Repubblica Affari e finanza - Un investimento di 24 miliardi di dollari negli ultimi 3 anni: è l’impegno in ricerca e sviluppo di Pfizer che si sta concentrando nelle terapie personalizzate per cambiare il paradigma della cura del cancro, soprattutto quello del polmone non a piccole cellule. Per l’obiettivo è stato sviluppato il Crizotinib, un antitumorale entrato in fase III che sarà immesso sul mercato nel 2013. È un inibitore della chinasi del linfoma anaplastico (Alk): la mutazione del gene Alk dà origine a una proteina di fusione, chiamata Eml4Alk, che stimola la crescita delle cellule cancerogene. La proteina è stata identificata nel 2007 e la scoperta sta dando i suoi frutti clinici: gli studiosi sono passati dalla descrizione dell’oncogene alla terapia. Crizotinib riduce in modo significativo il volume tumorale nel 57% dei pazienti portatori della mutazione del gene Alk con una buona tollerabilità. Il New England Journal of Medicine narra di un paziente positivo al test per la chinasi del linfoma anaplastico, sottoposto a chemioterapia, che non aveva più difficoltà a deglutire e la sua energia risultava migliorata. I medici hanno osservato la riduzione del 40% del tumore.Pfizer non si concentra solo sui tumori e punta su programmi per il trattamento del dolore e delle patologie autoimmuni, sui vaccini e sulla realizzazione di device in grado di semplificare la vita dei pazienti. «Il nostro modello prevede la creazione di una sistema di ricerca basato sulla creazione di alleanze con realtà di minori dimensione ma interessanti per la pipeline in house, il più delle volte orientate alla ricerca genetica biotecnologica», spiega Ugo Cosentino, amministratore delegato di Pfizer Italia. «In alcuni casi queste alleanze vengono trasformate in acquisizioni. In linea con questa strategia, due mesi fa abbiamo acquisito la biofarmaceutica americana Icagen, forte nella target therapy e nella ricerca su farmaci per la cura del dolore neuropatico, con cui avevamo un’alleanza dal 2007». Insieme ora le due aziende potenzieranno la ricerca e lo sviluppo di un farmaco in grado di curare il dolore neuropatico, intervenendo sui canali di sodio che avviano la sensazione di dolore trasmettendole alle fibre nervose. «Il valore dell’operazione è di 56 milioni di dollari», dice Cosentino. «La nuova politica di accordi e acquisizioni ha portato a un ulteriore ampliamento della pipeline con l’acquisizione della King Pharmaceuticals nella terapia del dolore, quella di FoldRx che incrementa il portfolio delle malattie rare e orfane, l’alleanza con Biocon che produrrò progressi nella strategia dei biosimilari nel diabete. Abbiamo poi siglato un accordo con Laboratorio Teuto Brasileiro per ampliare la presenza di Pfizer nei mercati emergenti, e collaboriamo con sette università di New York nell’ambito di un programma di innovazione terapeutica».
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lunedì 25 luglio 2011
La Pfizer si concentra sull’oncologia
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