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martedì 26 maggio 2009

Arriva Pfizer

Procede il percorso che porterà alla conclusione dell'acquisizione di Wyeth da parte d Pfizer. Domani (in FDAH) e giorno 28 (nella divisione Farma), un esercito di americani visiterà il nostro stabilimento.
Il clima è rovente. Lo scirocco si abbatte sulla città e sullo stabilimento che tra il clima torrido e le palme che hanno resistito al terribile "punteruolo", sembra fare pensare a luoghi esotici. E forse per il nostri sconosciuti visitatori tutto sembrerà esotico per davvero. Il nostro è un mondo del tutto diverso da quello che loro conoscono, da quello in cui vivono e lavorano.
Tutti noi, in questi giorni, sappiamo cosa vuol dire vivere una considerevole fetta della propria giornata, all'interno del nostro stabilimento: si vive una sorta di fibrillazione, di ansia per il proprio futuro, ognuno ha fatto e fa la propria parte affinchè ciò che gli uomini di Pfizer vedranno possa piacere.
All'interno ed anche all'esterno dello stabilimento (un gruppo di lavoratori della Fort Dodge, operai, impiegati, quadri ha ripulito le strade limitrofe allo stabilimento ed ha pitturato anche una fatisciente pensilina della AMT) c'è stato un lavoro frenetico. Frenetico per mettere a lustro e ordinare (come in una casa che attente una visita importante), frenetico perchè nelle attività lavorative si scioglie la tensione che tutti quanti abbiamo o quanto meno in esse ci distraiamo, frenetiche per il senso di responsabilità che ognuno ha verso se stessi, le proprie famiglie e quelle di tutti i colleghi.
Uscendo dallo stabilimento, sebbene fosse già tardi, ho voluto fare un giro della zona per osservare tutto ciò che sono abituato a vedere, ciò che tutti quanti siamo abituati a guardare senza vedere. Ho voluto guardare con gli occhi di chi non conosce la zona industriale di Catania, cercando di uscire dall'assuefazione che può rendereanche ciechi. E quello che ho visto è stato sconfortante: squallore, degrado, abbandono ed incuria. Facendo un giro rapido del blocco pantano (o di qualunque altro) ci si rende conto di una cosa: da parte delle Istituzioni, c'è un disinteresse assoluto e totale sul fatto che il nostro territorio possa essere produttivo, c'è il disinteresse più totale ed assoluto per il lavoro e per i lavoratori, c'è un disinteresse totale ed assoluto per l'economia, per il cittadino, per le donne e per gli uomini che questi nostri rappresentanti dovrebbero amministrare. Noi paghiamo le tasse e votiamo per questi signori e loro si comportano come un'oligarchia che ha come unico scopo quello di auto-perpetuarsi, come il ceto nobiliare descritto da Tomasi di Lampedusa.
Nessuno che io sappia (e mi scuso anticipatamente della mia eventuale ignoranza) ha mosso un dito per contribuire al futuro di una delle pochissime grandi aziende rimaste nel territorio, per contribuire al mantenimento di un futuro per parecchie centinaia di famiglie (ad eccezione dell'ASI che ha asfaltato un pezzo di via Gorgone).
Ma a me piace pensare di essere una di quelle palme che hanno resistito e resistono al punteruolo. Una palma tra centinaia di palme che vivono in un'oasi circondata da un deserto indifferente o peggio ostile.

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