PALERMO - In pensione a 47 anni, lasciando nel pieno della carriera una delle poltrone più ambite della Regione siciliana. Pier Carmelo Russo, segretario generale dell' amministrazione dell' Isola, è pronto a mettersi in congedo, anche se al riguardo abbozza una blanda smentita. Il suo onorario ammonta a 170 mila euro annui che diventano 194 mila con la premialità. Da pensionato percepirebbe circa il 75 per cento dello stipendio. Baby pensionato diverrà grazie a una legge che vale solo in Sicilia ed esclusivamente per i dipendenti regionali. Basta avere un anziano genitore in cattive condizioni di salute. Chi non ne dispone può sempre procurarselo. È il caso di un' impiegata che per andare in pensione dopo appena 20 anni di lavoro si è fatta adottare da una malconcia novantenne. La legge, d' altra parte, glielo consentiva. L' amministrazione dell' Isola, quando a guidarla era ancora Salvatore Cuffaro, ha deciso di garantire a qualsiasi dipendente che abbia un genitore, un coniuge o un figlio affetto da una malattia «di particolare gravità» la possibilità di congedarsi definitivamente dal lavoro non appena raggiunti i 25 anni contributivi per gli uomini e i 20 per le donne con prole. In tutti gli altri enti pubblici, ammettono dalla stessa Regione, i dipendenti non godono dei medesimi privilegi ma possono contare al massimo su qualche giorno di permesso in più. Robetta, insomma. E adesso si prepara a sfruttare questo scivolo il capo della segreteria generale Pier Carmelo Russo. Lo ha piazzato lì, nel febbraio scorso, il governatore Raffaele Lombardo spodestando da quell' ambitissima poltrona un fedelissimo di Cuffaro come Salvatore Taormina, spedito in altri uffici. Ma ora è lo stesso Lombardo a far trapelare il suo risentimento sul possibile precoce pensionamento di Russo. E il diretto interessato prova a smentire le voci sul suo congedo. «Allo stato non è previsto», dichiara Russo, ma poi aggiunge: «È vero, ho presentato la domanda per miei problemi familiari ma non l' ho fatto adesso». E conclude: «Cofferati è andato in pensione per accudire un figlio, io lo faccio per un genitore. Dov' è lo scandalo?». D' altra parte, in molti alla Regione non s' aspettavano che questo congedo potesse suscitare clamore. In appena sei anni, sempre per accudire un parente malato, l' amministrazione siciliana ha autorizzato circa mille baby pensioni. Tutto è cominciato nel dicembre del 2003 quando l' Assemblea regionale approvò la legge che equipara il sistema pensionistico dell' amministrazione dell' Isola alla normativa di tutti gli altri enti pubblici del Paese. Nessuna eccezione, nessuno specifico siciliano - fu promesso da chi approvò il testo - tranne un cavillo, un articolo che ai più sarà sembrato irrilevante e che invece ha salvato un privilegio già contenuto nella riforma della pubblica amministrazione varata nel 2000. Messa alle strette dai controlli statali che negli ultimi anni si sono fatti sempre più pressanti, alla Regione non è rimasto che questo escamotage per continuare a produrre baby pensioni. «È ormai l' unica via di fuga - afferma Alfredo Liotta, fino a poco tempo fa capo del personale regionale - e in molti hanno pensato di approfittarne. Soprattutto le donne». Fra queste l' impiegata che ha trovato una novantenne disposta ad adottarla. L' ufficio del personale, per scrupolo, espose il caso all' ufficio legale che diede ragione all' aspirante baby pensionata: «Adottivi o naturali, sempre figli sono», sentenziarono gli avvocati della Regione. -
MASSIMO LORELLO Repubblica — 30 giugno 2009 pagina 19
Nessun commento:
Posta un commento