FILCTEM-CGIL

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martedì 24 febbraio 2009

Sciopero, parcheggio e premio di partecipazione...

Ma questo sciopero c'è oppure è stato revocato? E' questa una domanda che molti si fanno, forse perchè qualcuno ha creato (ovviamente senza volerlo) confusione.
A questo punto, ritengo doveroso dare il mio modesto contributo per fare chiarezza in merito.
Lo sciopero è stato convocato in seguito alla lentezza con la quale l'Azienda portava avanti le problematiche del parcheggio. L'apertura dell'ingresso "zona Moxidectin" non accompagnata da altre misure era stata, giustamente considerata dalla RSU non una soluzione ma un palliativo di scarsa o nulla efficacia. Ricordo che il parcheggio rimaneva aperto dalle 7 alle 9 e dalle 15.30 alle 17.30. Ricordo altresì che il percorso concordato tra la Security di stabilimento e la Safety di FDAH, per giungere al posto di timbratura (ingresso zona Tossicologico) impone un percorso che il sottoscritto, con un'andatura normale percorre in 12-14 minuti. Indiscutibilmente, il problema del parcheggio, è un problema serio e che deve essere affrontato nel modo ottimale. Noi riteniamo che non sia stato affrontato bene da parte dell'Azienda nè per quanto riguarda le modalità, nè per quanto riguarda la tempistica. In seguito a queste considerazioni si è proclamata una giornata di sciopero in data 06/03/2009. Successivamente, è stato aggiunto un altro punto alla piattaforma di sciopero ovvero la contrattazione del premio di partecipazione 2009. In merito al premio, la RSU e le OOSS hanno ripetutamente sollecitato la Direzione, affinchè si intavolasse, il prima possibile, una trattativa per il rinnovo dello stesso. E ciò anche in funzione dello stato di incertezza in cui verte lo stabilimento in seguito all'acquisizione di Pfizer.
Successivamente, cioè il 17 febbraio, è stato fatto un passaggio doveroso e necessario con le Segreterie Provinciali in quanto la proclamazione di uno sciopero non può essere fatta senza il coivolgimento degli organismi teriitoriali delle organizzazioni sindacali. In quell'incontro, tenutosi qualche giorno dopo (presente la RSU nelle persone di Mirone, Niciforo, Porto, D'Antone, Greco, Sciuto, La Mendola, Caminiti, Marino, Lombardo, Lo Bianco e Romeo ed i segretari provinciali di Filcem, Femca e Uilcem) si è concordato di coinvolgere unitariamente i direttivi di tutte e quattro le sigle in quanto erano stati coinvolti in possibili azioni di lotta e quindi era doveroso sentire la loro opinione.
Giorno 20 febbraio l'Azienda convoca la RSU per discutere sulla piattaforma rivendicativa. Come da normale e consolidata prassi di relazioni sindacali, in una situazione del genere si possono verificare solamente due ipotesi:
1. La RSU non revoca stato di agitazione e sciopero e rifiuta di trattare con l'azienda.
2. La RSU interrompe lo stato di agitazione e la proclamazione di sciopero.
Dei 10 compomenti della RSU presenti, nove (Niciforo, Romeo, D'Antone, Sciuto, Porto, Campione, Greco, Caminiti, Mirone) si sono dichiarati disponibili ad intraprendere trattative, firmando un documento con il quale veniva interrotta "temporaneamente" (di seguito spiego il motivo del virgolettato) ogni forma di lotta ed uno (Musumeci) ha ritenuto di non firmare tale documento, pur rimanendo seduto al tavolo delle trattative.
Nel caso in cui uno sciopero venga revocato per intraprendere trattative con la controparte, si possono verificari due diversi scenari:
1. si giunge ad un accordo tra le parti
2. si giunge alla rottura e si riconvoca uno sciopero.
In quest'ultimo caso bisogna rispettare i tempi di preavviso necessari all'azienda per organizzare le proprie produzioni.
Perchè bisogna dare il preavviso? All'interno dello stabilimento, ci sono reparti che funzionano a ciclo continuo e con tempi di prosuzione che si articolano su più giornate solari. L'impianto con i processi che hanno la durata più lunga è l'impianto di fermentazione. Una fermentazione ha la durata di 11 giorni. Durante uno sciopero l'azienda può avvalersi del diritto di comandare la presenza dei servizi minimi essenziali. Le figure ritenute facenti parte dei servizi minimi essenziali sono concordate tra le parti (Azienda ed RSU), con accordo specifico. I servizi minimi essenziali devono garantire il livello minimo di sicurezza ed il mantenimento al minimo dello stato di marcia degli impianti: ciò significa che non è consentito all'Azienda di avviare nuovi processi nel giorno o nei giorni in cui è stato proclamato lo sciopero in quanto devono essere garantiti solo il controllo dei processi ed il mantenimento dei criteri di sicurezza e nulla più. Il preavviso serve quindi a fare in modo che l'azienda si organizzi in modo tale che l'impatto economico dello sciopero sia circoscritto alla sola giornata dello stesso sciopero.
Fatta questa necessariamente lunga precisazione, procedo con la cronaca degli eventi.
La RSU (ad eccezione di Musumeci) come dicevo ha interrotto le azioni di lotta dichiarando, testualmente di "sospendere temporaneamente" lo stato di agitazione e la proclamazione dello sciopero.
Cosa significa temporaneamente? Temporaneamente significa che le forme di lotta sono sospese sino a quando non si giunga ad un accordo oppure alla rottura. In quest'ultimo caso si può arrivare nuovamente una proclamazione di sciopero che deve essere fatta ex novo (possibilmente con un documento che spieghi ai lavoratori perchè si sono interrotte le trattative). Per quanto detto sopra anche la nuova proclamazione di sciopero deve garantire i sopra descritti tempi di preavviso tecnico.
Nel cosrso della trattativa, per quanto riguarda il premio di partecipazione l'Azienda si è impegnata a convocare Segreterie ed RSU ad inizio del mese di Marzo proponendo ai rappresentanti dei lavoratori un accordo annuale valido per il 2009 (in quanto Pfizer in seguito all'aquisizione, tra le altre cose ha posto il veto su accordi di durata superiore ad un anno).
Per quanto riguarda il parcheggio l'azienda ha proposto i seguenti interventi:
1. presenza continua di un uomo dotato di radio, all'ingrsso dello stabilimento dalle 7.30 alle 17.30 a partire da lunedì 23 febbraio.
2. avvio della chiusura dell'area di parcheggio
3. studio di ottimizzazione e razionalizzazione del percorso all'interno dello stabilimento
4. installazione di un tornello ad uomo che sostituirà la presenza di personale di vigilanza interna.
I punti posti dalla RSU sono:
-richiesta di uno posto di timbratura all'ingresso moxidectin
-richiesta di valutazione di utilizzo del capannone di proprietà GM
-richiesta di reinvestimento del capitale utilizzato per l'affitto dell'area GMC (almeno della parte proveniente dalla dismissione dei bus aziendali)
Inoltre si è giunti alla conclusione di incontrarsi nel corso di questa settimana per valutare la funzionalità dell'area parcheggio per il personale giornaliero. Se non dovesse essere ritenuto alternativa valida da parte del personale giornaliero si potranno valutare altre ipotesi, come per esempio l'utilizzo per il personale turnista limitatamente ai turni 6/14 e 14/22.
A questo punto la RSU pone il problema del personale in semiturno del reparto 48 e chiede, qualora il parcheggio dovesse essere utilizzato dal personale in semiturno, che il turno pomeridiano del reparto 48 possa usufruire di uno shift di 20 minuti. In pratica la richiesta è la seguente: turno mattutino 6/13.40, turno pomeridiano 14/21.40. In questo modo il personale smontante lascerebbe il posto auto libero a disposizione del personale montante.
L'azienda accoglie questa proposta ponendo altri punti a sua integrazione:
-due figure devono essere avvicendate, cioè ci deve essere un passaggio di consegne tra turno montante e turno smontante. Le figure individuate sono il capo gruppo di produzione ed il preparatore di soluzioni.
-l'indennità di turno avvicendato (avvicendamento che in questo modo non ci sarebbe più) verrebbe erogata in cambio di un accordo in cui si consentirebbe all'azienda di chiedere su base volontaria un cambio turno con anticipo di 24 ore per effettuare turni notturni con carattere di eccezionalità e sporadicità.
Su questo punto la CGIL in particolare si è mostrata assolutamente contraria per due motivi di merito:
1. non vogliamo andare in deroga al CCNL con clausule peggiorative (il preavviso richiesto dal contratto è di 48 ore)
2. non condividiamo l'uso della volontarietà nell'organizzazione del lavoro (a tal proposito l'azienda può chiedere prestazioni su base volontaria e se ci sono lavoratori che accettano è un consenso tra le parti e come tale va considerato; ma tale sistema non può avere, per noi, l'avallo di un accordo sindacale).
Di conseguenza viene chiesto all'azienda di trovare un servizio alternativo da richiedere ai lavoratori per l'elargizione dell'indennità di turno avvicendato. Su questo l'azienda non mostra chiusura ma si dichiara disposta al dialogo.
Su questa base, la maggioranza dei presenti (tutti i componenti FULC della RSU), a fine riunione, si dichiarano disponibili a proseguire le trattative. I due componenti della RSU che avevano contribuito alla revoca dello stato di agitazione e della proclamazione dello sciopero, scrivono un documento in cui "ritirano" la loro firma dal documento precedentemente condiviso. Sulle motivazioni che hanno portato questi colleghi a tornare in dietro sui loro passi non lo spiego io perchè non ritengo corretto parlare in nome di altre persone e perchè questo è il blog della FILCEM e non della UGL chimici, per cui riteniamo di non dovere fungere da megafono di organizzazioni sindacali diverse dalla nostra.
Allo stato dell'arte siamo soddisfatti delle proposte aziendali? No. Ed allora? Non abbiamo ricevuto chiusure per cui riteniamo perseguibile la strada della trattativa. E se non ci sarà nessun punto di incontro? Allora si andrà allo sciopero. E' responsabile bloccare prima ancora che nasca una contrattazione sul premio di partecipazione? Chi ne farebbe le spese? Ribadisco che se poi si giungerà ad un nulla di fatto, allora lo sciopero avrà una valenza più forte perchè saremo inattaccabili nelle nostre posizioni.
Per concludere, ritengo che bisogna avere sempre in mente la differenza tra fine e mezzo. Lo sciopero è un'arma potente in mano ai lavoratori ed un diritto costituzionale inalienabile. Ma è un mezzo, non il fine. IL FINE ULTIMO DI UN SINDACALISTA DEVE ESSERE SEMPRE L'OTTENIMENTO DI RISULTATI A VANTAGGIO DEI LAVORATORI. Secondo noi su questo non si transige.

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