FILCTEM-CGIL

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domenica 31 luglio 2011

La crisi non va in vacanza: 225 mila posti di lavoro a rischio. La vertenza Pfizer tra le più importanti.

TERRA NEWS - Secondo uno studio del dipartimento Industria della Cgil, sono 187 i tavoli di crisi che il ministero dello Sviluppo economico dovrà affrontare dopo la pausa estiva. Coinvolti tutti i settori.

La crisi non va in vacanza. Dalla chimica alle nuove tecnologie, dai mobilifici alla farmaceutica, dalla ceramica alla navalmeccanica, sono tanti i settori a rischio tracollo in Italia e coinvolgono circa 225mila lavoratori. Tanto che tra vecchie e nuove vertenze sono ben 187 i tavoli aperti presso il ministero dello Sviluppo economico (Mise). Questi i numeri che emergono da una mappatura sulle vertenze aziendali, prodotta dal dipartimento Industria della Cgil su dati del Mise in vista della pausa estiva. Secondo quanto ha calcolato alla Cgil, alla luce dell’andamento dei tavoli ci sarebbero 54 vertenze indirizzate al momento verso una «soluzione individuata» ma ne rimarrebbero ancora 133 da dirimere urgentemente. Di conseguenza almeno 57mila dei 223.608 lavoratori interessati sono a serio rischio.
In totale, i lavoratori in casa integrazione sono circa 500mila, di questi 380mila sono in straordinaria o in deroga, mentre il numero di aziende che fanno ricorso alla cassa è in aumento. Tra i tanti casi spicca quello di due interi settori in crisi su tutto il territorio nazionale, vale a dire i call center e le installazioni telefoniche. Qui è in gioco il futuro di 24 mila lavoratori, tra i complessivi 75 mila del primo e i 14 mila del secondo settore. Non di meno preoccupa quello della ceramica che nel solo distretto di Civita Castellana nel Lazio conta oltre 3.000 operai in cassa integrazione. Di questi circa 700 sono in capo alla Ideal Standard. E colpisce la vicenda del centro di ricerca della Pfizer di Catania, attivo nel campo della farmaceutica.
È questo un settore storicamente tra i più floridi al mondo ma il sito del capoluogo etneo dell’azienda è in stato di agitazione per protestare contro l’apertura della procedura di mobilità per 151 lavoratori dello stabilimento. Tra le situazioni prese in esame Cgil ne individua 20 estremamente difficili che si trascinano da molti mesi e potrebbero deflagrare definitivamente dopo l’estate. Tra queste Agile-Eutelia (1.900 lavoratori coinvolti), Vynils (450), Fiat (con i 2.300 di Termini Imerese e i 700 dello stabilimento Irisbus di Grottaminarda venduto), a cui si sono da poco aggiunti nuovi “focolai” come Alenia (quasi 12mila lavoratori), Fincantieri (2mila in cig), Antonio Merloni (2.350), Phonemedia (5.200) e ThyssenKrupp (circa 3mila).
«Le situazioni di crisi sono ormai troppe e continuano ad aumentare senza che ci siano concrete soluzioni positive» commenta il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, nel sottolineare come i casi riguardino «l’intero Paese e tutti i settori produttivi». Secondo il sindacalista, inoltre, «per interi settori portanti della nostra economica non si intravedono soluzioni e al rientro dalla pausa estiva si corre il rischio che esplodano le tensioni sociali accumulate».
Il Belpaese delle vertenze. A rischio 225mila posti IL CASO. Secondo uno studio del dipartimento Industria della Cgil, sono 187 i tavoli di crisi che il ministero dello Sviluppo economico dovrà affrontare dopo la pausa estiva. Coinvolti tutti i settori.


Fonte:

sabato 30 luglio 2011

Ceduto laboratorio Pfizer

La Sicilia web - "Grazie all'impegno dell'assessorato alla Sanità e di quello alle Attività produttive, e grazie soprattutto alla costante attenzione posta dall'assessore Massimo Russo nel seguire l'intera vicenda, ieri è stato raggiunto un importante risultato: il laboratorio di ricerca tossicologica della Pfizer di Catania è stato ceduto avviando una soluzione ai problemi occupazionali" dice il presidente della Regione Raffaele Lombardo.

"Mi auguro, e ci impegneremo a che ciò avvenga, che questo passo contribuisca a risolvere tutte le questioni aperte dal punto di vista lavorativo e occupazionale legate al centro di ricerca catanese - aggiunge - Confermo l'impegno della Regione ad investire nella ricerca di qualità e di eccellenza, certo del fatto che in questo settore si gioca una importante partita legata al prestigio della Sicilia, al suo sviluppo economico e al possibile futuro lavorativo di tanti giovani ricercatori".

venerdì 29 luglio 2011

Pfizer AH, forse sarà Spin off

Wall Street Journal – E’ più probabile che Pfizer faccia uno spin-off della sua divisione veterinaria piuttosto che venderla. Questo è quanto afferma il il WSJ citando fonti vicine all’azienda.. E’ ancora possibile che la multinazionale intenda valutare la vendita del business, che potrebbe valere fino a $ 15 miliardi, ma considerazioni di natura fiscale e antitrust rendono improbabile che opteranno per una vendita e che invece si preparano ad operare uno spin-off. Questo è quanto sostiene il WSJ.

giovedì 28 luglio 2011

AGGIORNAMENTI SULLE TRATTATIVE TRA OO SS, RSU, AZIENDA CONFINDUSTRIA

Lo scorso lunedì 25, le scriventi OO SS ed RSU, si sono incontrate con la Direzione di Catania (presenti Fornito, Cassarà e Galizia in phone conference) ed il vertice di Pfizer Italia, nella persona dell’Amministratore Delegato Ugo Cosentino ed del Responsabile delle Risorse Umane di Pfizer Italia, Roberto Tocci. Nel corso della riunione le OO SS hanno ribadito la loro posizione unitaria di contrarietà a qualsiasi soluzione di licenziamenti coatti, sostenendo in modo chiaro e deciso la loro assoluta determinazione al raggiungimento di soluzioni che prevedano come requisito minimo di base il SALDO OCCUPAZIONALE ZERO e quindi la loro disponibilità a trovare un accordo sulla mobilità SE E SOLO SE ESSA SIA VOLONTARIA. Su questo versante, da parte di Cosentino e Tocci, c’è stata solo la disponibilità a discutere di volontarietà, in quanto una tra altre opzioni e non come la sola, posizione quindi in contrasto con quella delle OO SS.

Durante l’incontro, inoltre, Cosentino ha affermato che tra pochissimi giorni, verrà annunciata una soluzione riguardante il Centro di ricerca.

Nel corso dell’incontro in data 27 luglio, per l’esame congiunto sulla procedura di mobilità (così come previsto dalla legge 223/91), le OO SS hanno espresso ancora una volta la propria posizione contro i licenziamenti coatti ed a favore del saldo occupazionale zero. Inoltre le scriventi OO SS hanno espresso la loro contrarietà nei confronti della terziarizzazione dei servizi di security ed infermeria ed hanno ribadito che, in coerenza con la propria posizione di contrarietà ai licenziamenti, di non entrare nel merito della discussione sulla lista, chiedendo invece i criteri con i quali l’azienda ha individuato la soppressione si servizi e reparti stabilendo in questo modo gli esuberi.

Inoltre è stato ottenuto la proroga dei tempi previsti dalla L. 223/91 per le trattative – richiesto in precedenza dalle OO SS – dal 19 agosto al 19 settembre.

Infine, le OO SS hanno ribadito che la prosecuzione della trattativa debba essere subordinata alla conclusione della cessione del Centro ricerca, perché è determinante, capire se si ha a che fare con 84 o con 151 esuberi. Di conseguenza, il tavolo si è aggiornato a martedì 2 agosto, data in cui si dovrebbero avere informazioni più chiare sulla vertenza del centro ricerca. Informeremo i lavoratori in merito alla riunione a mezzo comunicato.

lunedì 25 luglio 2011

Pfizer non è intenzionata alla frammentazione dell’unità Animal Health per vendere a Lilly alcuni assett.

Pfizer, in seguito all’interesse di Eli Lilly per l’acquisto di alcuni suoi prodotti veterinari, ha dichiarato di non essere intenzionata alla suddivisone dell’Animal Health.
Lilly che lo scorso anno, nel campo veterinario ha fatturato 3.2 miliardi di dollari, sta attenzionando i piani di Pfizer per la dismissione dell’unità veterinaria anche se la portavoce di Pfizer ha sottolineato che l’azienda ha intenzione di effettuare uno spin-off o di vendere l’animal health, ma non intende frammentare il business veterinario. La società non prevede ulteriori annunci riguardo l'unità fino al 2012, ha detto la portavoce.
Lilly ha fatto sapere di non essere in grado di acquistare l’intero settore veterinario di Pfizer ma che sarebbe interessata all’acquisto di parti di business, qualora un terzo soggetto comprasse il settore AH e ne dovesse cedere alcune parti per motivi legali (antitrust o altro).

Pfizer si rafforza nella ricerca di nuovi analgesici

Pharmastar - Pfizer ha annunciato l’acquisizione di Icagen, una società biotech americana specializzata nella ricerca sul dolore. Pfizer collaborava con Icagen già dal 2007 e possedeva già l’11% della società. Per far suo il resto sborserà 50 milioni di dollari più altre somme future al raggiungimento di determinate milestones. Icagen, i cui laboratori si trovano nel parco tecnologico di Research Triangle Park, nel North Carolina, sta sviluppando farmaci con azione di modificazione dei canali ionici. Uno di questi che agisce come modulatore dei canali del potassio, ICA-105665, si trova nella fase di proof-of-concept, altri sono in preclinica e molti di più nella fase di discovery. Viene studiato in modelli di epilessia e di dolore.In questo modo Pfizer rafforza la sua presenza in questa area terapeutica per la quale ha recentemente creato un’unità di ricerca situata a Cambridge nel Regno Unito e che prende il nome di Neusentis dedicata alla ricerca sul dolore i disturbi sensoriali. Lo scorso mese di ottobre, con un esborso di 3,6 miliardi di dollari fa Pfizer ha acquisito la società farmaceutica americana Kibng Pharmaceuticals, specializzata in farmaci analgesici, soprattutto quelli che grazie a vari meccanismi cercano di impedire l’abuso di oppiacei. Nel settore dei farmaci per la cura del dolore l’azienda è già presente con Celebrex (celecoxib) e Lyrica (pregabalin).La terapia analgesica per il dolore neuropatico è problematica. Tuttavia, i canali del sodio voltaggio-dipendenti sono bersagli potenziali di anestetici locali (lidocaina), antiritmici sistemici (mexiletina), farmaci antiepilettici, come la fentoina, e di nuovi farmaci in studio come quelli di Icagen.

La Pfizer si concentra sull’oncologia

Repubblica Affari e finanza - Un investimento di 24 miliardi di dollari negli ultimi 3 anni: è l’impegno in ricerca e sviluppo di Pfizer che si sta concentrando nelle terapie personalizzate per cambiare il paradigma della cura del cancro, soprattutto quello del polmone non a piccole cellule. Per l’obiettivo è stato sviluppato il Crizotinib, un antitumorale entrato in fase III che sarà immesso sul mercato nel 2013. È un inibitore della chinasi del linfoma anaplastico (Alk): la mutazione del gene Alk dà origine a una proteina di fusione, chiamata Eml4Alk, che stimola la crescita delle cellule cancerogene. La proteina è stata identificata nel 2007 e la scoperta sta dando i suoi frutti clinici: gli studiosi sono passati dalla descrizione dell’oncogene alla terapia. Crizotinib riduce in modo significativo il volume tumorale nel 57% dei pazienti portatori della mutazione del gene Alk con una buona tollerabilità. Il New England Journal of Medicine narra di un paziente positivo al test per la chinasi del linfoma anaplastico, sottoposto a chemioterapia, che non aveva più difficoltà a deglutire e la sua energia risultava migliorata. I medici hanno osservato la riduzione del 40% del tumore.Pfizer non si concentra solo sui tumori e punta su programmi per il trattamento del dolore e delle patologie autoimmuni, sui vaccini e sulla realizzazione di device in grado di semplificare la vita dei pazienti. «Il nostro modello prevede la creazione di una sistema di ricerca basato sulla creazione di alleanze con realtà di minori dimensione ma interessanti per la pipeline in house, il più delle volte orientate alla ricerca genetica biotecnologica», spiega Ugo Cosentino, amministratore delegato di Pfizer Italia. «In alcuni casi queste alleanze vengono trasformate in acquisizioni. In linea con questa strategia, due mesi fa abbiamo acquisito la biofarmaceutica americana Icagen, forte nella target therapy e nella ricerca su farmaci per la cura del dolore neuropatico, con cui avevamo un’alleanza dal 2007». Insieme ora le due aziende potenzieranno la ricerca e lo sviluppo di un farmaco in grado di curare il dolore neuropatico, intervenendo sui canali di sodio che avviano la sensazione di dolore trasmettendole alle fibre nervose. «Il valore dell’operazione è di 56 milioni di dollari», dice Cosentino. «La nuova politica di accordi e acquisizioni ha portato a un ulteriore ampliamento della pipeline con l’acquisizione della King Pharmaceuticals nella terapia del dolore, quella di FoldRx che incrementa il portfolio delle malattie rare e orfane, l’alleanza con Biocon che produrrò progressi nella strategia dei biosimilari nel diabete. Abbiamo poi siglato un accordo con Laboratorio Teuto Brasileiro per ampliare la presenza di Pfizer nei mercati emergenti, e collaboriamo con sette università di New York nell’ambito di un programma di innovazione terapeutica».

sabato 23 luglio 2011

Incontri Pfizer/Sindacati del 21 e 22 luglio



Giovedì 21 si è tenuto un incontro in cui l’azienda ha presentato ai sindacati, quello che definisce il piano industriale dello stabilimento sino al 2013. In realtà si tratta di un documento che potrebbe essere definito una dichiarazione di intenti basato sui “se” e sui “forse”. Si parla di investimenti, di crescita dei volumi da produrre e si parla di riduzione dei costi. Nessuna informazione concreta è riportata sulle trattative per la dismissione del centro di ricerca e sulle prospettive future, a breve termine, dell’Animal Health.
Tuttavia, nell’esposizione dell’azienda, alcuni concetti chiari ci sono e del resto non sono nuovi:
1. La riduzione dei costi determinerà l’acquisizione di nuove tecnologie che prevedono l’eliminazione della liofilizzazione che determinerà un peggioramento significativo della qualità del prodotto e la riduzione di personale.
2. L’arrivo del Tygacil determinerà dopo il 2013 la necessità di nuovo personale
3. Il Tazocin ed il Moxidectin sono in forte espansione in termini dei volumi di produzione.
Il Direttore dello Stabilimento, incalzato dalle OO SS, ha espresso le seguenti aperture:
1. Non chiusura verso tutte le possibili alternative ai licenziamenti includendo la mobilità volontaria (ma senza con ciò condividere la tesi del sindacato basata sulla SOLA volontarietà come criterio indispensabile per la mobilità).
2. Disponibilità alla prescrizione dei termini di legge per la procedura di mobilità, congelando il mese di agosto.
I sindacati hanno affermato che il piano industriale presentato non è minimamente esaustivo e che le dichiarazioni aziendali rafforzano ancora di più il loro convincimento sul fatto che la mobilità non è lo strumento adeguato in quanto non si ha a che fare con esuberi strutturali reali ma con una politica di riduzione dei costi.
Nell’incontro di venerdì 22, le OO SS hanno ribadito la richiesta della prescrizione dei tempi previsti dalla 223 e si è fissato un calendario di massima per la trattativa. L’azienda non si è pronunciata in modo chiaro e trasparente sulla richiesta di congelamento del mese di agosto, malgrado l’apertura del giorno precedente.
Sul merito della questione, le OO SS, in modo unitario, tramite un portavoce unico, hanno ribadito che la volontarietà è requisito indispensabile per la mobilità. Inoltre è stato affermato che per l’avvio di serio e concreto esame congiunto della procedura, così come imposto dalla legge 223, bisogna avere certezze sul centro di ricerca per comprendere se bisogna analizzare la messa in esubero di 151 o di 84 lavoratori.
Il confronto è stato aggiornato alla prossima settimana in cui sono previsti due incontri, di cui uno alla presenza dell’AD di Pfizer Italia, Ugo Cosentino.

La truffa dei dipendenti delle case farmaceutiche comprati e venduti

Sono lavoratori, ma le multinazionali farmaceutiche li hanno trattati come rifiuti. Tecnicamente rifiuti: di quelli che, quando li conferisci a una discarica, devi pure pagare il disturbo alla discarica. Ed è quello che è successo con la Marvecspharma Service Srl, fallita il 14 gennaio 2011 sotto 160 milioni di euro di debiti benché titolare delle autorizzazioni ministeriali all’immissione in commercio di farmaci come «Folina» e «Eparina vister» . Dal 2004 aveva cominciato ad acquisire legioni di informatori scientifici ceduti a prezzi simbolici (mille eur o ) come ramo d’azienda da multinazionali che alla Marvecs pagavano pure robuste somme a titolo di avviamento negativo (badwill). Nel 2004, ad esempio, 242 dipendenti da Pharmacia Italia Spa che versa pure 30 milioni di euro di avviamento negativo; 199 dipendenti nel 2005 da Pfizer Italia che sul piatto mette anche 26 milioni; 442 dipendenti nel 2007 ancora da Pfizer Italia con in più 60 milioni; e poi 90 dipendenti da Simesa Spa e 70 da AstraZeneca Spa nel 2007. Ma perché la Marvecs si gonfiava di lavoratori (fino a 1.200) se per il gip Enrico Manzi era «senza progetti industriali» e «già con i bilanci in dissesto» ? Era «del tutto inadeguata a realizzare qualsivoglia obiettivo imprenditoriale» , ma le acquisizioni di personale «si giustificavano solo con la utilità derivante dal versamento del badwill per tamponare il crescente indebitamento» , e con «lo scopo di beneficiare, nell’immediato, delle liquidità corrisposte come anticipi sulle mensilità e sul Tfr per ogni lavoratore assunto» . Una rincorsa al debito sfociata nella bancarotta fraudolenta costata ora l’arresto degli amministratori Nicola e Francesco Danzo ad opera della GdF di Milano. «I lavoratori — riassume il gip— erano solo un costo per i venditori, importanti e note case farmaceutiche che per effetto delle cessioni a Marvecs incassavano un prezzo simbolico (mille euro) pagando alla cessionaria un contributo economico perché li acquisisse, così “liberandole”da un problema» . I pm Luigi Orsi e Gaetano Ruta aggiungono che «è ancora in fase di accertamento l’esame di profili di responsabilità delle multinazionali: è peraltro evidente come queste cessioni fossero funzionali alla dismissione di un numero consistente di lavoratori senza dovere seguire le procedure previste nella gestione degli esuberi» . Dipendenti «scaricati come pesi morti e lesi perfino nei loro basilari diritti di vedersi corrispondere i contributi previdenziali»
http://www.quotidianamente.net/

Pfizer acquisisce Icagen



Pfizer ha chiuso l’accordo per l'acquisizione Icagen. Nel 2007, Pfizer e Icagen entrato in collaborazione, a livello mondiale, per la scoperta, lo sviluppo e la commercializzazione di composti che modificano tre specifici canali ionici di sodio come nuovi potenziali trattamenti per il dolore e disturbi correlati. . Questi canali di ioni sodio sono importanti nella generazione di segnali elettrici nelle fibre nervose che mediano la trasmissione, l'inizio e la sensazione di dolore. Il valore complessivo dell'operazione, compreso il valore delle azioni attualmente possedute da Pfizer, è di circa $ 56 milioni.
"Siamo entusiasti che Icagen, leader mondiale nella ricerca sul dolore, entrerà a far parte di Pfizer, rafforzando ulteriormente il nostro nucleo innovativo", ha detto Ruth McKernan, vice presidente senior, Dolore Pfizer & Disturbi sensoriali e l'unità di Medicina Rigenerativa, noto come Neusentis. "Icagen contribuirà ad espandere ulteriormente la posizione di Pfizer nel settore delle malattie del dolore e la nostra capacità di sviluppare il potenziale di diventare la prima industria farmaceutica per il trattamento del dolore e disturbi correlati."

mercoledì 13 luglio 2011

Comunicato della CGIL ai lavoratori


In data odierna, si è riunita la segreteria della Filctem CGIL (il Segretario generale Giuseppe D’Aquila ed il Segretario del Comparto farmaceutico Giovanni Romeo) insieme alla Segretaria confederale del Comparto Industria Margherita Patti. All’incontro hanno partecipato i dirigenti provinciali Salvo Niciforo e Giovanni Cantone, nella qualità di componenti della RSU.
Nel corso dell’incontro è stata approfondita e discussa la posizione dell’organizzazione sulla vertenza Pfizer, nel suo complesso. Tutti i partecipanti all’incontro, hanno espresso unanimemente il loro assenso alla linea politica seguita dalla CGIL, in coerenza con il mandato ricevuto dall’assemblea dei lavoratori.
In particolare, è stato ribadito in modo chiaro e inequivocabile il NO a qualsiasi ipotesi di mobilità ostile, ribadendo che l’unico criterio accettabile sia quello di un esodo volontario. La CGIL non accetta alcuna ipotesi di accordo che preveda licenziamenti coatti. E’ stato anche rimarcato che senza il requisito minimo della volontarietà, la CGIL rifiuterà qualsiasi accordo di mobilità, ricordando che in caso di mancato accordo i criteri di espulsione dal mondo del lavoro sono fissati dalla legge 223/91 e che in tal caso l’azienda dovrà attenersi esclusivamente a tali requisiti. La posizione della Filctem-CGIL e della Confederazione in merito era e rimane il mantenimento del SALDO OCCUPAZIONALE ZERO! Inoltre è importante sottolineare, che stando alle dichiarazioni dell’Ingegnere Galizia, diffuse a mezzo stampa ed alle motivazioni della procedura di mobilità, l’esubero sarebbe tutt’altro che strutturale (tanto da prevedere future assunzioni e da metterne in atto già oggi) per cui il ricorso alla mobilità non è lo strumento adeguato per affrontare il problema.
La contrarietà ai licenziamenti si somma alle forti preoccupazioni nei confronti delle prospettive dello stabilimento: basti pensare alle lungaggini ed alle incertezze sulle trattative per la cessioni a terzi del centro ricerca, gli investimenti nell’aria farmaceutica che determineranno – per ammissione del Direttore di sito – ulteriori esuberi strutturali ed alla dismissione mondiale annunciata dell’Amimal Health). Per questo motivo, la CGIL sostiene che l’azienda debba presentare alle OO SS ed alla RSU il reale disegno finale e complessivo dello stabilimento: un piano industriale vero e completo che non servirà – per quanto ci riguarda – a giustificare gli esuberi ma a fare chiarezza sulle prospettive dello stabilimento di Catania.
In sede di tavolo negoziale, abbiamo registrato una chiusura da parte dell’azienda sul presupposto di volontarietà da cui la nostra posizione di volere un confronto in sede istituzionale (Ufficio del Provinciale del Lavoro), per metterci in condizione di “auto-tutela”. Avendo riscontrato successivamente una “non chiusura” da parte dell’azienda anche sul criterio di volontarietà, riteniamo che il confronto possa essere fatto in sede aziendale, fermo restando la nostra inamovibile posizione sul saldo occupazionale zero e la necessità di discutere ritornando allo scenario di sette-otto mesi fa, quando, cioè, venne siglato un accordo (disatteso dall’azienda) per una CIGS che doveva servire a superare la condizione di esubero di 80 lavoratori (cassa utilizzata in modo alquanto discutibile da parte dell’azienda e senza cogliere l’opportunità reale di eliminare gli esuberi, malgrado l’impegno dei sindacati ed il sacrificio dei lavoratori interessati).
Infine, la CGIL e la FILCTEM chiedono un impegno concreto a Confindustria affinché, in coerenza con gli accordi di cui essa stessa è firmataria, tuteli l’occupazione in un contesto di crisi drammatica qual è quello della nostra provincia.

lunedì 11 luglio 2011

Incontro OO SS, RSU, Azienda, Confindustria

In data odierna si è tenuto il primo incontro tra azienda, Confindustria, Segreterie provinciali ed RSU di stabilimento, in cui le OO SS hanno ribadito fortemente il loro no a qualsiasi ipotesi di mobilità ostile, ribadendo che l’unico criterio accettabile sia quello di un esodo volontario.
Inoltre, è stato fortemente criticato il comportamento del management che in concomitanza di un incontro ufficiale del tavolo sindacale, ha incontrato i lavoratori hanimal health e questo sia perché la valenza della dismissione dell’AH ha grande ripercussioni su tutto lo stabilimento, sia perché ciò sia avvenuto scavalcando le OO SS e la RSU.
Infine è stato posto con forza la questione della trattativa di vendita del centro ricerca che non è ancora giunta ad alcuna soluzione concreta e definita e ciò influisce sullo scenario della procedura di mobilità.
Deprecabile il comportamento di Confindustria che, sebbene sia firmataria di un importante accordo regionale a sostegno dell’occupazione in un territorio in crisi quale il nostro, ma che non ha preso alcuna posizione sulla messa in mobilità di 151 lavoratori.

Protesta delle OO SS circa l'incontro tra il Direttore dello Stabilimento ed i lavoratori dell'AH, in concomitanza con il tavolo negoziale



Oggi alle 14 inizia il confronto tra le parti



domenica 10 luglio 2011

Centro ricerca Pfizer c'è forse uno spiraglio

Si è forse aperto uno spiraglio per la questione dei lavoratori della Pfizer. Ieri mattina, a margine dell'inaugurazione del nuovo stabilimento della 3Sun, il Governatore della Sicilia Raffaele Lombardo ha riferito di aver «incontrato un imprenditore che è seriamente interessato a rilevare il centro di ricerca della Pfizer». Il sito del capoluogo etneo dell'azienda farmaceutica è in stato di agitazione, su iniziativa di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, per protestare contro l'apertura della procedura di mobilità per 151 lavoratori. L'azienda dal canto suo nel pomeriggio ha puntualizzato che «sta agendo con il massimo impegno e sforzo per trovare la migliore soluzione per quanto riguarda la cessione del Centro di tossicologia di Catania e di essersi attivata da molti mesi coinvolgendo sin dall'inizio le Istituzioni. In questa fase delicata non è opportuno fornire ulteriori informazioni».

Pfizer potrebbe vendere Animal Health e Nutrition

Il sito Pharmastar pubblica questo interessante articolo sullo spin-off o la vendita delle due divisioni


Ian Read, numero uno mondiale di Pfizer, lo scorso febbraio lo aveva annunciato nel corso di un’intervista. L’azienda così è troppo grande e complessa, dobbiamo concentrarci sui business realmente strategici, aveva detto. Adesso arriva puntuale la conferma.
Pfizer ha annunciato che sta valutando una serie di alternative strategiche per le sue divisioni Animal Health e Nutrition, tra cui una vendita oppure uno spin-off. Lo scorso mese di aprile, era stata annunciata la vendita di Capsugel, la più grande società al mondo nella produzione di capsule per uso farmaceutico, ceduta per 2,38 miliardi di dollari a un fondo di private equity (KKR & Co.).
Tramonta invece l’ipotesi di una cessione della divisione Established Products (prodotti maturi e generici) e di quella dedicata al Consumer Healthcare (prodotti da banco). Per entrambe Pfizer conferma il forte valore strategico, sia per le potenzialità dei mercati emergenti, soprattutto per i farmaci maturi, sia per le sinergie tra i prodotti da prescrizione e il mercato consumer.
Animal Health, che produce farmaci e vaccini per animali, lo scorso anno ha generato ricavi di $3,6 miliardi. La società è presente in oltre 60 paesi ed ha una forte ricerca e sviluppo e solide basi commerciali. Nutrion, specializzata negli alimenti per l'infanzia e altri prodotti pediatrici, nel 2010 ha generato ricavi di $1,9 miliardi.
Secondo l’azienda, le due divisioni sono entrambe robuste ma abbastanza distinte dal ‘core business’ da poter meglio massimizzare il loro valore una volta che si trovassero al di fuori dal gruppo Pfizer. Complessivamente, le due unità generano un fatturato annuo di 5,5 miliardi di dollari, pari all’8% del totale dei ricavi aziendali.
Le decisioni finali verranno prese però solo entro la metà del 2012, intanto l’azienda lo fa sapere al mercato finanziario.
Secondo le valutazioni di molti analisti, dalla vendita delle due divisioni Pfizer potrebbero ricavare oltre 20 miliardi di dollari. Le due unità potrebbero essere cedute ad altre aziende, oppure attraverso uno spin off diventare società indipendenti delle quali Pfizer potrebbe conservare delle quote. Quest’ultima alternativa ha dei vantaggi fiscali che la potrebbero far preferire. Secondo le previsioni Tim Anderson, esperto analista finanziario della società Sanford Bernstein, è probabile che l’azienda propenda per uno spin off dell’animal health e per una vendita della nutrizione.
Questa enorme somma verrebbe utilizzata per comprare un po’ di proprie azioni e risollevare il titolo che oggi vale meno del 50% rispetto al massimo storico toccato nel 1999. Ma soprattutto i fondi serviranno per completare lo sviluppo dei numerosi nuovi farmaci in arrivo, alcuni dei quali molto promettenti tra cui spiccano apixaban (anticoagulante), crizotinib (tumore al polmone) e tofacitinib (artrite reumatoide). Entro la fine dell’anno, i tre farmaci dovrebbero essere approvati in Usa e su di essi Pfizer ripone grandi aspettative.
I nuovi farmaci dovranno controbilanciare la scadenza del brevetto di Lipitor (atorvastatina) prevista in Usa per la fine di novembre. Il farmaco da solo genera 10,7 miliardi di ricavi e nel breve termine sarà impossibile controbilanciare le perdite di fatturato dovute alla competizione dei generici. Nei prossimi due anni, infatti, la stessa Pfizer prevede una riduzione del fatturato di circa l’8%.
Il business della nutrizione era entrato a far parte di Pfizer nel 2009, con l’acquisizione di Wyeth. Questa unità è presente in oltre 80 Paesi. La cessione di queste società potrebbe consentire una valutazione ben superiore di quella attuale di Pfizer, che sconta l’incertezza sulle possibilità di affermazione dei nuovi farmaci a fronte di tanti farmaci in futura scadenza brevettuale, problema comune a tutte le big pharma.
Tanto per fare un esempio, Mead Johnson Nutrition Co., società specializzata nella nutrizione che Bristol-Myers ha scorporato nel febbraio del 2009, ha ricavi per 3,14 miliardi di dollari e una quotazione di borsa basata su un multiplo di 25 volte i profitti, tre volte la valutazione attuale di Pfizer.
Applicando gli stessi multipli finanziari, la divisione dedicata alla nutrizione, se immessa sul mercato, secondo gli analisti di Bloomberg potrebbe valere fino a 8,4 miliardi di dollari. Altri analisti si spingono fino a 10 miliardi. Discorso analogo per la divisione dedicata all’animal health che potrebbe valere tra i 10 e i 12 miliardi di dollari.
Read sta anche rifocalizzando e rendendo meno dispendiosa la ricerca di Pfizer. Dallo scorso settembre sono stati interrotti 15 programmi di ricerca per concentrasi sui nuovi farmaci a maggiore potenziale. Complessivamente, ogni anno l’azienda intende risparmiare circa 3 miliardi di costi investiti in ricerca. Nel 2010 il budget della R&S è stato di 9,4 miliardi di dollari.
Alla notizia della possibile cessione di Animal Health e Nutrition la borsa non ha reagito bene, con un calo del 2,7%. Forse gli analisti si aspettavano delle mosse più audaci, come la vendita degli established products e del consumer care. Ma così non è stato.




Pharmastar 09 luglio 20111

giovedì 7 luglio 2011

Il CEO di Pfizer, Ian Read comunica che i settori Animal Healt e Nutrition sono in fase di dismissione su scala planetaria.

Con una mail fatta pervenire a tutti i dipendenti della compagnia sparsi per il pianeta, il Presidente di Pfizer Ian Read, ha comunicato che i settori Animal Health e Nutrition verranno dismessi, attraverso meccanismi di spin-off, vendita o altre (nonmeglio definite) transazioni. Inoltre viene precisato che a causa della diversificata natura dei vari business (con riferimento alle diverse situazioni dei mercati, dei prodotti e dei clienti), verranno attuate differenti strategie. I tempi previsti per l'operazione saranno pari a 12-24 mesi.

Invece - prosegue la nota di Reed - verranno potenziati i settori E stabilished Products (generici) e consumer healthcare (prodotti da banco).

mercoledì 6 luglio 2011

Verbale di riunione MSE

Documento: Verbale di riunione
Azienda: Pfizer Catania
Settore: Centro Ricerche
Numero dipendenti: 76
Data: 30/6/2011
In data 30 giugno 2011 si è tenuto presso il MSE un incontro riguardante la situazione dello Centro Ricerche di Catania. Alla riunione, presieduta dal Dr. Castano, hanno partecipato la Dr.ssa Gatta del MSE, il Sindaco di Catania Raffaele Stancanelli, il Dr. Salvatore Cianciolo della Regione Sicilia, il Dr. Ugo Cosentino AD di Pfizer, il Dr. Tocci Responsabile Relazioni Sindacali, la Dr.ssa Marina Panfilo, Responsabile Relazioni Istituzionali ed il Dr. Giuseppe Galizia in rappresentanza di Pfizer, le OOSS nazionali e territoriali di CGIL, CISL e UIL, e FILCTEM- CGIL, FEMCA- CISL, UILCEM – UIL, UGL Chimici e le RSU.

Il Rappresentante del MSE (DR. Castano) in apertura di riunione ha comunicato l’ordine del giorno, avente per oggetto la situazione del Centro Ricerche di tossicologia di Catania. A questo proposito nei giorni scorsi il MSE, con le Istituzioni e l’Azienda hanno verificato l’esistenza di concrete probabilità di trovare il “partner” mancante per permettere la continuità produttiva nel centro ricerche di Catania. In questo momento infatti ci sono due manifestazioni di interesse che con probabilità potranno arrivare alla conclusione positiva. Il Dr. Castano ha inoltre sottolineato che nei giorni scorsi si è affacciata una terza proposta che potrebbe essere presa in esame. La prospettiva che si intravede è quindi concreta, si è inoltre acquisita dalla Regione Sicilia la volontà di rivedere l’AdP, si stanno quindi verificando i presupposti per una conclusione positiva della vicenda, da queste premesse favorevoli dovrebbe quindi pervenire un atteggiamento positivo da tutte le parti in gioco e il MSE auspica che in questa delicata fase nessuno sollevi questioni che possano rendere difficile chiusura della vicenda.

Il Rappresentante dell’Azienda (Dr. Cosentino) ha dichiarato che grazie alle insistenze del management italiano, ad oggi, si è riusciti a mantenere aperto il presidio industriale Pfizer. In altri Paesi le attività di ricerca connesse alla tossicologia sono state già chiuse e sin dall’inizio, nell’ambito delle valutazioni strategiche della Casa Madre, è stato comunicato che questo tipo di ricerca non rientrava nelle strategie del Gruppo Pfizer. Per l’obiettivo di mantenimento occupazionale il management Pfizer ha lavorato per avviare numerosi contatti, molte delle trattative hanno coinvolto le Istituzioni a tutti i livelli, il processo di mobilità che si sta per aprire 1 luglio p.v. è stato già rimandato grazie all’intervento del Dr. Cosentino e del suo team (un primo ultimatum era di avviare la mobilità dal 1 maggio e oggi siamo al 1 luglio 2011). L’Azienda si vede perciò costretta ad aprire la mobilità ma rimane l’impegno a mandare avanti le trattative.

Il Dr. Castano, ha giudicato incongruente la decisione presa dall’azienda, in quanto, ha ribadito, vi sono delle trattative finalizzate alla prosecuzione delle attività del sito già avviate, anche attraverso l’impegno delle Istituzioni che si sono prodigate con successo, giudica quindi inutile che si creino situazioni di tensione inutili e superflue ritenendo questa decisione un’assurdità.

Il Rappresentante della Regione Sicilia (Dr. Cianciolo) ha confermato i giudizi del Dr. Castano, ha esortato l’Azienda a considerare ancora un terreno di confronto con la stessa serietà con cui la stessa Regione ha portato avanti l’azione di “scouting” per la ricerca di un nuovo soggetto industriale. Contemporaneamente ha auspicato che questo spazio, messo a disposizione al MSE, possa permanere ed in conclusione ha ribadito che anche la Regione non crede opportuna la mobilità.

Le OOSS hanno congiuntamente dimostrato apprezzamento per questo incontro e per i toni del confronto, convocato in questa Sede. Hanno ricordato che rispetto al passato l’Azienda ha finalmente accettato di sedersi al tavolo. Con riferimento al centro di tossicologia di Catania, l’obiettivo rimane il mantenimento delle attività per dare risposte al territorio ed ai lavoratori tanto più che c’è la necessità di avere tempi celeri. Le Organizzazioni sindacali hanno giudicato inopportuna la scelta della mobilità e chiedono di ascoltare le richiesta che provengono dalle Istituzioni e dalle Organizzazioni sindacali ripensando alla decisione presa, chiedono infine di aprire un tavolo al Ministero per discutere le strategie del Pfizer nel suo complesso.

Il Rappresentante di Pfizer ha escluso di ripensare alla decisione presa di far partire la mobilità dal 1 luglio p.v.. Ha comunque sottolineato che qualora, come si spera, le proposte di acquisto si dovessero concretizzare, cosa su cui stanno lavorando con forte impegno, l’Azienda è pronta a ritirare la mobilità. Ha sottolineato che il tavolo ministeriale sarebbe servito mesi fa, ed è disponibile ad attivare un tavolo generale purché se ne manifestino le condizioni.

Il Sindaco di Catania (Dr. Stancanelli) ha ricordato di attenersi all’ordine del giorno, quindi la salvaguardia del centro di tossicologia, ha esortato tutti a lavorare per la salvaguardia del sito evitando azioni da parte di tutti che possano vanificare questo obiettivo. Ha invitato l’azienda, prima di decidere sulla mobilità, ad aprire un tavolo per verificare eventuali soluzioni.
Il Dr. Castano in conclusione ha fissato un incontro prima del 25 luglio, giorno in cui l’azienda aggiornerà i presenti in merito agli sviluppi dei contatti avuti con alcuni soggetti interessati a rilevare il sito. Ha auspicato che non sia necessario ricorrere alla mobilità, inoltre, per quanto riguarda l’apertura del tavolo riguardante Pfizer nel suo complesso, il MSE è disponibile ad aprire un tavolo per discutere delle strategie industriali dell’Azienda e quindi se una o le parti lo ritenessero necessario, possono fare la loro richiesta di convocazione, il MSE è ovviamente disponibile. Il MSE ribadisce la propria posizione nei confronti dell’avvio della mobilità e se l’azienda dovesse procedere prenderà atto e trarrà le proprie conclusioni in merito.

Lavoro: pfizer; Concetta Raia (pd), intervenga il governo regionale

“Lo stabilimento Pfizer di Catania è un centro d’eccellenza industriale e scientifico che deve essere difeso: ho predisposto un Ordine del Giorno all’Ars che impegna il governo regionale a mettere in campo ogni iniziativa utile a tutelare l’attività del sito ed a garantire un adeguato futuro occupazionale ai lavoratori.”. Lo dice Concetta Raia, deputato regionale del PD: l’Odg è stato presentato nel corso della seduta di martedì 5 luglio.“Fino a poco tempo fa – aggiunge - i vertici aziendali lasciavano intravedere buone prospettive per lo stabilimento, oggi invece apprendiamo della messa in mobilità di 151 lavoratori: la Regione può avere un ruolo attivo per l’individuazione di una soluzione, ma serve un atteggiamento univoco e chiaro da parte dell’azienda. Solo così sarà possibile avviare un lavoro sinergico per predisporre, in accordo con le organizzazioni sindacali, tutte le misure necessarie a tutelare il futuro dei lavoratori e del sito catanese”.

lunedì 4 luglio 2011

Incontro Segreterie provinciali RSU tenutosi in data odierna

In data odierna si è tenuto un incontro tra le segreterie provinciali di Filctem CGIL, Femca CISL Uilcem UIL e UGL chimici, in cui sono state pianificate le iniziative da mettere in atto per contrastare il licenziamento dei 150 dipendenti, così come previsto dalla mobilità presentata dall'azienda. In particolare, è stato redatto il comunicato stampa pubblicato su questo blog, è stata chiesta una convocazione urgente all'Ufficio provinciale del lavoro ed è stato proclamato uno stato di agitazione riguardante tutto lo stabilimento. Inolttre, è stata proclamata l'assemblea di tutto il personale per mercoledì o6 luglio dalle 15.10 alle 16.10.

Comunicato stampa unitario

Le Segreterie Provinciali di Filctem CGIL (Giuseppe D'Aquila, Giovanni Romeo, Margherita Patti), Femca CISL (Rosi Campione), Uilcem UIL (Alfio Avellino) e UGL Chimici (Giuseppe La Mendola, Salvo Lo Bianco), apprendono con indignazione, ma senza sorpresa, quanto comunicato dall'Azienda in sede ufficiale e tramite mezzo stampa, circa l'apertura della procedura di mobilità per 151 lavoratori. La posizione dei sindacati sulla procedura di mobilità è quella di unll rigetto immediato. Ciò viene motivato da diversi fattori:1. l'azienda non ha presentato ad oggi nessun piano industriale che possa giustificare tale dichiarazione di esuberi ed anzi i proclami aziendali a mezzo stampa o nelle sedi ufficiali hanno sempre enfatizzato (e continuano a farla anche in questo momento) cifre astronomiche di investimenti. Tuttavia l'azienda omette di sottolineare che una parte significativa di questi investimenti determiranno ulteriori esuberi strutturali.Le perplessità delle OO SS sulla strategicità del sito ne escono ancora più rafforzate del solito.2. Pochi giorni fa l'Azienda ha chiuso in anticipo una CIGS per 80 lavoratori che aveva lo scopo di riqualificare il personale per evitare la presenza di esuberi strutturali. L' Azienda ha utilizzato in modo discutibile tale strumento e non ha avuto la volontà di eliminare così gli esuberi.3. È assolutamente privo di etica ed amorale stabilizzare una decina di TD il giorno prima della dichiarazione di un esubero del personale pari al 20% del totale non avendolo fatto in precedenza e quando ne sussistevano le condizioni. Ovviamente le OO SS sono sempre favorevoli alle stabilizzazioni. Tuttavia, fatta in questi termini ed in questo momento, la stabilizzazione è un offesa verso i lavoratori messi in esubero.4. Non è ancora definita la soluzione di cessione del Centro di Ricerca.L'azienda sostiene che bisogna necessariamente fare i conti con una riduzione dell'organico. Su questo la posizione delle OO SS è che il saldo occupazionale debba essere zero così come da impegno sottoscritto dall'azienda nell'accordo della CIGS appena chiusa anticipatamente. Se l'obiettivo dell'azienda vuole essere quello di fare macelleria sociale, le OO SS non saranno mai complici e contrasteranno con tutti gli strumenti a loro disposizione tali disegni. Le scriventi OO SS inoltre sostengono che i proclami fattidall'Azienda ai lavoratori ed a mezzo stampa, sono inacettabili e mortificanti per tutti i lavoratori.Infine, Filctem CGIL, Femca CISL, Uilcem UIL ed UGL Chimici, alle dichiarazioni di Confindustria apparse sabato sulla stampa locale, ("Confindustria Catania confida nello sperimentato senso di responsabilità delle organizzazioni sindacali") ritengono che bisogna ribaltare il ragionamento e ricordano a Confindustria Catania che l'Associazione imprenditoriale siciliana è firmataria di un accordo quadro (stilato con Sindacati e Regione Sicilia), in cui le parti si impegnano, vista la peculiarità del nostro territorio e la crisi produttiva drammaticamente presente in esso, di fare ricorso a tutte le soluzioni che possano essere alternative ad i licenziamenti. Quindi siamo noi, che nello spirito dell'accordo del 30 luglio 2009, confidiamo nel senso di responsabilità di Confindustria, affinché contribuisca alla difesa dell'occupazione.Intanto da oggi - dichiarano le OO SS - saranno messe in atto partiranno tutte le azioni del caso: da una richiesta di incontro urgente con la Direzione, così come previsto dalle norme di legge e contrattuali, all' assemblea di tutti i lavoratori, alla proclamazione dello stato di agitazione di tutto lo stabilimento, a sostegno dei lavoratori e dell'occupazione.

domenica 3 luglio 2011

MOBILITA': IL NOSTRO NO AI LICENZIAMENTI

FILCTEM CGIL Catania (http://www.filctemcgilct.com/) - Purtroppo, quanto dicevamo da 2 anni, si è dimostrato drammaticamente vero. Eppure, quando insistevamo sul fatto che i proclami fatti dall’azienda a mezzo stampa, o nelle sedi ufficiali, che strombazzavano cifre astronomiche di investimenti erano quanto meno parziali e che nascondevano volutamente la verità, venivamo tacciati di terrorismo e disfattismo.
Quello che pensavamo e che avremmo preferito non sentire mai, si è concretizzato drammaticamente ieri nel corso di una town hall tenuta dall’ingegnere Galizia a tutto il personale. In quella sede, da un lato si sono continuani a sbandierare investimenti per addurre l’estrema salute dello stabilimento di Catania e dall’altro si è annunciato l’esubero di 152 dipendenti, che non è il 10% del totale dei dipendenti (cifra già drammaticamente elevata) bensì il 20%.
Prima di entrare nel merito, riteniamo utile, fare un breve resoconto della situazione, in quanto, sebbene siano note a tutti quanti, sono necessarie ad inquadrare bene la situazione:
1. In data 22/06/2011, l’azienda decide di chiudere anticipatamente la CIGS aperta il primo di dicembre dello scorso anno.
2. Qualche giorno dopo, procede alla stabilizzazione di una decina di TD.
3. Dopo le pressanti insistenze delle OO SS, sia a livello di categoria che a livello confederale, nei confronti delle istituzioni (ricordiamo l’assemblea all’interno dell’azienda con l’intera deputazione catanese e con le istituzioni, i sit in tenuti sotto i palazzi istituzionali ed il pressing fatto presso i più autorevoli rappresentanti delle Istituzioni locali e nazionali) si è riusciti ad ottenere un tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico (MSE) con l’obiettivo di affrontare la vertenza Pfizer.
4. In tale sede istituzionale, sono stati ufficializzati due eventi: la prosecuzione delle trattative per la cessione del Centro di Ricerca (in fase avanzate ma non ancora finalizzate) e l’apertura della procedura di mobilità.
A questo punto è doveroso fare alcune considerazioni.
CIGS: la cassa integrazione straordinaria, doveva servire a ridurre i costi di produzione (consentendo una riqualificazione del personale finalizzata al miglioramento della produttività) ma in realtà l’azienda ha utilizzato in modo parziale, poco trasparente e sicuramente alquanto discutibile. In altri termini, l’Azienda ha perso l’occasione di riqualificare 80 lavoratori evitando che diventassero degli esuberi strutturali. In realtà piuttosto che un’occasione perduta si tratta dell’assenza di volontà di raggiungere questo risultato. Purtroppo però la CIGS è stata utilizzata come tutti sappiamo, in modo poco opportuno e per di più scorretto. Ci si può obiettare che l’esubero è strutturale e che quindi la CIGS non avrebbe potuto risolvere il problema della riduzione dei costi per incrementare la produttività del sito. Ma il reale disegno dell’azienda lo si ritrova sulle dichiarazioni rilasciate dal Direttore dello Stabilimento di Catania, alla Sicilia (vedi articolo di ieri pubblicato anche su questo sito). Citiamo testualmente: “Lo stabilimento catanese gode di ottima salute. Nel 2013 i volumi di produzione saranno raddoppiati. Tanto da far prevedere la tenuta dei livelli occupazionali e non solo”. La chiave sta nelle ultime due parole: non solo. Ergo: dal 2013 si potrà tornare ad assumere. Su questo punto torneremo in seguito.
Stabilizzazioni: continuiamo ad essere coerenti con lo spirito che portò alla ratifica dell’accordo che consentiva ai lavoratori precari di potere rimaner all’interno dello stabilimento oltre i 36 mesi previsti dalla legge in una prospettiva concreta di stabilizzazione. Da questo punto di vista, i riteniamo che le stabilizzazioni siano comunque un successo dell’accordo dei “72 mesi” e ribadiamo la nostra contrarietà di principio al lavoro precario. Tuttavia, le stabilizzazioni in questione, arrivano in una fase molto delicata, in cui, da un lato si stabilizza un gruppo di precari e dall’altro si apre una procedura di mobilità per 150 dipendenti. Il comportamento avuto dall’azienda in questa vicenda noi lo riteniamo assolutamente amorale e spregiudicato.
Mobilità: entrando nel merito della procedura, c’è poco da dire: è una tragedia inaudita e non si può pensare che 152 lavoratori ed altrettante famiglie, possano essere abbandonate al proprio destino, “per il bene del sito” (così come solennemente dichiarano tanti esponenti aziendali per giustificare ciò che è stato messo in atto). “Nel contesto di una crisi generale che investe il sistema chimico-farmaceutico mondiale - il territorio etneo si trova oggi a dover prendere atto che realtà aziendali come Pfizer, fiore all’occhiello della nostra economia, devono fare i conti con una riduzione dell’organico in forza”, dichiara così l’azienda nel già citato articolo apparso ieri sulla Sicilia. Noi riteniamo (così come ha puntualizzato Giovanni Romeo intervenendo all’incontro di Galizia con tutto il personale PGS) che bisogna mantenere il saldo occupazionale zero così come era previsto dalla CIGS. Se l’obiettivo dell’azienda vuole essere quello di fare macelleria sociale, noi non saremo mai complici e contrasteremo con tutti gli strumenti a nostra disposizione tali disegni. Che questo sia chiaro una volta e per tutte.
L’ingegnere Galizia venerdì ha tenuto a sottolineare che la mobilità fatta per il Centro ricerca e quella fatta per lo stabilimento produttivo, sono due cose diverse. Ma in realtà lo saranno solo se, come tutti ci auguriamo, la trattativa di trasferimento ad una terza parte della ricerca, andrà a buon fine: 84 licenziamenti sono un dramma, 152 sono una tragedia.
Inoltre, ancora una volta ed ancora più di prima, ci poniamo interrogativi sulla strategicità del sito di Catania. La così detta politica del carciofo, ossia lo smantellamento graduale del sito, è una paturnia dei sindacati oppure ha consistenza reale? Quali sono le prospettive a medio termine per lo stabilimento? Giuseppe D’Aquila, nel corso di un’intervista al TG3 Sicilia di ieri, ha espresso fortemente la preoccupazione che la strategicità del sito sia stata abbondantemente messa in discussione e che la procedura di mobilità messa in atto dall’azienda sia espressione di tale strategia.
Consentiteci anche di affermare che i proclami fatti ai lavoratori ed a mezzo stampa, dall’azienda, sono inacettabili e mortificanti per tutti i lavoratori: “sono stati destinati al sito catanese importanti investimenti di 40 mln di euro e ulteriori 27 mln sono previsti nei prossimi due anni per rendere lo stabilimento di produzione sempre più competitivo nello scenario internazionale. Grandi numeri che - precisa l’ing. Galizia - sottolineano come lo stabilimento catanese goda di ottima salute.”. A noi non interessa che il sito sia competitivo sulla pelle dei lavoratori; non ci interessa che il sito possa aumentare i profitti degli imprenditori se questo porta alla perdita di posti di lavoro, alla messa su strada di 150 famiglie. Saremo pure antiquati ma la pensiamo in questo modo. Inoltre è doveroso ricordare che – così come espresso pochi mesi fa dallo stesso Galizia – che una parte consistente di tali investimenti avranno un’ulteriore impatto occupazionale: serviranno ad eliminare l’intero processo di liofilizzazione cosa che genererà ulteriori consistenti esuberi.
Infine, consentiteci un’ultima considerazione sulle dichiarazioni apparse sull’articolo di ieri sulla Sicilia (che anche in questo caso citiamo testualmente): “Confindustria Catania – conclude la nota – confida nello sperimentato senso di responsabilità delle organizzazioni sindacali”. Noi riteniamo che bisogna ribaltare il ragionamento e ricordare a Confindustria Catania che l’Associazione imprenditoriale siciliana è firmataria di un accordo quadro(stilato con sindacati e Regione Sicilia), in cui le parti si impegnano, vista la peculiarità del nostro territorio e la crisi produttiva drammaticamente presente in essa, di fare ricorso a tutte le soluzioni che possano essere alternative ad i licenziamenti. Quindi siamo noi, che nello spirito dell’accordo del 30 luglio 2009, confidiamo nel senso di responsabilità di Confindustria, affinché contribuisca alla difesa dell’occupazione.
Intanto da domani partiranno tutte le azioni del caso: da una richiesta di incontro urgente con la Direzione, così come previsto dalle norme di legge e contrattuali, alla doverosa proclamazione dello stato di agitazione di tutto lo stabilimento, a sostegno dei lavoratori e dell’occupazione.

Avviata procedura di mobilità per 150 dipendenti dello stabilimento