FILCTEM-CGIL

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martedì 11 agosto 2009

La voce libera della CGIL

L’altro giorno in assemblea il segretario dell’UGL Chimici di Catania ha sostenuto che gli ‘attacchi politici’(chiaro riferimento al comunicato stampa della segreteria della FILCEM-CGIL di Catania sui motivi della rottura con la UGL) fatti da qualcuno (chiaro riferimento al sottoscritto), addirittura metterebbero a rischio l’incolumità fisica del Signor Giuseppe La Mendola, che secondo quanto dichiarato dallo stesso, nel corso dell’assemblea, avrebbe ricevute delle e-mail anonime di minaccia.
Qualora ciò fosse vero (ed ovviamente non è intento di chi scrive mettere in discussione la parola di un dirigente sindacale) non potrei che esprimere, così come ho tentato di fare in assemblea (mentre un gruppetto sparuto di provocatori mi impediva di parlare), la solidarietà dell’organizzazione che ho l’onore di rappresentare e mia personale.
Ciò non toglie, tuttavia, che nessuno potrà mai zittire la FILCEM-CGIL. Nessuno ci potrà mai impedire di parlare, e l’ultimo in grado di farlo potrà essere proprio il signor La Mendola. Noi siamo una voce autonoma ed abbiamo una strategia a sostegno dei lavoratori. Noi diciamo ad alta voce quello che pensiamo. Noi, come ho già avuto modo di dire, siamo una voce fuori dal coro.
Se al signor La Mendola non piacciono la nostra linea, la nostra strategia ed il nostro impegno a sostegno di tutti i lavoratori, ce ne dispiace per lui. Ma questo non cambierà le cose.
Ormai chi si oppone al pensiero unico diventa un terribile provocatore che addirittura metterebbe a rischio l’incolumità fisica del sedicente portatore della verità. Del resto, gli esempi di questo comportamento di disprezzo per la libertà, vengono dai piò alti livelli istituzionali: se il (purtroppo) nostro primo ministro insegna ciò con le sue bordate continue fatte nei confronti del quotidiano Repubblica e di RAI 3, anche un semplice delegato sindacale può adottare questi comportamenti (visto che l'area politica di appartenenza è la stessa). Ed allora diciamo chiaramente una cosa: non ci si venga a dire che contestare, criticare e contrastare una strategia e dei metodi che non condividiamo possa mettere a rischio qualcun altro. Noi che siamo pacifisti e non violenti (valori questi scolpiti nel nostro DNA) riteniamo che il confronto può solo arricchire, la dialettica può solo fare bene, le differenze di opinione sono un valore. Ma noi leggiamo e stimiamo Voltaire e Russeau. Noi siamo democratici.

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