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lunedì 2 marzo 2009

Scioperi, arriva la stretta del governo


Approvato il ddl che delega il governo a modificare la disciplina. Il provvedimento, per ora, riguarderà soltanto il settore dei trasporti. Ma entro due anni potrebbe arrivare un Testo unico complessivo. Come cambiano le regole.


Sul diritto di sciopero il governo ha mosso il suo primo passo. Ma ne seguiranno altri. Il Consiglio dei ministri del 27 febbraio, infatti, ha sì approvato un disegno di legge delega che riguarda la modifica della disciplina solo nei servizi pubblici essenziali e in particolare nei trasporti. Ma – come riferisce l’agenzia Ansa - le disposizioni finali del provvedimento danno carta bianca all’esecutivo per il varo entro due anni di un Testo Unico. 'Coerentemente agli obiettivi e ai criteri di delega di cui alla presente legge - si legge nel provvedimento - il Governo e' altresi' delegato ad apportare all'ordinamento vigente ogni ulteriore modifica e integrazione, con la possibilita' di redigere, entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un testo unico delle disposizioni in materia di diritto di sciopero'.I trasporti – da molti cittadini vissuti come un settore rissoso – sembrano dunque il passepartout scelto dall’esecutivo per modifiche più generali e allargate. I prossimi mesi ci smentiranno o ci daranno ragione. Nel frattempo restiamo alla cronaca. E cominciamo con l’evidenziare che il ddl approvato oggi dà delega al governo a modificare le regole esclusivamente per il settore dei trasporti. E contiene anche parziali marce indietro: sciopero virtuale e adesione preventiva individuale dei lavoratori agli stop, infatti, sono materie demandate alla contrattazione, sulle quali dunque per il momento il governo non interverrà.


Il giudizio di Epifani:

“Dalle prime indiscrezioni ci sono cose che nel testo non vanno. Non va l'adesione preventiva dei lavoratori prima di uno sciopero, perché vuol dire poter discriminare la libera scelta del lavoratore e rendere lo sciopero parzialmente inutile. Non va bene inoltre la soglia del 20 per cento per confermare uno sciopero. È come se per un referendum nazionale dovessero votare 20 milioni di persone per poter promuovere un'iniziativa. E ci sono questioni di merito che solo il confronto può determinare”, ha detto il leader della Cgil. Per Epifani, “in ogni caso il diritto di sciopero è un diritto di libertà quindi di responsabilità. Bisogna stare attenti quando si interviene in questa materia perché si possono alternare i rapporti di forza che rendono il mondo del lavoro più debole”. Il leader sindacale ha poi aggiunto che bisognerà leggere il testo per dare una valutazione. Intanto, afferma, “resto dell'opinione che se si vuole conciliare meglio il diritto alla sicurezza di chi si muove con i diritti dei lavoratori, si possono trovare le soluzioni. Se si vuole ricorrere invece a uno strumento che provi a ridurre uno spazio di libertà del mondo del lavoro, allora a quel punto non saremmo d'accordo”.

Tratto da Rassegna.it

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