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sabato 12 settembre 2009

"NERVIANO MEDICAL SCIENCES": PER IL PIU' GRANDE CENTRO DI RICERCA FARMACEUTICA D'ITALIA, FILCEM, FEMCA, UILCEM CHIEDONO IMPEGNI PRECISI

Il “Nerviano Medical Sciences” (NMS) con i suoi 650 ricercatori è il Centro farmaceutico più grande d'Italia e uno dei più grandi d'Europa per l'oncologia.
La società, costituita nel 2004 da uno spin-off di “Pfizer” del Centro di Nerviano, alle porte di Milano, è controllata al 100% dalla Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione (CFIC), del Vaticano.
Il sito è stato recentemente diviso in quattro società operative: Oncology: ricerca oncologica; Accelera: unità di preclinica e tossicologia; Pharma Science: prodotti finiti (iniettabili e orali) e principi attivi; Simis : immobiliare e servizi (manutenzione). Accelera e Pharma Science lavorano per terzi e sono in pareggio con circa 20 milioni di euro di fatturato. Oncology ha un costo di 65 milioni di euro che coincide con la perdita annua di NMS.
Simis invece contiene gli immobili (circa 130 milioni di euro di valore). In quattro anni, fino al 2008, sono stati spesi i 250 milioni di euro lasciati da “Pfizer”, 60 milioni da mutuo ipotecario di Unicredit, altri 60 milioni circa di sovvenzioni del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca anticipati da Unicredit. Il debito quindi con la banca è di circa 120 milioni di euro.
Il valore del “Nerviano Medical Sciences” sta nell’Oncology:
- per il portafoglio dei progetti (circa 30 milioni);
- 3 nuovi farmaci pronti ad entrare in clinica nel 2009;
- 2 nuovi farmaci in fase clinica;
- 4 accordi di collaborazione (3 con la società americana “Genentech” e 1 con “Bristol Myers Squibb”, multinazionale americana leader nell'oncologia) del valore potenziale di almeno 300 milioni di dollari.Uno dei due prodotti in sperimentazione clinica (Danusertib) è al centro di trattative con altre aziende farmaceutiche internazionali interessate a collaborare per le fasi cliniche successive e poi alla sua immissione sul mercato. Inoltre la banca d’affari ”Rothschild” è stata incaricata a gennaio di ricercare un partner industriale o finanziario per l’Oncology.
La società rischia ancora oggi una crisi drammatica di insolvenza per mancanza di liquidità. Nonostante i 30 milioni di euro arrivati prima dell'estate da Unicredit, se non arriveranno altri soci per le unità operative, e se alcune delle trattative in corso non si concluderanno a breve, è molto probabile che si ripresenti la situazione drammatica di crisi della primavera scorsa.

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