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martedì 31 marzo 2009

Il frutto avvelenato del radicalismo di facciata altresì detto sfascismo.

E' primavera. Ad Agrigento si è già festeggiata la sagra del mandorlo in fiore. Ma a volte la natura è menzogniera. Da un fiore che a guardarlo sembra bello, può venire fuori un frutto amaro e velenoso, perchè ricco in cianuri (non a caso i testi di chimica di base descrivono l'odore del cianuro come aroma di mandorle amare). A volte le stesse regole valgono nel mondo sindacale. Certo urlare ed inveire contro l'azienda è una cosa che può fare chiunque e porta voti ed iscritti. E' facile e non ci vuole molto a farlo. Se lo sanno fare Bossi e Di Pietro, capiamo bene che urlare in modo scomposto e nevrastenico è davvero alla portata di tutti quanti. Ma il bravo sindacalista deve sapere discernere tra i momenti in cui proporre un duro e serrato confronto con la controparte ed i momenti in cui non è possibile dialogare (sebbene in modo duro) e quindi passare ad altre forme di lotta.
E' quello che io dissi in occasione del Direttivo Unitario delle tre confederazioni sindacali facenti capo alla FULC, esteso all'altra sigla sindacale presente all'interno del nostro stabilimento. Avevo detto che uno sciopero per il parcheggio e per il sacchetto del pasto dei turnisti (problemi indubbiamente importanti ma da affronatare e risolvere diversamente) era inopportuno e con molta probabilità non avrebbe avuto alcun seguito (del resto questi professionisti del sindacalismo avevano già adottato una singolare forma di sciopero virtuale cioè scioperare utilizzando i permessi sindacali!!!! cioè a costo zero, come solo modo per fingere di avere un seguito). Allora mi si contestò fortemente ed in modo poco civile la cosa. Ma in realtà quella sigla sindacale che aveva annunciato uno sciopero a scacchiera ed aveva paventato occupazioni, picchettaggio ed altre grandiose quanto virtuali forme di lotta dura senza paura, silenziosamente, è tornata in dietro sui propri passi con la coda tra le gambe. Consentitemi di vivere la cosa con soddisfazione.
Urlare, strepitare, offendere altri rappresentanti sindacali, altre sigle sindacali citando con orgoglio i peggiori e più arroccati esponenti di confindustria nazionale... si assiste ancora a questo genere di cose. Ma da parte di chi? La cosa triste è che viene fatto da parte di qualche rappresentante sindacale. E tutto questo mentre si cercava di discutere di una cosa importantissima per tutti i lavoratori dello stabilimento: vale a dire il premio di partecipazione, soldi per i lavoratori. E grazie a questo genere di comportamento, la riunione è finita prematuramente. Questo operato è fare l'interesse dei lavoratori? Chi scrive (e non dubito, anche chi legge) è convinto che non lo sia. Ma ho già avuto modo di dire che l'offesa e lo sberleffo sono le armi di chi è incapace di formulare un pensiero forte.
Del resto è più facile urlare contro l'azienda per il fatto che i turnisti, il venerdì, nel sacchetto trovano solo carne(e perchè non dovrebbe esserci carne il venerdì?) piuttosto che affrontare in modo serio un discorso complessivo sulla mensa aziendale. E' più facile fare saltare una riunione sul premio di partecipazione piuttosto che riuscire ad espugnare un buon risultato per i lavoratori. E' la logica del tanto peggio tanto meglio, cioè quella logica secondo la quale si creano le condizioni per impedire il miglioramento dello status quo e potere poi urlare che tutto è una schifezza. Certo ottenere i risultati è tutta un'altra cosa. E non è alla portata di tutti.
Ma forse, la chiave di lettura è un'altra: impedire, fingendo un radicalismo che è solo di facciata, che venga chiuso qualsiasi accordo è una chiara scelta politica di chi pensa che ottenere risultati non porti iscritti ma che a tal fine sia più utile lo sfascismo (attenzione la 'S' c'è). E forse la chiave di lettura può essere ancora un'altra, peggiore, ma la lascio intuire a chi legge.

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