Sulla riforma del “modello contrattuale”, la Filcem – la Federazione dei lavoratori della chimica, dell'energia e delle manifatture della Cgil – riunisce il proprio organismo dirigente l'8 e il 9 ottobre prossimi a Santa Margherita di Pula, in provincia di Cagliari. All'ordine del giorno del Comitato direttivo nazionale proprio una riflessione “fuori dai denti” sulla riforma degli assetti contrattuali, alla quale la Filcem ha chiamato a discutere – nella tavola rotonda che ne introdurrà i lavori – oltre al suo segretario generale, Alberto Morselli, la segretaria confederale Cgil, Susanna Camusso; il direttore centrale per le relazioni industriali di Federchimica, dr. Andrea Piscitelli; la docente di sociologia dell'Università di Cagliari, la dr.ssa Maria Letizia Pruna.La Filcem ha tutte le carte in regola per discutere l'argomento con cognizione di causa, perché ha rinnovato in appena nove mesi 14 contratti nazionali di lavoro (sui 15 relativi al suo “perimetro”) con un importante recupero salariale per oltre 720.000 lavoratori, rafforzando ed estendendo piani e azioni per la formazione permanente, per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro, e quel “welfare contrattuale” (sanità e previdenza integrative) che negli intendimenti del sindacato deve sempre più concorrere al campo delle rivendicazioni sociali e contrattuali.Riguardo al documento presentato da Confindustria – che la Cgil ha giudicato incompatibile con la piattaforma Cgil, Cisl, Uil - per la Filcem tra le tante ombre, una in particolare balza agli occhi: la proposizione di un Comitato paritetico “troppo regolatorio, un po’ autoritario – sostiene Alberto Morselli - che rischiava di inficiare l'autonomia negoziale delle categorie, cancellando l'esperienza storica della nostra contrattazione, come ad esempio il superamento del “valore punto”: in soldoni avrebbe voluto dire una riduzione secca sugli incrementi futuri di oltre il 10%, per noi inaccettabile”.
Rassegna.it
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07/10/2008 19:41
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