FILCTEM-CGIL

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lunedì 18 gennaio 2010

Pfizer Catania: i lavoratori vogliono certezze sul futuro

Ad un anno dall’acquisizione e a più di tre mesi dal day one, ancora non si hanno informazioni sul futuro del sito e di tutti i lavoratori che vi sono impiegati. E’ stato un anno duro, intenso, difficile. E le certezze tardano ad arrivare. Nel frattempo, l’Azienda ci comunica che il farmaceutico vive un grave stato di crisi, stato di crisi che, però, non viene dichiarato formalmente in nessun modo, sebbene le Organizzazioni Sindacali abbiano chiesto ripetutamente un piano industriale che lo dimostri nero su bianco. Verba volant come dicevano i nostri saggi antenati. Ed allora quale deve essere il ruolo di un’organizzazione sindacale? Certo, a nostro avviso, non può essere quello di diffidare l’azienda da fare assunzioni a tempo determinato o indeterminato, così come ha fatto di recente parte della RSU, in uno dei suoi più grossi scivoloni.Ma a queste considerazioni ci arriveremo dopo. Dal day one ad oggi, Pfizer ha dismesso siti qua e la per l’Europa e, per quanto ci riguarda, ci ha “inondati” con una serie interminabile di “visite”. Alla fine sono arriviate puntuali le congratulazioni per come si lavora all’interno dello stabilimento, per le tecnologie ecc…, ma ancora attendiamo quelle risposte che tutti quanti si attendono: che intenzioni ha Pfizer riguardo il Tazocin? Che ne sarà del non-pen? Cosa ne sarà dell’Animal Health dopo i 2 anni di produzione sembra siano certi? La nuova compagnia ha interesse verso il Centro Ricerca? In altre parole: abbiamo un futuro? E che futuro? Pfizer vorrà puntare su Catania come sito strategico?Per tutti questi motivi noi della Filctem-CGIL riteniamo che è giunto il momento di alzare il profilo della nostra strategia sindacale e di volare più in alto. Riteniamo che sia di fondamentale importanza che il livello della discussione sindacale si sposti dal livello locale (aziendale) a quello nazionale. E’ importante creare un coordinamento tra tutte le RSU del gruppo Pfizer Italia. E’ necessario che le Segreterie Territoriali interessate (Catania, Roma, Latina, Ascoli ecc…) e quelle Nazionali, chiedano ed ottengano un tavolo con i vertici di Pfizer Italia, per discutere del Piano Industriale dell’intero gruppo. E’ necessario che a livello locale, si porti avanti una strategia di alto profilo che coinvolga le Segreterie Confederali e che metta la vertenza Pfizer all’attenzione delle Istituzioni, in quanto centro di eccellenza industriale e polo di ricerca scientifica in un territorio sempre più deindustrializzato e povero di opportunità.Riteniamo che tutto questo sia determinante, perché i lavoratori hanno diritto a conoscere il proprio futuro, perché in management locale stenta ad avere una strategia chiara e non ci fornisce alcuna certezza. Riteniamo che tutto ciò sia determinante e necessario per dare un taglio a quello stato di incertezza, di ansia, di preoccupazione che serpeggia sempre di più tra i lavoratori. Riteniamo che tutto questo sia molto più importante e più corretto che criticare l’azienda perché continua a fare assunzioni. Noi riteniamo che questa critica sia al di fuori di qualunque logica sindacale. Ma allora, non bisogna essere critici con la Direzione? Si. DOBBIAMO ESSERLO! Ma per altri motivi. Dobbiamo esserlo perché chi governa l’Azienda a Catania, non sembra muoversi in modo coerente, spesso dimostra improvvisazione, non è in grado di governare e non riesce a dare certezze ai lavoratori. Dobbiamo essere critici, perché spesso non è corretta verso le OOSS ed i lavoratori (l’ultimo caso è quello del mancato rinnovo del contratto alla vigilanza esterna senza nemmeno passare attraverso uno straccio di comunicazione sindacale).Ma questo non ci autorizza a sostituirci all’azienda chiedendo i piani di cost reduction del sito o volendo sostituirsi all’azienda in prerogative che sono squisitamente aziendali e che non sono sindacali quali stabilire l’organizzazione del lavoro, decretare che l’azienda per ridurre i costi non deve assumere o peggio (purtroppo è successo anche questo!!!!) chiedere la cassa integrazione per i reparti che non lavorano al massimo delle loro potenzialità. Tutto questo è inaudito. Tutto questo non ha niente a che fare con il sindacato. Tutto questo porta alla guerra tra poveri, mette uno contro l’altro i lavoratori e lo fa in un momento in cui, più che mai questi devono essere coesi. E tutto questo distoglie dai veri problemi che i lavoratori hanno e da quelli che potranno avere nell’immediato.Un esempio tipico di tutto ciò è stata l’assemblea dei lavoratori che si è tenuta oggi, assemblea che, per colpa di un manipolo di ….. (scusateci ma non riusciamo a trovare nessun aggettivo che calzi) ha fatto fare una magra figura agli organizzatori. Costoro – che poi tranne uno erano tutti di una sola sigla sindacale (indovinate quale?) - avevano deciso che tutta la RSU dovesse dimettersi di fronte all’assemblea dei lavoratori. Avevano pensato che tutti quanti gli RSU si dimettessero all’unisono. Avevano parlato di inizio di un cambiamento, di una nuova era… ma non c’è stato quel “cambiamento” che non era diretto all’interesse dei lavoratori, ma come qualcuno ha detto candidamente (parlo di qualcuno dei relatori) “finalizzato a modificare gli equilibri sindacali all’interno dello stabilimento” che tradotto significa: ottenere vantaggi di bandiera, di sigla, sulla pelle dei lavoratori (vantaggi elettorali per intenderci tutti da verificare comunque anche perché la maggioranza dell’assemblea non ha certo dato il proprio assenso a tali posizioni che anzi sono rimaste assolutamente minoritarie).Molti lavoratori hanno giustamente criticato il fatto che invece di parlare dei problemi veri si sia parlato di questioni che non interessano nessuno se non chi li propone e li porta avanti. E come dare loro torto? Ed infatti chi si aspettava una levata di scudi contro la RSU ed un osanna verso il solo ed unico salvatore della patria è rimasto fortemente deluso. Riportiamo fedelmente quanto scrive il segretario provinciale di un’organizzazione sindacale di categoria su un noto social network in merito all’assemblea odierna: “La maggioranza non si è voluta dimettere e i lavoratori non hanno chiesto le dimissioni a furor di popolo anche di fronte ai dati oggettivi da me elencati”. Quindi i lavoratori non hanno ritenuto né validi né tanto meno oggettive quelle argomentazioni. Il dirigente sindacale, continua poi nel modo seguente: “E' di tutta evidenza che il sistema attuale sindacale alla fine sta bene alla maggioranza.”. Come a dire: se non vi rendete conto che ho ragione io siete tutti in torto (per non dire altro). Bell’esempio di democrazia… Certo queste affermazioni che denotano il fallimento di una linea perpetuata da taluni ben poco si intonano con le frasi scritte sullo stesso social network, dallo stesso dirigente sindacale, il giorno prima (citiamo sempre testualmente: “DOMANI SARA' IL GIORNO PIU' IMPORTANTE DI TUTTA LA STORIA DEL NOSTRO STABILIMENTO! DOMANI RIPRENDIAMOCI LA NOSTRA DIGNITÀ E I NOSTRI DIRITTI! Il cambiamento deve iniziare...”. Per dirla con Francesco De Gregori: la storia da torti e da ragioni che in altri termini potremmo tradurre con: “cari colleghi avete venduto la pelle dell’orso senza averlo catturato prima!!!”. E non entro nel merito del fatto che i diritti dei lavoratori e la dignità di certi sindacalisti (coloro che hanno organizzato il teatrino odierno o coloro che, come ha fatto un altro dirigente sindacale ha implorato gli RSU di mettere almeno una firma su un foglio di dimissioni) oggi è stata parimenti calpestata.Ma per fortuna non siamo tutti indistintamente sindacalisti. Per fortuna non tutti abbiamo le stesse posizioni. La posizione della FILCTEM-CGIL, posizione discussa e condivisa da tutta la RSU facente capo alla nostra organizzazione è stata illustrata dal nostro Segretario di categoria, che ha parlato in nome e per conto di tutta l’organizzazione a livello provinciale e per conto di tutta la RSU della propria sigla. La posizione della nostra organizzazione, partendo dalla necessità del tavolo nazionale con Pfizer, ritiene inutile e dannosa la dimissione della RSU in questo momento delicato in cui bisogna governare gli eventi per non subirli. Consentiteci di concludere con una sola precisazione riguardo all’accordo sui precari sul quale non diremo niente, così come niente abbiamo detto in assemblea in quanto la nostra posizione su questo accordo è chiara e risaputa. Non vogliamo neppure discutere sui cambiamenti di posizione di taluni fatti con grande maestria demagogica oggi a proposito dei precari (a fine assemblea), ma vogliamo solo sottolineare che, a differenza di quanto detto oggi dal segretario della UGL chimici, i firmatari di tale accordo non lo hanno fatto a titolo puramente personale. All’interno della FILCEM, ma anche all’interno di tutte le OOSS firmatarie, c’è stato un dibattito aperto, un confronto democratico e coloro che hanno firmato l’accordo lo hanno fatto per convinzione.

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