La Pfizer si presenta così: “fondata nel 1849, Pfizer è la prima compagnia biofarmaceutica al mondo impegnata nella ricerca di nuove soluzioni per una salute migliore. Scopre, sviluppa, produce e distribuisce farmaci di qualità, sicuri ed efficaci, per il trattamento e la prevenzione delle malattie che colpiscono uomini e animali. Collabora, inoltre, con le istituzioni, le comunità locali e gli operatori sanitari in tutto il mondo per favorire l’accesso ai farmaci, offrendo il suo supporto per una migliore qualità dell’assistenza e del sistema sanitario”.
La sede principale di Pfizer è a New York. In Italia è presente dal 1955 e oggi vanta due sedi amministrative, a Roma e a Milano, e tre stabilimenti: Ascoli Piceno, Aprilia e Catania.
A Catania, Pfizer ha chiesto e ottenuto la cassa integrazione straordinaria per ottanta lavoratori, garantendo il loro rientro sul posto di lavoro. I sindacati spiegarono ai lavoratori che si trattava di
un sacrificio per portare l’azienda verso una nuova fase di espansione, verso l’aumento della produttività dello stabilimento. Invece, il primo febbraio 2011 l’azienda ha comunicato alle organizzazioni sindacali che il centro di ricerca di Catania sarà dimesso e, se non si trovasse l’acquirente, definitivamente chiuso. L’azienda ha inoltre ribadito alle organizzazioni sindacali le sue incertezze sulla divisione dell’Animal Health.
“Pare evidente- dichiarano i segretari di categoria e confederali di CGIL, CISL, UIL e UGL- che assistiamo ad una azione di smantellamento dello stabilimento”. I segretari si dichiarano contrari
alle cessioni di rami di azienda, “che impoverirebbero la stabilità del sito portandone alla sua inevitabile chiusura”; chiedono all’azienda, all’associazione degli imprenditori, alle istituzioni regionali e locali di aprire un confronto a tutto campo per garantire che a Catania questa importante multinazionale del settore farmaceutico continui la sua missione, mantenendo l’intero sito e garantendo occupazione.
La Pfizer non è la sola multinazionale che ricatta i “lavoratori” minacciando di delocalizzare. Forse è giunto il tempo di aprire il confronto.
La sede principale di Pfizer è a New York. In Italia è presente dal 1955 e oggi vanta due sedi amministrative, a Roma e a Milano, e tre stabilimenti: Ascoli Piceno, Aprilia e Catania.
A Catania, Pfizer ha chiesto e ottenuto la cassa integrazione straordinaria per ottanta lavoratori, garantendo il loro rientro sul posto di lavoro. I sindacati spiegarono ai lavoratori che si trattava di
un sacrificio per portare l’azienda verso una nuova fase di espansione, verso l’aumento della produttività dello stabilimento. Invece, il primo febbraio 2011 l’azienda ha comunicato alle organizzazioni sindacali che il centro di ricerca di Catania sarà dimesso e, se non si trovasse l’acquirente, definitivamente chiuso. L’azienda ha inoltre ribadito alle organizzazioni sindacali le sue incertezze sulla divisione dell’Animal Health.
“Pare evidente- dichiarano i segretari di categoria e confederali di CGIL, CISL, UIL e UGL- che assistiamo ad una azione di smantellamento dello stabilimento”. I segretari si dichiarano contrari
alle cessioni di rami di azienda, “che impoverirebbero la stabilità del sito portandone alla sua inevitabile chiusura”; chiedono all’azienda, all’associazione degli imprenditori, alle istituzioni regionali e locali di aprire un confronto a tutto campo per garantire che a Catania questa importante multinazionale del settore farmaceutico continui la sua missione, mantenendo l’intero sito e garantendo occupazione.
La Pfizer non è la sola multinazionale che ricatta i “lavoratori” minacciando di delocalizzare. Forse è giunto il tempo di aprire il confronto.
Messina WEB TV
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