubblici e privati e il sindacato più rappresentativo, la CGIL. L’accordo separato sulle regole contrattuali, conclude una lunga serie di accordi separati nel pubblico impiego, nella scuola, nell’università, nel commercio e segna una precisa volontà di rottura con la CGIL. Dispiace constatare che CISL e UIL abbiano abbandonato lè piattaforme unitarie su fisco, redditi, modello contrattuale, democrazia sindacale, accettando uno scambio per un sindacato che contratti meno, ma che abbia qualche ente bilaterale di più. E dispiace constatare che non ci sia la volontà comune di consultare i lavoratori, scelta determinante, democratica e indispensabile di fronte ad un accordo che riguarda le regole della dialettica sindacale. A nostro avviso si poteva e si doveva lavorare per una mediazione unitaria, come ci ha ricordato Carlo Azeglio Ciampi. La gravità della situazione economica e sociale che pesa soprattutto sui lavoratori, pensionati e precari non aveva bisogno di un accordo separato!!. A questo punto noi esprimiamo la nostra solidarietà alla CGIL e auspichiamo che la ricomposizione unitaria avvenga sulla base di una verifica democratica con i lavoratori e i pensionati. Un sindacato unitario, legittimato democraticamente dai lavoratori è nell’interesse di tutti i democratici del nostro Paese.

martedì 3 febbraio 2009

Wyeth-Pfizer: cronaca di un mese convulso

Come i lettori di questo blog e come tutti coloro che come il sottoscritto lavorano in Wyeth, cerchiamo di leggere gli avvenimenti e le informazioni relative all’acquisizione di Wyeth. La linea “editoriale” di questo blog, vuole essere quella di fornire un servizio informativo a tutti i lavoratori dello stabilimento. Contemporaneamente, come organizzazione sindacale, saremo attenti e vigili a qualsiasi campanello di allarme suonerà e vigileremo affinché nulla passi sulla testa dei lavoratori. In questa logica, quindi, non verrà fatto (così come non è stato fatto sinora), nessun inutile allarmismo, consapevoli del fatto che la massima attenzione a quanto accade è di fondamentale importanza, che l’informazione ai lavoratori è una mission che ci guida nella gestione di queste pagine ed altrettanto consapevoli che allarmismi propagandistici, possono fare solo male ai lavoratori. Ed in momenti come questi, è necessaria assoluta lucidità.
Quindi, in modo assolutamente lucido ed asettico vorrei fare con modestia un puzzle dei fatti, assemblando le innumerevoli e disordinate tessere che si ritrovano sparse qua e la.
Come tutti noi sappiamo e come è stato ampliamente documentato in questo blog, giorno 26 gennaio 2009 è stata ufficializzata l’acquisizione di Wyeth da parte del colosso Pfizer (primo gruppo industriale mondiale del settore farmaceutico), con un’operazione costata 68 miliardi di dollari.
Così come riportato nell’articolo di Affari e Finanza pubblicato su questo blog e come riferito dalla Direzione HR della Wyeth di Catania alla RSU, l’operazione è stata effettuata da Pfizer in quanto la Wyeth potrà consentire alla Pfizer il superamento dei suoi limiti commerciali acquisendo nuove molecole e relative tecnologie. Poco prima di questo acquisto colossale, la Pfizer in Italia aveva ceduto il suo stabilimento storico di Borgo San Michele (LT) alla Haupt Pharma (società con sede a Berlino) ed aveva messo in mobilità 554 ISF.
Lo stabilimento di Borgo San Michele è accreditato FDA e presenta, tra l’altro, un importante settore “sterile” e produce farmaci ad interesse umano e veterinario ed in particolare farmaci da banco.
La Haupt è una società contoterzista (che produce specialità farmaceutiche per conto terzi) leader in Europa e quarta nel mondo. La Haupt produrrà per quattro anni farmaci generici con marchio Pfizer ed ha garantito un patto di stabilità di 2 anni (che prevede il mantenimento degli organici). Le OOSS chiedono un estensione sia del periodo di produzione di farmaci Pfizer che di quello di stabilizzazione dei 473 dipendenti che, grazie alla legislazione sulla cessione di ramo di azienda sono stati “ceduti” dalla Pfizer alla Haupt.
Le trattative per la vendita dello stabilimento Pfizer di Latina sono iniziate da circa un anno per cui potrebbero non essere correlate all’acquisizione di Wyeth. Resta il fatto che con il sito di Aprilia della Wyeth alla Pfizer rimarrebbe un sito attrezzato per la produzione di farmaci da banco, anche se questo business sembra non essere strategico per le attuali strategie del colosso di New York.
Uu altro elemento che, in un modo o nell’altro avrà o potrà avere un ruolo nelle evoluzioni future dell’organizzazione Pfizer in Italia è costituita dal sito di Pisticci (MT). Alla fine di dicembre in questo sito (in cui sono presenti impianti industriali per la produzione di API) sono state sospese le produzioni. I lavoratori sono stati occupati in attività alternative e saranno pagati regolarmente sino alla fine del 2009. Attualmente non è stato previsto il ricorso agli ammortizzatori sociali. La crisi di questo stabilimento è in relazione al blocco della produzione della dalbavancina, imposto dagli organi regolatori del farmaco, per effettuare ulteriori analisi sulla molecola, cosa che dovrebbe durare circa due anni (rif. Confindustria Basilicata). Quindi, dal 2010 l’esistenza del sito è molto in forse (come informa una nota della FILCEM CGIL, la Pfizer ha già annunciato la dismissione del sito).
Il 19 gennaio di quest’anno, la Wyeth chiude un accordo con le OOSS per la messa in mobilità di 100 dipendenti della sede di Aprilia (con incentivazioni e prepensionamenti) e la cessione di 60 ISF (http://filcem-cgil-wyeth.blogspot.com/search/label/Aprilia). A Catania, a gennaio, FILCEM, UILCEM e FEMCA, Wyeth, Confindustria e la maggioranza della RSU FULC, firmano un accordo di deroga dei termini di legge sul lavoro a tempo determinato (così come previsto dalla L. 247/2007) estendendolo ad ulteriori 36 mesi, sulla base della volontarietà del singolo lavoratore.
Questi descritti sono i fatti accaduti in casa Pfizer-Wyeth nel mese di gennaio. Ci limitiamo a ordinarli perché essi avranno sicuramente un ruolo sui risvolti futuri. Ci asteniamo dal fare congetture ed interpretazioni che verrebbero puntualmente smentite in quanto basate sul nulla (nessuno, a parte il top management internazionale della Pfizer, oggi può dire cosa accadrà).
Riteniamo doveroso sottolineare che sino ad oggi, non è stata fatta alcuna comunicazione né ufficiale né ufficiosa da parte dell’Azienda alle OOSS ed alla RSU su eventuali riduzioni dell’organico a Catania, così come qualcuno invece ha affermato (con scarso senso di responsabilità), sostenendo che tale esubero del personale fosse determinato dall’acquisizione della Wyeth da parte di Pfizer. Per dovere di cronaca ci sembra doveroso concludere facendo riferimento al comunicato Pfizer rilasciato in data odierna in cui si specifica che nessuna iniziativa riguardante il sito catanese della Wyeth “è riferibile all’acquisizione annunciata nei giorni scorsi che non sarà, comunque, effettiva prima della fine dell’anno” (AGI – 02/02).

Farmaceutici: Credit Suisse promuove Pfizer

Credit Suisse ha alzato oggi il suo rating su Pfizer (US7170811035) da "Neutral" ad "Outperform". La banca d'affari giudica positvamente l'acquisizione di Wyeth (US9830241009). Secondo Credit Suisse l'operazione rappresenterebbe un'opportunità per Pfizer per creare valore e per sviluppare della crescita ad un prezzo "ragionevole". Credit Suisse indica in una nota che il business del nuovo gruppo sarà ampiamente diversificato. Credit Suisse si attende inoltre un miglioramento del cash-flow di Pfizer. Credit Suisse crede che la fusione con Wyeth possa far aumentare l'utile per azione di Pfizer del 30%-45% negli anni 2012-2015. Pfizer sale al momento del 3,3% a $15,06.
Redazione Borsainside

Pfizer Wyeth pillole & brevetti

Si consiglia la lettura dell'articolo in quanto da una spiegazione lucida e lineare dei fatti riguardanti il merger.
GR
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Chi è più forte fra un gruppo da 71 miliardi di fatturato e uno che ne fattura poco più di 20? Fra un colosso da 82mila dipendenti e uno da 30mila? La risposta non scontata ma sicura è che fra questi Golia e Davide, è ancora una volta il secondo il protagonista. La Pfizer, numero uno al mondo per giro d’affari, compra la Wyeth, n.12 nel ranking globale, perché ne riconosce di fatto la superiorità e l’adeguatezza tecnologica. E perciò non esita a mettere sul tappeto 68 miliardi di dollari, che oggi in tempi di credit crunch è una cifra iperbolica, ma anche in termini assoluti è il più grande merger da quello At&tComcast del 2005 che di miliardi ne valeva 70. La Pfizer non esita neanche a pagare il 17% in più della quotazione in Borsa della Wyeth, né tantomeno ad aprire una linea di credito da 22,5 miliardi con un pool di cinque banche (Barclays, Bank of America, Citigroup, Goldman Sachs e JP Morgan) che non credono ai loro occhi nell’intraprendere un affare così succoso in questi giorni di sofferenza. L’operazione era nell’aria da tempo, ma è stata rinviata proprio per riorganizzare il consorzio di banche finanziatrici che doveva essere guidato dalla Lehman Brothers, passata a miglior vita in settembre. Oltre a questo maxiprestito, per altri 20 miliardi l’operazione è finanziata con cash proprio, e infine per un’altra "fetta" di un terzo pressoché analoga con azioni da dare in concambio: la Wyeth avrà due consiglieri d’amministrazione mentre l’attuale Ceo Bernard Poussot, francese, 57 anni, ha accettato di farsi da parte. Tutto questo ha un nome e un motivo: brevetti. O meglio, scadenze degli stessi. Dopodiché, com’è noto, i farmaci diventano clonabili come generici, e per le compagnie originarie vanno in fumo profitti da favola spesso senza che ci siano in pipeline prodotti nuovi. Solo qualcuna, un po’ per lungimiranza un po’ per fortuna, si trova in posizione avvantaggiata: ha intrapreso linee di ricerca innovative, ha investito pesantemente nelle biotecnologie più avanzate, più costose e più rischiose, ha avuto il tocco magico di intuire combinazioni e formule vincenti. Fra queste, la più interessante è appunto la Wyeth. L’Enbrel, ad esempio, è un farmaco biotecnologico contro l’artrite reumatoide sviluppato originariamente dalla Amgen, una startup della Silicon Valley. La Wyeth ci ha messo gli occhi dall’inizio, cinquesei anni fa, quando la sua efficacia sembrava dubbia, ha finanziato ulteriori linee di ricerca, infine ne ha imbracciato la commercializzazione e poi la produzione, in America e nello stabilimento biotech stateoftheart costruito appositamente in Irlanda nel 2005 al costo di 2 miliardi di dollari. E’ un gran successo, e per di più il brevetto per le biotecnologie dura di più che non quello dei farmaci di sintesi medica: se ne parlerà fra una quindicina d’anno, senza contare che copiare un farmaco biotech è più difficile che imitarne uno chimico (infatti in questi casi si parla di biosimilarità).Sul fronte opposto della sfida tecnologicoscientifica si trova la Pfizer. Nel 2011 scadrà il brevetto del Lipitor, il farmaco anticolesterolo a cui la casa deve più di un quarto del suo fatturato, per la precisione 17,4 miliardi di dollari nel 2008. Una somma che l’azienda rischia di perdere visto che gli agguerriti produttori di generici sono pronti ad invadere il mercato con decine di farmaci analoghi altrettanto efficaci. Non manca neanche tanto alla scadenza del brevetto del sidenalfil, il principio attivo del Viagra: nel 2016 si può immaginare quanti prodotti basati sullo stesso principio si affacceranno su tutti i mercati. Ma prima ancora scade una lunga serie di altri brevetti: la società di analisi Datamonitor calcola che il 38,5% dei prodotti venduti dalla Pfizer fronteggerà la competizione dei generici. Perciò è urgente ampliare l’offerta. Anche a costo di rivedere posizioni intraprese di recente: nel 2006 la Pfizer aveva ceduto per 16,6 miliardi di dollari alla Johnson&Johnson la divisione "farmaci da banco" (la punta di diamante era l’antifumo Nicorette) per concentrarsi su quelli "da prescrizione". Oggi invece al momento di annunciare l’acquisizione Jeffrey Kindler, amministratore delegato del colosso newyorchese, dice che «un punto di forza saranno i farmaci da banco della Wyeth, unitamente ai vaccini, alle biotecnologie, ai medicinali veterinari del gruppo che stiamo rilevando».La Pfizer non è l’unica Big Pharma ad avere una storia di acquisizioni. La numero due del mondo, la britannica Glaxo, è diventata grossa e potente quando ha acquisito l’americana SmithKline per 120 miliardi di sterline nel 2001. E l’altro gigante inglese AstraZeneca è nato da una fusione del 1999 da 52 miliardi di sterline (che allora valevano 102 miliardi di dollari). Negli anni più recenti però il gruppo di New York è stato particolarmente attivo su questo fronte. Lo stesso blockbuster Lipitor deriva dall’acquisto per 116 miliardi di dollari nel 2000 della WarnerLambert che lo produceva, e tre anni dopo a 55 miliardi di dollari è ammontato il merger con il gruppo Pharmacia in cui era confluita tanti anni prima l’italiana Farmitalia, un’operazione finalizzata soprattutto ad acquisire l’antireumatico Celebrex e l’antitumorale Sutent. Ora, come sempre in occasioni del genere, il problema è l’occupazione: il gruppo consolidato avrà 129.500 addetti, e lo stesso Kindler ha detto senza mezzi termini che di questi il 15% perderà il posto, 20mila dipendenti. Per cominciare, con effetto immediato e prima della fusione, la Pfizer taglia 8.100 posti (di cui 800 nella ricerca) sui suoi 82mila. Un report datato 23 gennaio della Goldman Sachs conferma impietosamente: «Un’operazione di tale rilevanza ha senso solo se accompagnata da una profonda razionalizzazione, dall’eliminazione delle duplicazioni, dalla riduzione dei costi generali». Quanto alla ricerca, «bisogna concentrarsi sulle linee e sui prodotti che ragionevolmente avranno le migliori chances commerciali». Non è semplice, ovviamente, identificare in partenza questi filoni di ricerca, ma è fondamentale se si vuole assicurare un futuro alla Pfizer, che festeggia quest’anno il suo 160° compleanno: è stata fondata nel 1849 nel sobborgo ebraico di Williamsburg a Brooklyn dai cugini farmacisti tedeschi Charles Pfizer e Charles Erhardt. Il suo primo prodotto fu un antiparassitario, il santonin. Un farmaco da banco, come quelli che non voleva più produrre solo due anni fa.
EUGENIO OCCORSIO
La REpubblica - Affari e Finanza
Lunedì 02 febbraio 2009