In data odierna, si è riunita la segreteria della Filctem CGIL (il Segretario generale Giuseppe D’Aquila ed il Segretario del Comparto farmaceutico Giovanni Romeo) insieme alla Segretaria confederale del Comparto Industria Margherita Patti. All’incontro hanno partecipato i dirigenti provinciali Salvo Niciforo e Giovanni Cantone, nella qualità di componenti della RSU.
Nel corso dell’incontro è stata approfondita e discussa la posizione dell’organizzazione sulla vertenza Pfizer, nel suo complesso. Tutti i partecipanti all’incontro, hanno espresso unanimemente il loro assenso alla linea politica seguita dalla CGIL, in coerenza con il mandato ricevuto dall’assemblea dei lavoratori.
In particolare, è stato ribadito in modo chiaro e inequivocabile il NO a qualsiasi ipotesi di mobilità ostile, ribadendo che l’unico criterio accettabile sia quello di un esodo volontario. La CGIL non accetta alcuna ipotesi di accordo che preveda licenziamenti coatti. E’ stato anche rimarcato che senza il requisito minimo della volontarietà, la CGIL rifiuterà qualsiasi accordo di mobilità, ricordando che in caso di mancato accordo i criteri di espulsione dal mondo del lavoro sono fissati dalla legge 223/91 e che in tal caso l’azienda dovrà attenersi esclusivamente a tali requisiti. La posizione della Filctem-CGIL e della Confederazione in merito era e rimane il mantenimento del SALDO OCCUPAZIONALE ZERO! Inoltre è importante sottolineare, che stando alle dichiarazioni dell’Ingegnere Galizia, diffuse a mezzo stampa ed alle motivazioni della procedura di mobilità, l’esubero sarebbe tutt’altro che strutturale (tanto da prevedere future assunzioni e da metterne in atto già oggi) per cui il ricorso alla mobilità non è lo strumento adeguato per affrontare il problema.
La contrarietà ai licenziamenti si somma alle forti preoccupazioni nei confronti delle prospettive dello stabilimento: basti pensare alle lungaggini ed alle incertezze sulle trattative per la cessioni a terzi del centro ricerca, gli investimenti nell’aria farmaceutica che determineranno – per ammissione del Direttore di sito – ulteriori esuberi strutturali ed alla dismissione mondiale annunciata dell’Amimal Health). Per questo motivo, la CGIL sostiene che l’azienda debba presentare alle OO SS ed alla RSU il reale disegno finale e complessivo dello stabilimento: un piano industriale vero e completo che non servirà – per quanto ci riguarda – a giustificare gli esuberi ma a fare chiarezza sulle prospettive dello stabilimento di Catania.
In sede di tavolo negoziale, abbiamo registrato una chiusura da parte dell’azienda sul presupposto di volontarietà da cui la nostra posizione di volere un confronto in sede istituzionale (Ufficio del Provinciale del Lavoro), per metterci in condizione di “auto-tutela”. Avendo riscontrato successivamente una “non chiusura” da parte dell’azienda anche sul criterio di volontarietà, riteniamo che il confronto possa essere fatto in sede aziendale, fermo restando la nostra inamovibile posizione sul saldo occupazionale zero e la necessità di discutere ritornando allo scenario di sette-otto mesi fa, quando, cioè, venne siglato un accordo (disatteso dall’azienda) per una CIGS che doveva servire a superare la condizione di esubero di 80 lavoratori (cassa utilizzata in modo alquanto discutibile da parte dell’azienda e senza cogliere l’opportunità reale di eliminare gli esuberi, malgrado l’impegno dei sindacati ed il sacrificio dei lavoratori interessati).
Infine, la CGIL e la FILCTEM chiedono un impegno concreto a Confindustria affinché, in coerenza con gli accordi di cui essa stessa è firmataria, tuteli l’occupazione in un contesto di crisi drammatica qual è quello della nostra provincia.
Nel corso dell’incontro è stata approfondita e discussa la posizione dell’organizzazione sulla vertenza Pfizer, nel suo complesso. Tutti i partecipanti all’incontro, hanno espresso unanimemente il loro assenso alla linea politica seguita dalla CGIL, in coerenza con il mandato ricevuto dall’assemblea dei lavoratori.
In particolare, è stato ribadito in modo chiaro e inequivocabile il NO a qualsiasi ipotesi di mobilità ostile, ribadendo che l’unico criterio accettabile sia quello di un esodo volontario. La CGIL non accetta alcuna ipotesi di accordo che preveda licenziamenti coatti. E’ stato anche rimarcato che senza il requisito minimo della volontarietà, la CGIL rifiuterà qualsiasi accordo di mobilità, ricordando che in caso di mancato accordo i criteri di espulsione dal mondo del lavoro sono fissati dalla legge 223/91 e che in tal caso l’azienda dovrà attenersi esclusivamente a tali requisiti. La posizione della Filctem-CGIL e della Confederazione in merito era e rimane il mantenimento del SALDO OCCUPAZIONALE ZERO! Inoltre è importante sottolineare, che stando alle dichiarazioni dell’Ingegnere Galizia, diffuse a mezzo stampa ed alle motivazioni della procedura di mobilità, l’esubero sarebbe tutt’altro che strutturale (tanto da prevedere future assunzioni e da metterne in atto già oggi) per cui il ricorso alla mobilità non è lo strumento adeguato per affrontare il problema.
La contrarietà ai licenziamenti si somma alle forti preoccupazioni nei confronti delle prospettive dello stabilimento: basti pensare alle lungaggini ed alle incertezze sulle trattative per la cessioni a terzi del centro ricerca, gli investimenti nell’aria farmaceutica che determineranno – per ammissione del Direttore di sito – ulteriori esuberi strutturali ed alla dismissione mondiale annunciata dell’Amimal Health). Per questo motivo, la CGIL sostiene che l’azienda debba presentare alle OO SS ed alla RSU il reale disegno finale e complessivo dello stabilimento: un piano industriale vero e completo che non servirà – per quanto ci riguarda – a giustificare gli esuberi ma a fare chiarezza sulle prospettive dello stabilimento di Catania.
In sede di tavolo negoziale, abbiamo registrato una chiusura da parte dell’azienda sul presupposto di volontarietà da cui la nostra posizione di volere un confronto in sede istituzionale (Ufficio del Provinciale del Lavoro), per metterci in condizione di “auto-tutela”. Avendo riscontrato successivamente una “non chiusura” da parte dell’azienda anche sul criterio di volontarietà, riteniamo che il confronto possa essere fatto in sede aziendale, fermo restando la nostra inamovibile posizione sul saldo occupazionale zero e la necessità di discutere ritornando allo scenario di sette-otto mesi fa, quando, cioè, venne siglato un accordo (disatteso dall’azienda) per una CIGS che doveva servire a superare la condizione di esubero di 80 lavoratori (cassa utilizzata in modo alquanto discutibile da parte dell’azienda e senza cogliere l’opportunità reale di eliminare gli esuberi, malgrado l’impegno dei sindacati ed il sacrificio dei lavoratori interessati).
Infine, la CGIL e la FILCTEM chiedono un impegno concreto a Confindustria affinché, in coerenza con gli accordi di cui essa stessa è firmataria, tuteli l’occupazione in un contesto di crisi drammatica qual è quello della nostra provincia.
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