FILCTEM-CGIL

Benvenuti nel sito ufficiale della FILCTEM-CGIL dedicato al comparto chimico e farmaceutico della provincia di Catania. Questo blog è un prodotto amatoriale, non è una testata giornalistica né un prodotto editoriale; ad esso non può essere applicato l'art. 5 della legge 8 Febbraio 1948 n. 47 né, tantomeno, l’art. 1 comma 3, legge 7 Marzo 2001 n. 62, poiché l'aggiornamento dei testi non ha periodicità regolare. Questo sito è espressione ufficiale della FILCTEM CGIL di Catania ed è curato da un apposito Comitato di Redazione in accordo alle linee politiche della Segreteria Provinciale.

domenica 28 settembre 2008

Successo della mobilitazione della CGIL

Successo della mobilitazione della Cgil contro la politica economica del governo Berlusconi. Centocinquanta le piazze coinvolte in tutta Italia, a Roma il discorso di Epifani. Il segretario ha toccato i temi della scuola (minacciando la sciopero generale), della pubblica amministrazione, della crisi economica e della riforma del sistema contrattuale. E ha rivendicato un ruolo chiave nella trattativa su Alitalia.

E' stata un successo la prima mobilitazione della Cgil contro la politica economica del governo Berlusconi. I primi dati, diffusi dal sindacato, parlano di una risposta positiva nei grandi centri: trentamila manifestanti a Milano e a Napoli, ventimila a Palermo, diecimila a Genova. Si tratta ovviamente di numeri parziali, visto che l'iniziativa "Diritti in piazza" ha toccato 150 piazze sparse in tutta la penisola e prosegue nel pomeriggio. L'epicentro della mobilitazione è la romana piazza Farnese, dove in mattinata, davanti a quindicimila persone, ha parlato il segretario generale Guglielmo Epifani. Il discorso del leader della Cgil è capitato in un momento cruciale, a poche ore dall'esito positivo della trattativa su Alitalia (in cui il suo sindacato ha giocato un ruolo chiave) e nel pieno della battaglia sulla riforma del sistema contrattuale. In questa partita, la Cgil si è schierata decisamente contro la Confindustria, al contrario di Cisl e UIl che appaiono più orientate a sostenere la piattaforma presentata dall'associazione degli industriali, che sterza decisamente verso la contrattazione di secondo livello a discapito del modello nazionale.
ALITALIA - Non ha proprio resistito, Epifani, e il sassolino dalla scarpa se l'è tolto prima di salire sul palco, con i giornalisti. Dopo giorni di attacchi, condotti soprattutto dal ministro del Lavoro Maurizio Sacconi e dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, la vicenda della compagnia di bandiera si avvia a concludersi positivamente. A sbloccare tutto è stato il suo sì, subordinato alla garanzia di maggiori tutele per i precari e gli stipendi più bassi: solo allora la Compagnia aerea italiana si è rifatta avanti. Lo sfogo: "Hanno cercato di mettere la Cgil all'angolo ma non ci sono riusciti". Adesso Epifani si aspetta qualcosa di più, qualcosa che giudica legittimo: "Che chi più ha inveito contro di noi alla fine riconosca la nostra azione. Sarebbe un atto di onestà". Il messaggio, evidentemente, è rivolto anzitutto a Sacconi, il ministro che, quando la cordata sembrava aver rinunciato all'offerta, già dava la colpa al sindacato di Corso Italia e alla sua opposizione alla versione iniziale del piano Fenice. Ma la Cgil, dice il segretario generale, "in una situazione di quasi fallimento, ha dimostrato un atto di responsabilità e di salvaguardia della dignità dei lavoratori". Più tardi, dal palco, avrebbe criticato la latitanza di Gianni Alemanno dal tavolo delle trattative: "Avrei voluto un ruolo più deciso da parte del sindaco di Roma. Che si fosse battuto con più forza e invece non l'ho visto". Eppure, a pagare di più il fallimento di Alitalia sarebbe stata la città che amministra, visto che l'indotto dell'aeroporto di Fiumicino rappresenta uno dei bacini di occupazione più importanti della capitale.
SCUOLA - Presa di mira subito, all'inizio dell'intervento, la politica del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Epifani ha detto, con decisione: "E' chiaro, io spero che ci andremo unitariamente, ma se anche così non fosse, se le cose non cambiano andremo allo sciopero generale di tutta la scuola". L'astensione avrebbe lo scopo di "contrastare le politiche dei tagli e la controriforma del governo". L'esecutivo porta avanti una politica sulla scuola che è sbagliata, a partire dalla filosofia che la ispira. "Come si fa - si chiede il leader della Cgil - a dire che i bambini meno stanno a scuola e più imparano? Capirei per i liceali e per gli universitari ma in quale testo di pedagogia e' stato prelevato questo concetto? E' questa la funzione della scuola primaria? Perché distruggerla?". Già, perché ora come ora "paghiamo di più per avere di meno e favorire la sanità e la scuola privata".
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - Al ministro Renato Brunetta Epifani chiede anzitutto rispetto: "Deve avere rispetto per i suoi interlocutori, per le organizzazioni dei lavoratori perché, non sono mance quelle che i lavoratori chiedono ma diritti e contratti". E poi, si chiede il segretario , "cos'è questa idea di Brunetta di voler dare i soldi da solo, come dice lui? Vuole fare nello stesso tempo sia il ministro sia il sindacalista?". Sulla sanità, invito accorato al governo: "O dai alla Regione Lazio ciò che hai pattuito sul ripiano del deficit della sanità, perché sono cinque i miliardi di euro che mancano all'appello, oppure qui nel Lazio la situazione precipita".
EMERGENZA ECONOMICA - Il segretario generale della Cgil si appella a Palazzo Chigi, perché metta in campo un radicale mutamento delle politiche fiscali e sociali: "Governo svegliati, perché il Paese sta perdendo colpi e l'occupazione sta andando indietro". Due i punti critici: "Occupazione e crisi industriale". Epifani ricorda che "con questa inflazione, a parità di salario, un lavoratore dipendente pagherà quest'anno 300 euro in più di imposta Irpef. Altro che abbassare le tasse, qui pensionati e lavoratori pagano più tasse dello scorso anno. Cosa aspetta il governo a dare una risposta? Perché non restituisce il drenaggio fiscale e aumenta il potere d'acquisto dei salari?". Certo, aggiunge Epifani, possono ancora dire "abbiamo detassato gli straordinari. Ma che risposta è questa quando nella realtà le persone perdono il posto di lavoro e vanno in cassa integrazione? Che politica industriale è? Che politica sociale è?". Oggi "chi sta peggio paga più tasse mentre coloro che stanno meglio continuano a fare sempre meglio".
CONTRATTI - Conclusa la battaglia su Alitalia, è appena cominciata la trattativa con Confindustria per la riforma del sistema contrattuale. Dal palco Epifani torna a puntare il dito contro la proposta dell'associazione di Emma Marcegaglia perché, dice, determinerebbe per i lavoratori una perdita di salario reale dello 0,5% l'anno, che equivale all'8% in 15 anni.Il leader della Cgil annuncia che "un accordo adesso è più difficile". Il documento di Confindustria, aggiunge, "per noi proprio non va bene, gli ultimatum si sono rivelati fino ad ora inefficaci" . L'opposizione è motivata così: "E' un documento un po' pieno di sanzioni e di divieti, un documento che potremo definire con una parola forte un po' sovietico. Io ho sempre immaginato diritti e doveri nella contrattazione", mentre adottando la proposta di Confindustria sulla base dell'inflazione programmata "il risultato sarebbe stato che i lavoratori avrebbero perso di più di oggi, mentre per noi devono guadagnare di più. Siamo d'accordo su tutto - conclude Epifani - purché il risultato finale sia di segno più per tutti. Altrimenti la riforma dei contratti non funziona".

Nessun commento: