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sabato 7 marzo 2009

4 aprile, la Cgil in piazza


Appuntamento a Roma, Circo Massimo. In gioco non solo salari e pensioni, in una crisi economica che il governo non sa affrontare, ma anche le regole della democrazia. Dall’accordo separato sui contatti al diritto di sciopero. Si vota nei luoghi di lavoro- Sabato 4 aprile la Cgil manifesta. E sceglie un luogo storico, il Circo Massimo di Roma, per raccogliere i suoi iscritti insieme a tutti coloro che in Italia sono preoccupati e hanno voglia, anzi sentono il bisogno di gridarlo in pubblico; di rendere la loro preoccupazione, appunto, manifesta.
Non si può che cominciare dal nemico pubblico numero uno: dalla crisi economica che sta falcidiando posti di lavoro senza che il governo, a parere della Cgil, abbia escogitato contromisure degne di nota. “Il mondo è attraversato da una crisi drammatica – avverte la confederazione -. Tutti i governi si mobilitano” e invece “il governo italiano pensa ad altro”, e – insiste la Cgil – “un governo che non decide è un governo che vuole scaricare i costi della crisi su lavoratori e lavoratrici, su pensionati e pensionate, sui giovani”. Per la Cgil è fondamentale investire risorse per la politica industriale. Ma il sindacato chiede anche che tutte le misure prevedano esplicitamente vincoli di difesa dell'occupazione e impegni a non spostare all'estero produzioni e stabilimenti. Come ad esempio è successo di recente all’Indesit in Piemonte. Per quanto riguarda la cassa integrazione, il sindacato chiede che venga aumentato da subito il tetto che riduce a 750 euro la retribuzione netta mensile: “una cifra troppo bassa che non consente di vivere”. “Un numero enorme di lavoratori e pensionati non riesce ad arrivare alla fine del mese. Abbiamo chiesto detrazioni sul lavoro dipendente, la restituzione del fiscal-drag, di aumentare le pensioni e di estendere la quattordicesima alle pensioni povere. Il governo ha risposto con la social-card e propone di privatizzare i servizi pubblici, la sanità, l'assistenza.”Crisi e inadeguatezza del governo: quanto basta per scendere in piazza. Ma il sindacato ha qualche altro motivo. Ad esempio lo stravolgimento delle regole del gioco nel mondo del lavoro. La firma dell’accordo separato sulla contrattazione, lo scorso 22 gennaio, non è grave tanto (o solo) perché è avvenuta ad esclusione della Cgil, ma perché quell’accordo a giudizio della confederazione indebolirà i salari, aumenterà la conflittualità, depotenzierà i contratti nazionali a favore di un livello aziendale tutto sulla carta, ipotetico. Per questo, in vista del 4 aprile, la Cgil ha indetto una gigantesca campagna di consultazioni nei luoghi di lavoro sull’accordo. Un voto i cui risultati, a fine marzo, daranno indicazioni attendibili sull’umore di lavoratrici e lavoratori (ma anche dei pensionati) nei confronti dell’intesa separata. La sfida che si è data la confederazione di Corso d’Italia è chiara: far esprimere non solo i propri iscritti ma quanti più lavoratori possibile. E magari anche chi ha in tasca la tessera di Cisl e Uil potrebbe, alla fine, bocciare l’intesa separata. Una prova di forza, insomma, attraverso una prova di democrazia.La democrazia, in Italia, non se la passa bene. La delega che si è presa il governo per modificare il diritto di sciopero promette stravolgimenti non solo nei trasporti (come si affanna a rassicurare l’esecutivo), ma in tutti i settori. E quel diritto sta nella Costituzione. Quindi cambiarlo vuol dire riscrivere la Carta, intaccarla in uno dei suoi diritti fondamentali. Ecco un altro motivo che innesca la manifestazione del 4 aprile. Si torna a parlare di diritti: ricordate l’articolo 18? Ricordate il 23 marzo 2002? La differenza, rispetto ad allora, è che l’imbavagliamento è più tattico e sornione, e quindi più pericoloso. Tra qualche anno – questo l’allarme della Cgil – gli italiani potrebbero ritrovarsi intrappolati tra scioperi virtuali e ronde sotto casa. E a quel punto il dissenso lo potranno esprimere giusto su Facebook, se esisterà ancora. Per tutti questi motivi il 4 aprile vale la pena di fare un salto al Circo Massimo.
06/03/2009 19:06
di Davide Orecchio
Rassegna.it

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