Domani martedì 2 luglio, a partire dalle ore
9, gli 80 lavoratori della Myrmex, protesteranno dinnanzi la sede di
Confindustria di Viale Vittorio Veneto 109, in concomitanza con il primo
“faccia a faccia” tra i sindacati, i rappresentanti della Pfizer e i vertici
provinciali di Confindustria.
A rischio c’è il destino dei lavoratori e del
laboratorio stesso, il cui piano industriale che ne avrebbe potuto segnare la
crescita, ma lo stesso non sembra essere adeguato neppure al mantenimento delle
attività. Eppure esiste una scadenza che spaventa, quella del prossimo 16
settembre, quando scadrà la clausola di “stabilità occupazionale” imposta
dall’accordo. Se entro quella data non sarà trovata la soluzione in
termini sostanziali (il Piano non realizzato, e ad oggi comunque
stravolto, prevedeva precisi obiettivi di ricerca tossicologica e rigenerativa,
la costruzione di un impianto di sterilizzazione, nonché la possibilità di
accedere a fondi speciali regionali di imminente pubblicazione) non esisterà
alcuna garanzia per il futuro della Myrmex.
I danni? Una ottantina di famiglie sul
lastrico e la cancellazione di un soggetto di eccellenza nella ricerca a
Catania. Di chi la responsabilità? Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil
di Catania chiedono spiegazioni proprio alla Pfizer, l’azienda che nel 2011
aprì la mobilità per ben 151 addetti ma che ha già beneficiato di fondi
milionari del MIUR. I sindacati temono dunque che la cessione stessa del ramo
d’azienda a fronte di tutto ciò, possa risultare inefficace.
Blog Sicilia
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