FILCTEM-CGIL

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venerdì 4 settembre 2009

Tavolo separato: una decisione convinta e ragionata

Abbiamo già motivato il perché della decisione della Filcem-Cgil di sedere a un tavolo separato nelle trattative con Wyeth. E sostanzialmente i motivi sono due. Innanzitutto non è possibile continuare a legittimare, con la nostra presenza l’azione di alcuni sindacalisti che tutto fanno e vogliono fare tranne che difendere i lavoratori. Non si può giocare con la pelle dei lavoratori, non si può mandare la gente al massacro. Secondo, è inammissibile stare al tavolo insieme a chi in modo becero e volgare, predilige l’attacco ad altri sindacalisti alla lotta per portare risultati a vantaggio dei lavoratori.
Non possiamo e non vogliamo stare con chi fa demagogia. La politica della denuncia sterile, del ricorso a mezzi che garantiscono visibilità a chi le fa, una visibilità fine a se stessa e non a supporto di una lotta a favore dei lavoratori è un modo di agire squallido. Se ci consentite, è un modo di fare “sindacalismo del piffero” . Per esempio, tanti lavoratori precari ci dicono di essere contenti che CGIL, CISL e UIL abbiano firmato un accordo che consente loro di essere ancora dipendenti della Wyeth (e vale la pena ricordare che l’accordo in questione è accettato volontariamente dai singoli lavoratori). Ma questo, a certi signori non importa perché non utile alle proprie strategie personali e corporative.
Non possiamo e non vogliamo stare al tavolo con coloro che fanno proclami e denuncie ma non portano niente di costruttivo e di utile ai lavoratori. Non possiamo e non vogliamo stare al tavolo di coloro che sono responsabili dell’immobilismo di una RSU che in un anno e mezzo ha fatto solo chiacchiere perché qualcuno scientificamente opera affinchè qualsiasi accordo a vantaggio dei lavoratori venga fatto naufragare.
Non possiamo e non vogliamo avallare le strategie personali e personalistiche di coloro che sono mossi da motivazioni che niente hanno ha che fare con lo spirito del sindacato ma che sono dettate da poco nobili motivi.
Non possiamo e non vogliamo stare al tavolo con chi difende solo una categoria di lavoratori: noi riteniamo che i lavoratori debbano essere difesi tutti allo stesso modo: che siano del farmaceutico o di Fort Dodge o del tossicologico, che siano precari o a tempo indeterminato. Per noi esistono solo lavoratori: li difendiamo tutti alla stessa maniera e li tuteliamo con la stessa determinazione.
Non possiamo e non vogliamo stare al tavolo con coloro che stanno impedendo che i lavoratori percepiscano il premio di partecipazione. E su questo è necessario ribadire che impedire a tutti i dipendenti di percepire un premio pari a 1600-1900 euro (a seconda del livello) per 15-30 euro lorde non è solo miopia sindacale ma c’ è anche di peggio e di inconfessabile. I lavoratori sanno con chi dovranno prendersela a febbraio quando non percepiranno il premio. Per noi l’accordo era e rimane da firmare e lo ripetiamo a voce alta.
Non possiamo e non vogliamo stare contro coloro che pur ritenendosi sindacalisti, esortano l’azienda affinchè impedisca che i lavoratori manifestino il loro pensiero democraticamente e liberamente, per mezzo di una petizione. Gira voce che i lavoratori stiano raccogliendo le firme per chiedere al sindacato di fare il proprio mestiere: portare a casa risultati (in questo caso soldi). Come biasimarli? Hanno ragione e lo abbiamo già detto in assemblea e ribadito anche dopo.
Non possiamo e non vogliamo stare al tavolo di coloro che dopo avere offeso i lavoratori che stanno liberamente portando avanti la petizione a favore del premio di partecipazione, chiedono all’azienda di essere autorizzati a raccogliere delle firme a sostegno di una petizione contro un altro rappresentante sindacale che ha il difetto di pensare con la propria testa e di essere privo di interessi personali. Bel modo di fare sindacato!
Noi siamo un’organizzazione diversa che vuole fare un sindacato diverso. Vogliamo essere delle teste pensanti che possano portare con il proprio operato risultati a vantaggio di tutti i lavoratori, per questo riteniamo che non ci siano i presupposti per continuare a sedersi al tavolo insieme a chi opera in questo modo discreditando gli altri solo per nascondere la propria incapacità. Noi siamo diversi. Lo abbiamo dimostrato e lo dimostreremo ancora di più nei giorni a venire. E presto si vedrà chi sta con i lavoratori e chi ha altro per la testa.
Noi, abbiamo il difetto di volere con coerenza contrastare lo sfascismo di taluni e l'opportunismo di tal'altri e per questo veniamo attaccati da coloro che dovrebbero fare ben altre battaglie. Ma noi siamo orgogliosi di essere come siamo: la CGIL, il più grande sindacato italiano.
Riteniamo anche che sia giunto il momento di ripristinare delle regole, perché sono saltate tutte le regole. Ma di regole parleremo un’altra volta.
Il tavolo separato è una decisione convinta e ragionata, non un colpo di testa. Vogliamo costruire qualcosa e ci liberiaamo della zavorra che impedisce ogni azione a vantaggio dei lavoratori, dell'occupazione e dell'avvenire di centinaia di famiglie. Infine ribadiamo per chiarezza che tutti i colleghi della FULC che vorranno partecipare al nostro tavolo saranno i benvenuti.

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