Nino Amadore
Si avvia verso la conclusione positiva la vicenda che riguarda l'insediamento Pfizer di Catania e in particolare il centro di ricerca tossicologica Edsm (European drug safety and methabolism) già appartenuto alla Wyeth Lederle. Fino a venerdì 31 luglio, sono stati intensi i contatti tra Pfizer Italia di cui è presidente e amministratore delegato Ugo Cosentino e i vertici della Myrmex, società con sede a San Giuliano Milanese con 48 dipendenti e 50 agenti specializzata nella commercializzazione di protesi ortopediche, tra cui il presidente e consigliere di amministrazione Gian Luca Calvi per la definizione dei dettagli dell'operazione che fin qui ha avuto la supervisione dell'assessorato regionale alle Attività produttive di cui è direttore generale Marco Romano. Venerdì scorso i vertici delle due aziende hano firmato il contratto preliminare.
E già questo rappresenta per il presidente della regione Raffaele Lombardo, che sulla vicenda aveva scommesso parte della sua credibilità politica, un buon risultato.
La cessione del centro a Myrmex, hanno precisato ancora tre settimane fa da Pfizer, nulla ha a che vedere con il resto dello stabilimento catanese oggetto di un piano di intervento e riqualificazione industriale cui sono stati destinati investimenti per 40 milioni e ulteriori 27 milioni sono previsti nei prossimi due anni. In un comunicato diffuso l'8 luglio Pfizer ha precisato che lo «sforzo di programmazione e pianificazione che sta sostenendo a Catania è la risposta necessaria a fronte dell'inasprimento della situazione di mercato a livello europeo, dovuta principalmente alla competizione delle aziende di generici e alle politiche di prezzo dei paesi. Situazione critica che è destinata a diventare ancora più difficile anche a fronte delle recenti manovre di contenimento della spesa messe in atto nel nostro Paese e che impone alle aziende la riduzione dei costi di produzione dei farmaci per far fronte alla concorrenza estera ed è l'unica strada per garantire il mantenimento e la sopravvivenza della produzione italiana».
La cessione del centro di ricerca catanese consentirà di certo il rientro al lavoro dei 67 addetti della Pfizer dell'unità di ricerca che sono stati messi in mobilità nei mesi scorsi nell'ambito di quello che, in codice, è stato definito progetto Vespa: Pfizer si è impegnata a cedere anche la quota di agevolazioni pubbliche nel frattempo acquisite. Mentre per altri 84 lavoratori dello stabilimento continueranno le trattative con il sindacato.
Pfizer si è ritrovata con la proposta di Myrmex e su quella ha appuntato l'attenzione anche per accertare che l'azienda avesse i requisiti di affidabilità richiesti dal Miur ai fini del trasferimento dei programmi di ricerca già finanziati. L'offerta di Myrmex è stata formalizzata all'inizio del mese scorso.
Nel consiglio di amministrazione dell'azienda con sede a San Giuliano Milanese, siede Massimo Costa, in passato amministratore delegato di Link Italia e fondatore di Tissuelab (società che si occupa della processazione dell'osso umano) e di AT Grade che è specializzata nella ricerca e processazione di tessuti di derivazione umana e ha in gestione, in joint venture con Air Liquide, la cell factory dell'Ospedale Niguarda di Milano. Costa è anche titolare di un diritto d'opzione per l'acquisto di un a partecipazione rilevante di AT Grade. Ed è proprio sulle grandi potenzialità di AT Grade che punta la Myrmex per il sito di Catania dove intende sviluppare la possibilità di produrre a scala industriale i prodotti che escono dall'esperienza dei laboratori di AT Grade al Niguarda.
Non solo. Altro obiettivo è quello di avviare nuove ricerche per la creazione di nuovi prodotti anche in collaborazione con i centri universitari che si occupano di ingegneria dei tessuti di derivazione umana, sintetica o misti. Nel giro di due anni, nelle intenzioni del management di Myrmex, produzione e ricerca dovrebbero andare a regime. la regione siciliana, dal canto suo, pur di avere garantito il livello occupazionale (come ha più volte sostenuto il presidente Raffaele Lombardo) si è detta disponibile a dare, attraverso un accordo di programma, il supporto necessario che è stato quantificato in 4,5 milioni l'anno per tre anni. Myrmex si è impegnata sin da subito a girare alla Banca del tessuto della regione siciliana una quota del fatturato che sarà generato grazie alla distribuzione dei prodotti fabbricati nel centro di Catania.
Si avvia verso la conclusione positiva la vicenda che riguarda l'insediamento Pfizer di Catania e in particolare il centro di ricerca tossicologica Edsm (European drug safety and methabolism) già appartenuto alla Wyeth Lederle. Fino a venerdì 31 luglio, sono stati intensi i contatti tra Pfizer Italia di cui è presidente e amministratore delegato Ugo Cosentino e i vertici della Myrmex, società con sede a San Giuliano Milanese con 48 dipendenti e 50 agenti specializzata nella commercializzazione di protesi ortopediche, tra cui il presidente e consigliere di amministrazione Gian Luca Calvi per la definizione dei dettagli dell'operazione che fin qui ha avuto la supervisione dell'assessorato regionale alle Attività produttive di cui è direttore generale Marco Romano. Venerdì scorso i vertici delle due aziende hano firmato il contratto preliminare.
E già questo rappresenta per il presidente della regione Raffaele Lombardo, che sulla vicenda aveva scommesso parte della sua credibilità politica, un buon risultato.
La cessione del centro a Myrmex, hanno precisato ancora tre settimane fa da Pfizer, nulla ha a che vedere con il resto dello stabilimento catanese oggetto di un piano di intervento e riqualificazione industriale cui sono stati destinati investimenti per 40 milioni e ulteriori 27 milioni sono previsti nei prossimi due anni. In un comunicato diffuso l'8 luglio Pfizer ha precisato che lo «sforzo di programmazione e pianificazione che sta sostenendo a Catania è la risposta necessaria a fronte dell'inasprimento della situazione di mercato a livello europeo, dovuta principalmente alla competizione delle aziende di generici e alle politiche di prezzo dei paesi. Situazione critica che è destinata a diventare ancora più difficile anche a fronte delle recenti manovre di contenimento della spesa messe in atto nel nostro Paese e che impone alle aziende la riduzione dei costi di produzione dei farmaci per far fronte alla concorrenza estera ed è l'unica strada per garantire il mantenimento e la sopravvivenza della produzione italiana».
La cessione del centro di ricerca catanese consentirà di certo il rientro al lavoro dei 67 addetti della Pfizer dell'unità di ricerca che sono stati messi in mobilità nei mesi scorsi nell'ambito di quello che, in codice, è stato definito progetto Vespa: Pfizer si è impegnata a cedere anche la quota di agevolazioni pubbliche nel frattempo acquisite. Mentre per altri 84 lavoratori dello stabilimento continueranno le trattative con il sindacato.
Pfizer si è ritrovata con la proposta di Myrmex e su quella ha appuntato l'attenzione anche per accertare che l'azienda avesse i requisiti di affidabilità richiesti dal Miur ai fini del trasferimento dei programmi di ricerca già finanziati. L'offerta di Myrmex è stata formalizzata all'inizio del mese scorso.
Nel consiglio di amministrazione dell'azienda con sede a San Giuliano Milanese, siede Massimo Costa, in passato amministratore delegato di Link Italia e fondatore di Tissuelab (società che si occupa della processazione dell'osso umano) e di AT Grade che è specializzata nella ricerca e processazione di tessuti di derivazione umana e ha in gestione, in joint venture con Air Liquide, la cell factory dell'Ospedale Niguarda di Milano. Costa è anche titolare di un diritto d'opzione per l'acquisto di un a partecipazione rilevante di AT Grade. Ed è proprio sulle grandi potenzialità di AT Grade che punta la Myrmex per il sito di Catania dove intende sviluppare la possibilità di produrre a scala industriale i prodotti che escono dall'esperienza dei laboratori di AT Grade al Niguarda.
Non solo. Altro obiettivo è quello di avviare nuove ricerche per la creazione di nuovi prodotti anche in collaborazione con i centri universitari che si occupano di ingegneria dei tessuti di derivazione umana, sintetica o misti. Nel giro di due anni, nelle intenzioni del management di Myrmex, produzione e ricerca dovrebbero andare a regime. la regione siciliana, dal canto suo, pur di avere garantito il livello occupazionale (come ha più volte sostenuto il presidente Raffaele Lombardo) si è detta disponibile a dare, attraverso un accordo di programma, il supporto necessario che è stato quantificato in 4,5 milioni l'anno per tre anni. Myrmex si è impegnata sin da subito a girare alla Banca del tessuto della regione siciliana una quota del fatturato che sarà generato grazie alla distribuzione dei prodotti fabbricati nel centro di Catania.
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