Le dichiarazioni di Ugo Cosentino nella sua prima uscita pubblica in qualità di A.D. e Predidente di Pfizer Italia, inducono a non poche riflessioni e causano altrettante preoccupazioni sul futuro. Cosentino, quando sostiene che in Italia il comparto farnmaceutico e non solo la Pfizer è penalizzato dalla mancanza di programmazione a lungo termine e dall'assenza di una reale partnership con le istituzioni, fa una dichiarazione politica di peso estremamente rilevante, dichiarazione che, a nostro avviso, corrisponde a verità. Questo è il Paese in cui per mesi il Dicastero per le Attività produttive è rimasto vacante, questo è il Paese in cui i tagli all'università ed alla ricerca sono stati e sono sistematici (solo nel caso di quelle pubbliche perchè gli stessi tagli vengono condonati alle università private, così come si può leggere sul sito on line della repubblica di ieri). Questo è il Paese in cui si assiste ad una destrutturazione globale del tessuto industriale dal settore metalmeccanico a quello della farmaceutica, passando per le manifatture. Quindi le dichiarazioni fatta da Cosentino sono vere quanto pesanti. Le responsabilità della politica, anzi dell'assenza della politica, sono tante, troppe... E del resto, nel ruolo di Presidente della filiale italiana della più grande industria farmaceutica mondiale, ci sta una rivendicazione nei confronti delle istituzioni...
Tuttavia, le dichiarazioni di Ugo Cosentino, non possono che mettere in allarme le organizzazioni sindacali e tutti i lavoratori che in Italia, direttamente o indirettamente, prestano il loro lavoro per Pfizer. "La concorrenza e' globale - afferma Cosentino - e ci si confronta con Paesi che incentivano la ricerca, offrono credito di imposta, deduzioni fiscali su prodotti innovativi e queste condizioni in Italia non si sono ancora verificate" Queste affermazioni ci lasciano alquanto preoccupati perchè hanno tanto sapore di delocalizzazione. Quindi se concordiamo con il neo A.D. della Pfizer riguardo le denunce e le analisi che fa nei confronti della politica e delle istituzioni, riteniamo che, anche la Pfizer debba fare la propria parte affinchè l'Italia non perda gli investimenti che questo colosso farmaceutico può fare. Il confronto tra le parti sociali deve essere finalizzato all'ottenimento di un saldo occupazionale positivo e ad uno sviluppo industriale che nel settore farmaceutico è ad alto contenuto tecnologico. Infine, tenendo anche conto del fatto che ad oggi non si hanno informazioni sulle sorti del centro di ricerca di Catania (EDSM), non possiamo che apprezzare il valore e l'importanza che il Presidente di Pfizer Italia riconosce alla ricerca scientifica, vero volano dello sviluppo dell'industria del farmaco
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