FILCTEM-CGIL

Benvenuti nel sito ufficiale della FILCTEM-CGIL dedicato al comparto chimico e farmaceutico della provincia di Catania. Questo blog è un prodotto amatoriale, non è una testata giornalistica né un prodotto editoriale; ad esso non può essere applicato l'art. 5 della legge 8 Febbraio 1948 n. 47 né, tantomeno, l’art. 1 comma 3, legge 7 Marzo 2001 n. 62, poiché l'aggiornamento dei testi non ha periodicità regolare. Questo sito è espressione ufficiale della FILCTEM CGIL di Catania ed è curato da un apposito Comitato di Redazione in accordo alle linee politiche della Segreteria Provinciale.

giovedì 16 luglio 2009

Pensioni, il governo accelera. Altolà della Cgil

Due provvedimenti nel decreto anticrisi: uno alza l’età pensionabile delle impiegate pubbliche, l’altro riguarda tutti i lavoratori dal 2015 in poi e porta l’asticella a 65 anni. Incontro a Palazzo Chigi: tutti i sindacati d’accordo, ma la Cgil dice no

Il governo accelera sulle pensioni concentrando in un emendamento al decreto anticrisi due provvedimenti diversi: uno riguardante l’innalzamento dell’età pensionabile delle impiegate pubbliche e un secondo relativo all’innalzamento dell’età pensionabile di uomini e donne dal 2015 in poi. Con il primo provvedimento si dà seguito alla direttiva europea cavalcata dal ministro Brunetta e con il secondo si alza l’asticella dai 65 in su, con un relativo abbassamento dei rendimenti previdenziali. Tradotto: dal 2015 sia le donne, sia gli uomini andranno in pensione più tardi, a 66, 67, 68 anni, con una pensione pubblica molto più bassa. Il messaggio ai giovani di oggi è chiarissimo: lavorerete di più e avrete pensioni più basse di quelle dei vostri genitori.
Il governo ha spiegato le proprie intenzioni in campo previdenziale a Palazzo Chigi. Tutti i sindacati concordano, meno la Cgil. Ecco come ha commentato l’incontro il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. “Un incontro soddisfacente dal quale è emerso il consenso di tutte le parti sociali sui cambiamenti in materia di pensioni adottati dal governo". Il titolare del Lavoro ha parlato di un "consenso di tutte le organizzazioni" tranne che della Cgil, che ha espresso perplessità definite dallo stesso Sacconi "ragionevoli e costruttive". Il ministro ha ribadito che le economie che scaturiranno dalle nuove norme che innalzano l'età pensionistica delle donne che lavorano nel pubblico impiego saranno destinate alle "politiche sociali per le famiglie e alla non autosufficienza", risparmi che in 10 anni saranno pari a 2,5 miliardi.
Nettissimo il giudizio della Cgil. “Altro che perplessità – ci spiega la segretaria confederale della Cgil, Morena Piccinini subito dopo l’incontro a palazzo Chigi – noi siamo nettamente contrari ai due provvedimenti contenuti nell’emendamento. Prima di tutto non si capisce dove sarebbe il carattere di urgenza con cui il governo ha giustificato il proprio intervento su cui chiederà la fiducia. Il messaggio dell'esecutivo è rivolto in primo luogo ai mercati finanziari,si è voluto far sapere che il governo in carica interviene sui rendimenti delle pensioni e quindi con ulteriori tagli alla spesa pubblica”.
Per quanto riguarda l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne, Morena Piccinini ritiene inaccettabile il provvedimento. “Si comincia dalla coda, invece di occuparsi delle condizioni di lavoro delle donne, della effettiva realizzazione della parità e invece di ripristinare la flessibilità in uscita per uomini e donne che era stata introdotta con la riforma Dini”. E per quanto riguarda l’innalzamento dell’età dal 2015, la segretaria confederale della Cgil spiega che inizialmente l’aumento sarà di tre mesi, ma che poi il meccanismo sarà progressivo e legato direttamente all’innalzamento delle aspettative di vita. Si supera abbondantemente quota 65 e il governo Berlusconi manda il messaggio chiaro ai giovani: lavorerete di più e andrete in pensione con pensioni più povere”.
Quanto alle richieste della Cgil relative ai temi dei lavori usuranti e alla revisione dei coefficienti, "il governo – prosegue Piccinini – ha fatto orecchie da mercante e nello stesso tempo ha smentito tutte le rassicurazioni che erano state fatte nei giorni scorsi". Sia il ministro Tremonti, sia Sacconi avevano infatti dichiarato in più occasioni che questo non è il momento adatto per fare riforme e in particolare per intervenire sulle pensioni. “E invece – commenta ancora Piccinini – il governo ha deciso di intervenire con questo doppio provvedimento. Le elezioni sono passate e non gli sono andate poi così male, i mercati finanziari erano in attesa di rassicurazioni e in più c’era la scusa della direttiva europea che non si poteva non sfruttare. Il governo smentisce di nuovo se stesso. Sulle pensioni non si fa niente, avevano detto, e invece con questi provvedimenti si procede spediti verso l’innalzamento dell’età pensionabile per uomini e donne. Noi siamo nettamente contrari”.
Tratto da
Rassegna.it
di Paolo Andruccioli

Nessun commento: