FILCTEM-CGIL

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mercoledì 21 ottobre 2009

FILCEM-CGIL. Cesame, Wyeth, Asec e le altre: serve una risposta alla crisi «di sistema»

Sciopero contro la desertificazione
Uno sciopero generale per protestare contro la colpevole deindustrializzazione e la crisi che non accenna a finire : le «parole chiave» attorno alle quale si è sviluppato ieri il comitato direttivo della Filcem-Cgil che si è aperto con la relazione del segretario provinciale Giuseppe D’Aquila, Ha partecipato ai lavori Margherita Patti, sella segretaria confederale Cgil, le conclusioni sono state affidate a Carmelo Diliberto, segretario regionale della Filcem-Cgil.
«La generalizzata deindustrializzazione del nostro territorio - ha detto D’Aquila - ha origini lontane: nella politica del non fare, dell’assistenzialismo fine a se stesso, della becera raccomandazione e dell’inquietante intreccio fra politica, istituzioni, poteri forti della città e malaffare che porterà nel breve termine alla formazione di sacche di disoccupati di difficile ricollocazione nel mercato del lavoro. Le nostre realtà produttive, infatti, pagano oggi non soltanto gli effetti di una crisi globale devastante, ma le criticità di un sistema che pare ormai arrivato al limite della sofferenza».
D’Aquila ha poi esaminato analiticamente le varie vertenze. Tre esempi per tutti. «La Cesame - ha detto fra l’altro - ha, indiscutibilmente, tutte le potenzialità ancora oggi, per essere leader internazionale nella produzione e commercializzazione della ceramica sanitaria, vive la tragedia di una vertenza drammatica che mette a rischio centinaia di posti di lavoro per il semplice fatto che
su Cesame, l’intreccio ha spostato la priorità, dal fare impresa, alla mera speculazione finanziaria dei propri immobili e terreni che ricadono sulla zona dell’interporto di Catania. La Wyeth vive l’acquisizione di Pfizer, l’azienda farmaceutica leader del mercato mondiale, sia dal punto di vista del fatturato che degli investimenti in ricerca, all’ombra di una ristrutturazione che terrà conto pure della devastante condizione infrastrutturale che, rispetto ad altri paesi, è a Catania, purtroppo anni luce lontana dal raggiungere non l’eccellenza ma la sufficienza. L’Asec, l’azienda municipalizzata del Gas rappresenta l’emblema dell’inefficienza e dell’intreccio fra i malaffari e la politica che è entrata in modo improprio a gestire un azienda che continua a perdere anno dopo anno milioni di euro rappresentando un primato del quale non possiamo certo farci un vanto. «In questo difficile contesto - ha concluso - penso sia arrivato il momento, di fare sentire la voce del sindacato, anche attraverso lo sciopero generale di tutte le categorie in testa quelle dell’industria,
considerando pure che, oggi più di ieri, il tempo ci è nemico».

3 commenti:

Anonimo ha detto...

"L’Asec, l’azienda municipalizzata del Gas rappresenta l’emblema dell’inefficienza e dell’intreccio fra i malaffari e la politica che è entrata in modo improprio a gestire un azienda che continua a perdere anno dopo anno milioni di euro rappresentando un primato del quale non possiamo certo farci un vanto".
COMMENTO
Cosa hanno fatto i sindacati quando ci sono state assunzioni clientelari ( senza concorsi, e solo su segnalazione politica) e non sono stati fatti investimenti per la rete vetusta nel centro di Catania ( perdita di gas eccessiva: vedi bilanci)?
Nel 1999 l'ASEC chiudeva il bilancio con un utile di gestione di oltre cinquecento milioni di lire e con un fondo cassa di cinquemiliardi di lire; ciò, dopo anni di obbligato pareggio economico. Perchè gli obblighi di legge ( pareggio economico ) non vengono rispettati, a danno dell'intera collettività?
Attendo cortese risposta. Grazie.
Antonio Torrisi

Giuseppe D'Aquila ha detto...

Egregio Dott. Torrisi, innanzi tutto la ringrazio per l’interesse mostrato sull’argomento e per aver consultato il Blog della Filcem Cgill di Catania. Scusandomi con lei per il ritardo della risposta al suo commento, comincio subito con una premessa:
Lei è un gran conoscitore dell’azienda del gas e l’ha vissuta in un momento estremamente differente rispetto all’attuale, dove, le normali problematiche di un tempo oggi risultano, paradossalmente (vista anche l’evoluzione che questo mercato a livello planetario ha avuto), molto più complicate da gestire ed un motivo ci sarà pure . Dico questo per evidenziare innanzi tutto (per l’ennesima volta per quel che mi riguarda), la scientifica, a mio parere, mancanza di una politica manageriale attenta al sistema azienda.
Questo per dirle che, apprezzando il suo commento, le risponderò con la stesso spirito e schiettezza che lei ha utilizzato, confidando naturalmente in suo apprezzamento.
Io vivo l’Asec dall’aprile del 2004 innanzi tutto come lavoratore e poi da sindacalista che per mera casualità oggi svolge il ruolo di Segretario Generale della Filcem Cgil di Catania che, come saprà, si occupa fra tutti gli altri comparti anche di quello dell’Acqua e del Gas e quindi anche di Asec.
Potrei rispondere alle sue curiosità in modo secco per dribblare le responsabilità che anche il sindacato ha avuto non solo all’Asec ma in tutto il sistema economico e sociale che da più di venti anni rappresenta il sistema Catania. Ma rispetto a questo però, insieme a lei, mi permetto di fare alcune considerazioni di merito, da modesto conoscitore dell’azienda e del territorio catanese.
Innanzi tutto, secondo me, è errato identificare il sindacato come l’insieme di un gruppo dirigente che rappresenta se stesso; “cosa hanno fatto i sindacati” è una tipica espressione utilizzata in ASEC che non fa altro che nascondere il fatto che, Il sindacato anche in Asec, rappresenta lavoratori, e nel caso specifico, rappresenta i lavoratori dell’Asec S.p.A e dell’Asec Trade il quale ha peraltro dei compiti e delle responsabilità ben definiti ed inequivocabili.
Se non vogliamo quindi semplicemente ricercare un capo espiratorio, dobbiamo essere molto chiari su questo argomento almeno su tre questioni:
1)La gestione e quindi la responsabilità sulle assunzioni, in qualunque azienda, rimane alla proprietà rappresentata nel nostro caso dal comune di Catania. Quindi il sindacato non centra nulla con le assunzioni, se non per il fatto che queste, se gestite in modo non consono, possono rappresentare un pericolo per la stessa sopravvivenza dell’azienda e quindi impatterebbero negativamente su tutti i lavoratori.
2)La questione morale è un’altra cosa. E comunque non può farsene carico solo il sindacato.
3)L’Asec è una SpA, se pur a capitale pubblico, e quindi ha facoltà di assumere a chiamata evitando il sistema dei concorsi per il semplice fatto che lo prevede la legge.
Rispetto all’ultimo punto, mi preme sottolineare, come nessuno, a suo tempo, propose un regolamento alternativo per le assunzioni, al fine di evitare di dar spazio ai clientelismi annunciati della politica catanese. (Di questo nessuno parla, magari perché ai dipendenti e non solo erano stati promessi i c.d. posti assicurati per i propri figli )
Quanto detto, non giustifica comunque, l’utilizzo improprio della gestione delle assunzioni e certamente sarebbe auspicabile un meccanismo capace, come ho avuto modo di dire in altre occasioni, di mettere in evidenza la trasparenza, ma anche la qualità, la professionalità, le capacità relazionali…ecc.. della persona da assumere, questo, nell’interesse dell’azienda e dei lavoratori.
Questo auspicio evidenzia però allo stesso modo che, la responsabilità è e deve rimanere della proprietà cioè del Comune di Catania.

Giuseppe D'Aquila ha detto...

Continuazione commento precedente:

Quindi, se la domanda è cosa ha fatto il sindacato rispetto alle assunzioni a chiamata diretta, la risposta è:Il sindacato ha più di una volta e, non solo sul tema delle assunzioni, partecipato a confronti e soprattutto a scontri con la direzione aziendale e con la proprietà al fine di addivenire a soluzioni adeguate e consone ad un azienda che pur essendo una S.p.A è partecipata al 100% dal Comune di Catania.
Se la domanda è invece, perché il sindacato non è riuscito ad incidere su questi ed altri argomenti: mi permetto di invitarla a leggere la rivista Magma del 24 ottobre u.s. www.filcemcatania.com nell’archivio rassegna stampa alla voce – Asec : D’Aquila accusa la gestione fallimentare –
Nella stessa, troverà la mia, seppur modesta opinione, su tutti gli argomenti da lei sottolineati.
Speranzoso di averle dato utili strumenti di approfondimento e di riflessione, nel ringraziarla ancora una volta del suo interessamento, magari la prossima volta potremmo parlare del perché, ancora oggi, la popolazione Catanese non si indigna, di fronte a simili scempi creati ad arte dalla politica per esercitare il proprio potere che di politico ha ben poco.
La saluto cordialmente

Il Segretario Generale Filcem Cgil Catania
Giuseppe D’Aquila