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giovedì 3 febbraio 2011

Pfizer, luci e ombre. I sindacati: garanzie per tutti i lavoratori

••• C'è apprensione sul destino dello stabilimento Pfizer alla zona industriale. Ad alimentare la preoccupazione è stata la conferma, da parte dei vertici della multinazionale del farmaco, della volontà di cedere il centro di tossicologia a terzi.
Per il centro di tossicologia, che attualmente impiega una ottantina di dipendenti, secondo quanto
affermano dalla Pfizer, «sono in corso trattative per trasferirei! sito a terze partiqualificate».
Rassicurazioni, quelle dell'azienda, che non lasciano tranquilli i sindacati che ieri hanno lanciato un appello all'associazione degli imprenditori e alle istituzioni regionali e locali: «perchè si apra un
confronto a tutto campo per garantire chela Pfizer continui la sua missione mantenendo il sito nella sua piena unità pergarantirne prospettive produttive e occupazione».
I sindacati, che nei mesi scorsi avevano siglato con la Pfizer un accordo che prevedeva il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per 80 lavoratori, in vista di una riorganizzazione e di una successiva espansione dello stabilimento etneo, si dicono pronti a rimettere in discussione quell'accordo.
«L'azienda ci ha comunicato che il centro di tossicologia sarà dismesso, e se non si trovasse l'acquirente definitivamente chiuso — affermano i segretari provinciali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, rispettivamente Angelo Villari, Alfio Giulio, Angelo Mattone e Carmelo Mazzeo —il laboratorio, che vive all'interno del sito da sempre, è stato considerato storicamente come un fiore all'occhiello per lo stabilimento di Catania».
«Pare evidente — continuano i sindacalisti — che assistiamo ad una vera azione di smantellamento dello stabilimento. Solo il mantenere intatto e unico!'intero stabilimento, permetterà al sito catanese di essere competitivo nei costi e nelle strategie»,
«Per questa ragione — concludono i segretari di Cgil, Cisl, Uil e Ugl — ci batteremo affinché non si consumino cessioni di rami da' azienda che impoverirebbero la stabilità del sito portandone alla sua inevitabile chiusura». ("MClA")
Giornale di Sicilia 03/02/11

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