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lunedì 8 febbraio 2010

Da AstraZeneca a Pfizer una raffica di tagli

Il settore della farmaceutica alle prese con la crisi. Dalla AstraZeneca alla Pfizer i colossi delle medicine stanno mettendo a punto alle ristrutturazioni, la cui onda lunga arriva in Italia, dove si trovano le filiali delle multinazionali del farmaco. Il produttore americano del Viagra ha acquistato nei giorni scorsi la concorrente Wyeth per 68 miliardi di dollari, operazione che comporterà però un taglio di 19 mila posti. Disastrose le ultime trimestrali delle due società americane e molti i brevetti di farmaci in scadenza. L'operazione, che il sapore di un'alleanza scaccia-crisi, darà vita a un colosso del settore farmaceutico con un fatturato di circa 75 miliardi, una quota del 10% del mercato biofarmaceutico Usa e del 12% di quello europeo. Le aree terapeutiche saranno cardiovascolare, oncologia, salute della donna, sistema nervoso centrale e malattie infettive. Pfizer ha comunicato uno scivolone del 90% dell'utile netto nel quarto trimestre a 266 milioni verso un anno prima. Pfizer è presente in Italia dal 1955 con tre stabilimenti, ad Ascoli Piceno, Latina e Pisticci. Wyeth Italia ha circa 2 mila addetti, il 60% dei quali impiegato negli stabilimenti di Aprilia e Catania. La casa farmaceutica Astrazeneca inoltre ha annunciato un piano che prevede già il taglio dell'11% della forza lavoro: si tratta di 10.400 posti di lavoro, 8 mila dei quali potrebbero essere tagliati già entro il 2010. Anche qui come per i colleghi americani, il motivo risiede nei dati tirmestrali e previsioni di vendita inferiori alle attese. La Novartis di Siena, azienda del colosso svizzero produttrice del vaccino per l'influenza AH1N1, ha aperto a metà gennaio la procedura di mobilità per 24 addetti, venti informatori scientifici del farmaco (su 27 totali) e quattro lavoratori dell'area commerciale. I vertici della società sono disponibili a trattare sui 10 milioni di vaccino ordinate dal governo italiano e non ancora consegnate. R.EC.
05/02

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