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mercoledì 2 febbraio 2011

Caso Pfizer, appello dei sindacati “La multinazionale continui la sua missione a Catania”


La Pfizer dopo avere acquisito la wyeth a livello mondiale, è oggi presente a Catania con lo storico stabilimento che nacque 50 anni fa come Cyanamid Italia.

La Pfizer è il più grosso gruppo farmaceutico esistente al mondo, ma questo per Catania non ha costituito una garanzia di sviluppo produttivo ed occupazionale. Dopo l’acquisizione di Wyeth, Pfizer a livello italiano (ed internazionale) ha dimesso stabilimenti e centri di ricerca, ha ridimensionato siti (in certi casi drasticamente così come è avvenuto per gli informatori scientifici del farmaco) e la propria forza lavoro.

La prosecuzione dell’esistenza dello stabilimento di Catania , così come quella di tutti gli altri siti sparsi nel mondo, è dipesa da una decisione presa nel chiuso di una stanza del quartier generale newyorkese della multinazionale.

L’acquisizione di Wyeth da parte del colosso della farmaceutica ha modificato la missione del sito, da produzione di farmaci coperti da brevetto a produzione di generici, cosa che implica una notevole riduzione dei costi di produzione. Già questo aveva determinato un vasto processo di riorganizzazione messo in atto dall’azienda che, grazie all’impegno ed alla determinazione delle organizzazioni sindacali di categoria e confederali, ha prodotto, in sede negoziale, soluzioni che hanno garantito il saldo occupazionale zero (con prospettive di un saldo positivo a breve termine).

E’ stato, infatti, necessario fare ricorso alla cassa integrazione straordinaria per 80 lavoratori garantendo loro il rientro sul posto di lavoro dopo la chiusura della cassa integrazione. Si tratta di un sacrificio fatto dai lavoratori per poter portare al traghettamento dell’azienda verso una nuova fase di espansione e finalizzato all’aumento della produttività dello stabilimento, senza la quale nessun futuro verrebbe ad essere garantito.

Ma se questo fine ultimo per le cose che diremo accadute ieri non dovessero rispondere alla visione suddetta, potremmo rimettere in discussione la utilità dello stesso strumento individuato. Infatti, lo scorso 1 febbraio 2011, l’azienda ha comunicato alle organizzazioni sindacali che il centro di ricerca di Catania sarà dimesso, e se non si trovasse l’acquirente definitivamente chiuso.

Il laboratorio, che vive all’interno del sito da sempre, è stato considerato storicamente come un fiore all’occhiello per lo stabilimento di Catania e per la sua valenza politica e per i finanziamenti da questo portati ed utilizzati al fine non solo del laboratorio ma dell’intero sito. Ribadiscono inoltre che lo stabilimento di Catania ha ancora in discussione il destino di un’altra importante divisione dell’Animal Health anch’essa insita ed organica all’unità dello stabilimento.

Pare evidente, dichiarano le organizzazioni sindacali di tutte le sigle: CGIL, CISL, UIL e UGL, di categoria e confederali, che assistiamo ad una vera azione di smantellamento dello stabilimento. Solo il mantenere intatto e unico l’intero stabilimento, permetterà al sito catanese di essere competitivo nei costi e nelle strategie.

Per questa ragione CGIL, CISL, UIL e UGL, di categoria e confederali, si dichiarano contrari e si batteranno affinché non si consumino cessioni di rami da’azienda che impoverirebbero la stabilità del sito portandone alla sua inevitabile chiusura; ed è per questo che chiedono all’azienda, all’associazione degli imprenditori alla quale essa è iscritta, alle istituzioni regionali e locali di aprire un confronto a tutto campo per garantire che a Catania questa importante e storica multinazionale del settore farmaceutico continui la sua missione mantenendo l’intero sito nella sua piena unità per garantirne prospettive produttive e occupazione.

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